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Gregorio Paltrinieri il re azzurro delle acque. L'intervista

INTERVISTA ESCLUSIVA Il campione di nuoto, Gregorio Paltrinieri, è costretto a fermarsi a causa dell'emergenza coronavirus

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Normalmente la primavera è il periodo più atteso dagli appassionati di nuoto, ma l’emergenza coronavirus ha spazzato via anche i grandi eventi che erano programmati per questi mesi. Ne abbiamo parlato con Gregorio Paltrinieri, atleta di punta della Nazionale Italiana, che in questo periodo sta continuando da casa la sua preparazione in vista delle Olimpiadi di Tokyo che sono state rinviate al 2021. In ambito nazionale, marzo sarebbe stato il mese degli Assoluti di Riccione, prima occasione per staccare il pass olimpico. A livello internazionale, invece erano in programma gli Europei di Budapest a maggio (provvisoriamente la data è stata spostata ad agosto), ultima tappa di avvicinamento a Tokyo. Proprio Paltrinieri era uno degli azzurri più attesi dopo che ci ha fatto sognare la scorsa estate con un tour de force che lo ha visto impegnato in pochi giorni su tre distanze tra le più impegnative. Abbiamo voluto ripercorrere con lui le tappe di avvicinamento alle Olimpiadi e ci siamo fatti svelare come questo stop forzato ha influito sulla sua preparazione.

Iniziamo con un riassunto delle puntate precedenti. Luglio 2019, Mondiali di nuoto in vasca lunga a Gwangju in Corea del Sud: hai ottenuto un magnifico oro con record europeo negli 800, un bronzo nei 1500 e ti sei tuffato in acque libere dove hai trovato un argento nella 5 km a squadre. Quali stimoli per il futuro hai trovato al giro di boa al termine di questa strepitosa edizione?
Il Mondiale di Gwangiu è andato abbastanza bene. La cosa buona è che ho provato tutte tre le discipline che vorrò fare a Tokyo, quindi per me era un test di prova. Qualche gara è andata meglio di altre, ma già averle fatte in un periodo di 10 giorni è stato il vero test, la vera difficoltà del Mondiale. Era quello il motivo per cui sono andato là e ho voluto competere in tutto: per essere pronto per Tokyo.

In questo momento stiamo vivendo una situazione incerta a causa dell’emergenza coronavirus. La Federnuoto ha sospeso immediatamente le competizioni nazionali mentre i grandi eventi internazionali sono stati rinviati. Sei d’accordo con queste scelte? Ti sentiresti pronto a gareggiare già ad agosto per gli Europei?
Io sono anche d’accordo sull’aver posticipato tutte le competizioni. Le Olimpiadi chiaramente non ci potevano essere quest’estate, quindi speriamo che si possano fare tra un anno. Per quanto riguarda gli Europei, dubito anche che potranno essere fatti ad agosto vista la situazione attuale in tutta Europa. Attualmente sono fermo, quindi la preparazione non sta procedendo nel migliore dei modi. Spero che si possa tornare alla normalità, quindi che io possa tornare in acqua, però se gli Europei fossero un po’ dopo sarebbe sicuramente meglio per tutti.

Pensi che alla ripresa delle competizioni la Nazionale Italiana possa risentire più di altre a causa delle difficoltà derivanti da questa emergenza?
Penso che la Nazionale Italiana ne possa risentire nell’immediato futuro perché ora siamo tutti fermi da tanto tempo e quindi non si possono preannunciare grandi risultati nell’immediato futuro. Però per l’Olimpiade manca ancora tanto, quindi da qui a un anno ci sarà modo di recuperare il tempo perso adesso.

L’allenamento del nuoto è fatto da una precisa periodizzazione in relazione agli impegni agonistici. In che modo l’incertezza della situazione attuale ha influito sui tuoi piani di allenamento? Come ti stai allenando in questo periodo?
In questo periodo sto cercando di tenermi attivo dal punto di vista fisico facendo esercizi a secco. Non è facile soprattutto perché nel nuoto la parte allenante al 99% è quello che si fa in acqua, quindi bisogna mantenere una certa sensibilità con l’acqua. Però è quello che possiamo fare adesso: cerco almeno di mantenere un po’ lo stato fisico che avevo in modo di essere pronto quando si ricomincerà.

Stefano Morini e Ivo Ferretti in questi anni hanno plasmato il campione che sei diventato. Che cosa ti hanno trasmesso e come hanno reso ancora più vincente la tua nuotata?
Sì, in questi anni mi sono allenato con il Moro e con Ivo Ferretti e credo che, dal 2011 quando ho iniziato la carriera professionistica a tutti i livelli, sia migliorato su tante cose tecniche e mentali. Secondo me va tutto di pari passo: migliorare alcune parti della nuotata e anche la gestione della gara dal punto di vista emotivo. E sono in continua crescita: non ci si sente mai completamente arrivati, ma si spera sempre di poter migliorare qualcosa in tutto.

Il tuo sviluppo come nuotatore è stato influenzato anche dal periodo in Australia. Cosa hai portato a casa da quelle esperienze?
Dalle due esperienze australiane nel 2014 e nel 2018 ho portato a casa tanto. Sono state molto importanti per me, avevo bisogno in quei momenti di staccare dal contesto italiano e provare qualcosa di nuovo. Dal punto di vista tecnico mi hanno dato sicuramente perché in Australia si allenano in modo completamente diverso dal nostro. Però la maggior spinta me l’hanno data come stimoli: l’aver vissuto in Australia in un contesto diverso, vedendo e facendo cose nuove anche fuori dall’acqua. Questo mi ha dato la voglia di tornare in Italia ancora più carico e ricominciare a fare le mie cose ancora meglio. Ho conosciuto gente, ho visitato posti e ho fatto cose interessanti in Australia, quindi la carica emotiva che mi ha dato questa esperienza è stata forte.

In Australia ti sei allenato con Mack Horton, l’atleta che a Gwangju si è rifiutato di salire sul podio insieme a Sun Yang per le vicende legate al doping. Cosa ha rappresentato per te questo gesto?
Sono molto amico di Mack e ci sentiamo spesso. Condivido abbastanza la sua decisione di non salire sul podio. Ognuno di noi è libero di fare e di dire quello che vuole in queste situazioni. Penso che lui sia stato l’unico atleta in tutto il mondo a schierarsi così apertamente contro Sun Yang per forza di cose perché facevano le stesse gare, quindi negli ultimi anni la lotta per il primo gradino del podio era principalmente tra loro due. Quindi lui si è sempre espresso molto e ha portato avanti le sue idee. In quella situazione può aver fatto bene a non salire sul podio proprio per continuare a parlare di questo problema del doping. L’aspetto più importante è che ha portato l’attenzione un’altra volta su questa cosa.

Torniamo al lato bello ed esaltante dello sport, i testa a testa tra campioni che sono rivali in acqua e amici fuori. Come vivi il rapporto con il tuo compagno-avversario Gabriele Detti?
Il rapporto compagno-avversario è importante. In questi anni mi sono sempre allenato con Gabri e devo dire che è stata un’ottima spinta per tutti e due. Sapere che di fianco avevamo un grande atleta ci spingeva a fare molto meglio, quindi è stato un traino allenarci insieme. In più noi ci conosciamo veramente da molto tempo e abbiamo vissuto praticamente tutte le nostre esperienze insieme. Anche questo è stato l’aiuto.

Per finire, ti chiedo se puoi dare qualche consiglio ai lettori di Virgilio Sport. Molti nuotatori amatoriali si sentono spaesati perché non possono andare in piscina. Come potrebbero allenarsi a casa per ripartire al massimo appena sarà possibile?
In questo periodo l’unica cosa da fare è cercare di mantenere il più possibile le proprie abitudini sane, non lasciarsi andare in questo periodo di quarantena e fare il possibile a casa. Sicuramente non si deve fare troppo, ma si può anche approfittare di questo momento di stacco per riposarsi. Però ogni giorno si può riuscire a mantenere un po’ di base aerobica facendo degli esercizi in modo da essere

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