Il Belgio sapeva di avere due carte, e se l’è giocate decisamente bene: tutti gli occhi erano puntati su Jasper Philipsen, ma alla fine il titolo continentale se l’è preso Tim Merlier, che uscendo sulla parte destra del gruppo ha bruciato ogni velleità dei rivali, incluse quelle del suo illustre compagno di squadra. La tattica dei belgi ha avuto la meglio: hanno lasciato di due velocisti liberi di poter fare la loro volata, e puntualmente sono stati ripagati. E l’Italia? Perfetta fino ai -500 metri dall’arrivo, è rimasta letteralmente “intruppata” nel traffico, con Jonathan Milan grande deluso di giornata.
- Merlier, uno sprint regale. Milan non può accendersi
- Italia, tattica perfetta: Trentin monumentale
- Merlier, la foratura e la scia "indebita"
Merlier, uno sprint regale. Milan non può accendersi
Il velocista italiano non è nemmeno riuscito a lanciare il proprio sprint. E questo nonostante l’Italia ha menato le danze fino a 500 metri dall’arrivo: quando Consonni doveva lanciare il compagno, il Belgio di colpo ha trovato il modo per chiudere gli italiani sul lato sinistro della carreggiata, di fatto impedendo a Milan di mettersi in moto e sprigionare tutti i suoi cavalli.
Alla fine però la marcatura asfissiante sugli italiani ha mandato in confusione gli stessi belgi, che stavano lavorando per Philipsen, che a sua volta s’è ritrovato dal lato “sbagliato”. Così sulla destra è sbucato fuori (a doppia velocità) Merlier, che ha avuto uno scatto bruciante col quale ha rimontato posizioni e messo la propria ruota davanti a tutte quelle dei rivali. Già ai -100 si era capito come sarebbero andate a finire le cose: successo netto di Merlier, che s’è portato dietro Kooij, bellissimo argento. Bronzo per l’estone Mihkels, che ha bruciato sotto lo striscione del traguardo un Philipsen che ha mollato negli ultimi metri, quarto davanti a Kristoff (che ha provato ad anticipare tutti, senza successo) e a Pedersen.
Milan, lo sprinter designato per l’Italia, non è mai entrato in azione: ha chiuso 13esimo, consapevole di aver dilapidato una ghiotta opportunità per vincere una volata di valore.
Italia, tattica perfetta: Trentin monumentale
La gara del Limburgo, 220 chilometri praticamente tutti pianeggianti (due strappi di 700 metri distanti dal traguardo e qualche tratto in pavé), alla fine ha mantenuto le attese: si sapeva che l’epilogo allo sprint sarebbe potuto essere quello più probabile, e così è stato. C’hanno provato invero van der Poel e Laporte a portar via una fuga ai -50 dall’arrivo, ma l’Italia ha lavorato duramente per tenerla sempre a distanza di sicurezza (massimo 25 secondi) e alla fine ai -20 c’è stato il ricongiungimento. Tra i più attivi anche Mads Pedersen, che forse però ha speso troppo presentandosi alla volata un po’ scarico.
Quanto agli azzurri, nulla da eccepire se non per il blackout finale che ha impedito a Milan di giocarsi le sue carte. Monumentale Trentin, bene anche Affini, Maestri e Consonni, ma tanto non è bastato: il Belgio, anche senza Evenepoel e Van Aert (che oggi compie 30 anni: auguri), è sempre più dominante.
Merlier, la foratura e la scia “indebita”
Piccola nota a margine: Merlier ha forato ai -100 km dall’arrivo ed è stato un po’ agevolato dalla scia di un’ammiraglia nel tentativo di rientrare. Questo ha fatto storcere il naso a qualcuno: la giuria non è intervenuta, ma in altre situazioni la cosa sarebbe anche potuta essere valutata in modo differente. Nulla che tolga meriti al belga, autore di una volata supersonica, ma il piccolo neo rimane.