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Come ha reagito il mondo esports alla guerra in Ucraina

In queste settimane l'opinione generale è letteralmente shockata. Le immagini proveniente dall'Ucraina ci lasciano tutti interdetti, interrogandoci sul reale valore di libertà, data troppo spesso per scontata. Anche il mondo esports ha reagito a suo modo.

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Francesco Basile

Francesco Basile

eSport Web Editor

Nato con i videogame, è già un superesperto di eSports. Ha fatto nascere diverse iniziative di settore e sa tutto, ma veramente tutto, di quello che ruota dentro e intorno al mondo dello sport virtuale. Per Virgilio Sport approfondisce e racconta l’eSport a 360 gradi con l’esperienza di un giovanissimo veterano.

Come ha reagito il mondo esports alla guerra in Ucraina Fonte: Shutterstock.com

In queste settimane l’opinione generale è letteralmente shockata. Le immagini proveniente dall’Ucraina ci lasciano tutti interdetti, interrogandoci sul reale valore di libertà, data troppo spesso per scontata. Anche il mondo esports ha reagito a suo modo.

Si ferma Natus Vincere

Natus vincere, nota organizzazione esport con sede a Kiev ha subito interrotto le proprie attività. Da Dota 2 a Counter-Strike, fino ad arrivare a Rainbow Six e Rocket League. Ricalcando quella che era stata l’iniziativa di di Return Alive Foundation per sostenere popolo ed esercito ucraino in questo aberrante scenario. L’origine dei Natus Vincere è sempre stato un tratto distintivo dell’organizzazione. I NaVi infatti, hanno una fortissima presenza nella scena dell’Est. Si legge in una nota ufficiale:

La Russia ha attaccato l’Ucraina. E ora ci sono ostilità che prendono vite umane e distruggono destini reali sul territorio del nostro Paese. È impossibile che durante questa guerra facciamo finta che tutto sia a posto. Non lo è. Siamo devastati. Il nostro obiettivo principale in questo momento è cercare di mantenere la calma e prenderci cura di noi stessi, dei nostri cari e di coloro che hanno bisogno di aiuto. Siamo tutti insieme in questo. E insieme ce la faremo.

UESF interrompe tutte le competizioni

Anche la Federazione Ucraina Discipline Elettroniche (UESF) ha sospeso ogni tipo di attività legata a videogiochi. Ricordiamo che nel 2021 la federazione aveva ricevuto il supporto nazionale e delle autorità per organizzare competizioni ufficiali. Un riconoscimento importante, che qui in Italia ad esempio, non è ancora avvenuto. Data la situazione purtroppo, l’UESF è stata costretta a fermarsi sperando di poter ricominciare quanto prima a vedere uno spiraglio di luce per riorganizzare gli eventi.

Anche un team italiano coinvolto

Importante anche la testimonianza che ci arriva direttamente dal nostro paese. Qlash è un’organizzazione eSport con sede in Italia. Co-fondato nel 2017 da Luca Pagano ed Eugene Katchalov, mira a promuovere e portare innovazione nel settore degli eSport in tutta Italia e in Europa. Nel corso di questi anni, il team si è affermato come uno delle realtà Italiane più importanti, sia in ambito organizzativo e soprattutto in ambito di roster. Purtroppo il dramma del conflitto ha colpito direttamente anche il co-fondatore del team Eugene Katchalov, che come esplicato da un tweet ufficiale proprio dei QLASH è stato costretto a scappare dalla città per evitare il conflitto.

“Mi sono appena fermato a quella che si spera sia la nostra ultima stazione di servizio in Ucraina. C’è ancora molta strada da fare, 5-6 ore, ma almeno non ci sono più grandi città”.

Speriamo che questa follia possa cessare presto, anche la redazione di Virgilio esport esprime la sua vicinanza verso tutte le persone coinvolte ingiustamente in questo conflitto.

Articolo a cura di:
Francesco Basile

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