Pierino Gavazzi, vincitore della Sanremo 1908, sta lottando per la sua vita all’Istituto Clinico San Rocco di Ome, dove sono stati creati oltre 100 posti letto per pazienti positivi al Covid-19. La Gazzetta dello Sport ha raggiunto il figlio Mattia: “Il valore della saturazione dell’ossigeno si era abbassato moltissimo, fino a 82. Lunedì 16 marzo abbiamo chiamato l’ambulanza. L’hanno portato a Ome. Preso alle 4 e mezza, sarà entrato in clinica quasi alle 11 perché c’erano tre altre ambulanze davanti alla sua. Ci è rimasto sopra diverse ore, attaccato all’ossigeno. Poi il tampone: positivo al coronavirus. Papà sta lottando, ne percepisco l’affanno nei pochi secondi in cui riesco a parlargli. Come fosse in salita a ruota di Francesco Moser, cercando di non staccarsi”.
“Ho l’impressione che il virus in questa zona non stia risparmiando nessuna famiglia e ci arrivano telefonate che lo dimostrano, comunicandoci i lutti. Una apocalisse. E la sirena delle ambulanze che passano è diventata quasi un sottofondo. Stamattina già due, e se ascolta ne sta transitando un’altra proprio adesso”.
“Stiamo vivendo momenti drammatici. Mercoledì sera alle 10 ha chiamato una dottoressa dicendoci che la situazione polmonare era nettamente peggiorata, che papà era steso a letto su un fianco, che faticava molto. Una situazione molto critica, non ci ha nascosto che avremmo dovuto prepararci anche al peggio”.
“La mattina dopo abbiamo sentito papà, poi gli hanno messo il casco affinché avesse più ossigeno (ieri la saturazione era risalita a 96, ndr). Qualche contatto telefonico seppur breve riusciamo ad averlo. Ha detto a mia madre di stare tranquilla, che gli mancava la famiglia, che vorrebbe rivederci, che presto torna. Non c’è dubbio che sia affaticato, però non ha dolori. Un nostro caro amico mi ha detto che non tutto è perduto. Sento poi che non ha perso la voglia di lottare. Questo è fondamentale, papà conosce la fatica e sa stringere i denti”.
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