Deborah Compagnoni sarà ambasciatrice delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Al Corriere della Sera, l’ex campionessa di sci ha parlato di Pechino 2022: “Beh per averla vissuta personalmente a Lillehammer ‘94 e Nagano ‘98 (due ori, ndr), quella d’argento di Federica Brignone in gigante: nella seconda manche ero in ansia, è stata bravissima. Quando è toccato alla Goggia in discesa ho sperato che non accedessero imprevisti, ma Sofia è scesa prudente dopo l’infortunio e ha strameritato la medaglia. Fontana, valtellinese come me, è stata formidabile. Da Torino 2006 a Milano-Cortina 2026: se dopo vent’anni di short track chiudesse in un’altra Olimpiade casalinga, sarebbe un segnale di straordinaria longevità. Tutte le azzurre mi sono piaciute”.
Non sono mancate le polemiche ma la Compagnoni glissa: “Esagerazioni, argomenti che non trovo interessanti. Mi piace di più parlare di sci: per me gli argenti di Sofia e Federica valgono uguale”.
Non sono invece mancati problemi allo sci maschile, alla seconda Olimpiade senza medaglie: “Non si può pensare di costruire una squadra giovane di punto in bianco, i veterani devono dare l’esempio, poi si cresce insieme – continua Compagnoni -. Spero che Paris faccia da faro per Milano-Cortina, in fondo in Cina il francese Claery ha vinto un argento in discesa a 41 anni! Manchiamo nello slalom donne e nel gigante uomini, ma anche il fondo femminile deve lavorare per recuperare il gap. Quattro anni sembrano tanti, invece passano in un momento”.
Infine, la Compagnoni ha analizzato le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: “Sarà un’Olimpiade, rispetto a Pyeongchang e Pechino, con una marcia in più. Giochi organizzati per la gente tra la gente, accessibili al tifo. Cosa prevedo per il mio ruolo da ambasciatrice? Il mio sostegno al valore della sostenibilità, declinata su tre aspetti: economica, cioé sarà un’Olimpiade che si autofinanzierà il più possibile; ambientale perché si adatterà al territorio e non viceversa, con un rispetto massimo per l’ambiente; sociale perché si lega ai nostri territori, la mia Lombardia e il Veneto, ma non solo: saranno i Giochi di tutti, la gente tornerà a tifare sulle Alpi. Non a caso è stato il pubblico a votare logo e inno. E Malika Ayane ha cantato quello di Mameli nel segmento della cerimonia di chiusura dedicato all’Italia. Emozionante”.