Dal Triplete alla B, la nuova sfida di Ivan Ramiro Cordoba

L'ex difensore dell'Inter riparte dal Venezia, come socio e consigliere: l'ultima tappa di un percorso professionale e umano altamente significativo.

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In campo era un guerriero, nella vita probabilmente ancora di più. Ivan Ramiro Cordoba è stato un roccioso difensore, bandiera dell’Inter ed eroe del Triplete. Oggi è un apprezzato dirigente calcistico, ma soprattutto un punto di riferimento per tanti, in Colombia come in Italia. E ha intrapreso una nuova avventura.

Socio e Consigliere Delegato per l’Area Sportiva

Il Venezia, infatti, ha scelto Cordoba sia per le sue competenze tecniche che per la sua capacità manageriale. Ma è stato anche Cordoba a scegliere il Venezia, dal momento che è diventato socio del club. “Venezia FC comunica l’ingresso nel management arancioneroverde di Ivan Ramiro Cordoba in qualità di socio del club e Consigliere Delegato per l’Area Sportiva”, si legge nel comunicato della società arancioneroverde, che milita in serie B. “Attraverso la sua esperienza e competenza, Cordoba porterà il suo contributo in diverse aree della società rafforzando il DNA del club a tutti i livelli, dal lato sportivo a quello delle relazioni con club, leghe ed associazioni nell’ecosistema calcistico globale, incrementando inoltre la visibilità del Venezia FC a livello internazionale”.

Cordoba, una storia speciale

Nato a Rionegro l’11 agosto 1976, Cordoba è cresciuto nella Colombia segnata dalle tristi storie dei narcos e da quelle, più entusiasmanti, legate ai trionfi del Nacional Medellin e al calcio champagne della nazionale di Maturana. Difensore dal fisico tascabile ma dall’eccezionale temperamento, è cresciuto nel Deportivo Rionegro e nel 1996 è passato proprio al Nacional, per poi militare per due stagioni nel San Lorenzo, in Argentina. Nel gennaio 2000 il trasferimento all’Inter, di cui è diventato colonna e tra le cui fila ha militato fino al 2012. Dopo gli esordi difficili – espulso nel 2001 proprio contro il Venezia per una gomitata in realtà mai rifilata a Bettarini – ha iniziato a vincere nel 2005 (Coppa Italia), conquistando cinque scudetti, quattro supercoppe, altre tre Coppe Italia e soprattutto la Champions e il Mondiale per club nel 2010. In nazionale era stato tra i protagonisti della prima, storica affermazione nella Copa America del 2001, giocata proprio in Colombia e in cui ha realizzato il gol decisivo nella finale contro il Messico. “Datemi la maglia di Andres Escobar, voglio indossare la numero 2″, disse alla sua federazione. E all’ex capitano, suo primo idolo, barbaramente ucciso nel 1994 dopo un’autorete al Mondiale, dedicò quel trionfo.

Cordoba: famiglia, solidarietà e…il libro

Sposato con Maria Isabel, padre di quattro figli – il secondo si chiama José in onore di Mourinho – e italiano dal 2011, avendo trascorso più di dieci anni in Italia con regolare contratto di lavoro, Cordoba è sempre stato attivissimo nel sociale. Profondamente religioso, nel 2015 è stato in udienza dal Papa, da cui si è fatto firmare la maglia indossata ai tempi del San Lorenzo, squadra del cuore proprio di Papa Francesco. Qualche anno prima aveva fondato un’associazione, “Colombia te quiere ver”, a sostegno dei bimbi ciechi e poveri del suo paese, per la quale ha ricevuto nel 2011 il premio L’Altropallone. Soprannominato Speedy Gonzales per la sua velocità, ha chiuso col calcio giocato il 6 maggio 2012 in occasione di un derby vinto dall’Inter sul Milan, tra la commozione di San Siro. Dell’Inter è stato anche dirigente per due stagioni, prima di aprire un’Accademia per i giovani e di intraprendere la carriera di procuratore. Nel 2016 ha dato alle stampe la sua autobiografia, “Combattere da uomo”, dedicata alla sua avventura in nerazzurro.

Dal Triplete alla B, la nuova sfida di Ivan Ramiro Cordoba Fonte: Ansa

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