Tutto il mondo del ciclismo azzurro ruota attorno a Filippo Ganna. Che ormai fa notizia anche quando non dovrebbe fare notizia: una settimana fa, battuto per 12 secondi da Remco Evenepoel, s’è dovuto accontentare della medaglia d’argento nella cronometro iridata di Stirling, ma nella sua testa s’era già fatta largo l’idea di andare in Spagna a sfidare proprio il campione del mondo in carica nelle corse contro il tempo e altri rivali di indiscusso valore (vedi Primoz Roglic e Jonas Vingegaard) nell’ultimo grande giro della stagione.
La Vuelta a Espana che attende Ganna sarà per giunta la prima che vedrà al via il corridore piemontese, che sin qui ha affrontato appena 4 grandi giri in carriera (tre volte il Giro e una il Tour), mai con reali ambizioni di classifica (e sarà così anche stavolta) ma riuscendo comunque a conquistare 6 tappe complessive al Giro, di cui 5 a cronometro e una in linea.
- La Ineos Granadiers crede in Filippo
- Tutti per Geraint Thomas
- C'è anche Bernal
- Roglic scalda i muscoli
La Ineos Granadiers crede in Filippo
Un buon motivo per sperare di rimpolpare ulteriormente il palmares, con la Ineos Granadiers che confida nelle doti da cronoman di Top Ganna per cercare di competere al massimo nelle due prove contro il tempo previste nel percorso di gara, che prevede una cronosquadre inaugurale sabato 26 agosto (14 chilometri complessivi) una cronometro individuale in programma a Valladolid martedì 5 settembre (25 chilometri in totale).
Tutti per Geraint Thomas
Il team britannico muoverà tutte le sue pedine in funzione di Geraint Thomas, capitano designato ma atteso da un confronto mica da ridere con le due punte di casa Jumbo Visma (Roglic e Vingegaard: quest’ultimo sarà davvero disposto a ricoprire il ruolo di gregario?) e con Evenepoel che difende la maglia rossa indossata a Madrid lo scorso anno.
Ganna potrebbe rivelarsi per il 38enne Thomas la pedina più importante dello scacchiere, perché in grado di dettare il ritmo in salita e capace anche di tenere controllata la corsa in pianura.
C’è anche Bernal
Peraltro l’Ineos Granadiers presenterà al via anche Egan Bernal, che continua nel suo percorso di risalita dopo il tremendo infortunio nel quale è incappato in allenamento a inizio 2022, e che sfrutterà la Vuelta per mettere ulteriore benzina nel motore in vista di un 2024 (si spera) più foriero di risultati e buone notizie.
Sia Thomas che Bernal hanno corso la Vuelta soltanto in un’occasione, e sui 10 arrivi in salita previsti ci sarà terreno per provare ad attaccare.
Altre due pedine chiave in salita saranno l’olandese Thymen Arensman, sesto classificato sia alla Vuelta 2022 che al Giro 2023 (prima o poi il ragazzo è destinato a sbocciare) e il belga Laurens De Plus, mentre il ruolo del regista verrà assegnato all’esperto corridore di casa Jonathan Castroviejo, con l’altro spagnolo Omar Fraile e il promettente tedesco Kim Heiduk (debuttante assoluto in Spagna) che proveranno a fare legna e cercare gloria.
Roglic scalda i muscoli
La presenza di Ganna contribuirà ad accendere i riflettori anche in Italia su quel che accadrà in una Vuelta che pare destinata a vivere sullo scontro tra Roglic ed Evenepoel, con Thomas appunto terzo incomodo.
Di fatto tornano ad affrontarsi i tre che avevano già animato lo scorso maggio il Giro d’Italia, con il belga “costretto” al ritiro per Covid dopo la prima settimana e lo sloveno capace di ribaltare la corsa nella cronoscalata del Monte Lussari alla penultima tappa, imponendosi per una manciata di secondi appena sul britannico.
Detto di Vingegaard, che dopo il Tour proverà a sfruttare le sue qualità (e forse anche una condizione ancora eccelsa) sulle strade iberiche, magari in appoggio a Roglic (sulla carta è quest’ultimo il capitano, ma poi la strada potrebbe ribaltare tutto), occhio anche al giovane Juan Ayuso, talento spagnolo pronto a sbocciare definitivamente.
Tornando a Roglic, l’ultima corsa in preparazione alla Vuelta sta rispettando appieno la tabella di marcia: a Burgos i Jumbo Visma hanno dettato legge nella cronosquadre e poi hanno offerto al loro capitano l’opportunità di mettere le mani sulla breve corsa a tappe, grazie anche alla vittoria ottenuta nella terza frazione con un gran colpo di reni nella volata ristretta che ha visto presenti Vlasov (nella generale staccato di 34 secondi), Adam Yates (terzo a 40 secondi) e Howson.
Segnali chiari di una condizione già affinata: non correva da maggio, Roglic, ma ha già fatto capire di avere le idee chiare su ciò che vuole dalla vita. Pardon, dalla Vuelta.