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Diener: "Quella gara con Cantù fa ancora male"

L'ex guardia ricorda gli anni di Sassari: "Lì ho lasciato una famiglia".

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Diener: "Quella gara con Cantù fa ancora male" Fonte: 123RF

Drake Diener ha rilasciato un’intervista al sito ufficiale della Dinamo Sassari. L’ex guardia ha lasciato il segno in Sardegna, giocando per tre anni e vincendo una Coppa Italia nel 2014. “Con la Dinamo abbiamo fatto tante cose belle, sono stati tre anni magici. Quando sono arrivato la prima volta non era la società di oggi, si parlava della salvezza come obiettivo…nel giro di pochi anni la Dinamo è arrivata a un livello molto alto. Il mio primo anno era incredibile, non c’era pressione non c’erano aspettative: ricordo che la prima parte del campionato non era stata eccelsa, poi invece a dicembre si è acceso qualcosa, è arrivato Easley e la seconda parte è stata magica”. 

“Lì ho lasciato una famiglia. È difficile spiegare cosa sento per tutte queste persone e per la società, l’affetto dei tifosi e dell’ambiente è qualcosa di incredibile, un posto con un cuore enorme: sarà sempre un posto speciale per me e in futuro voglio tornarci spesso”, racconta lo statunitense, ora coach in Wisconsin.

Il rimpianto: “Sicuramente pensare a Gara 7 contro Cantù fa ancora male, perché quell’anno avevamo costruito una buona squadra e disputato una regular season incredibile. Eravamo un grande gruppo, come in tutte le mie stagioni ma quell’anno abbiamo chiuso la stagione regolare al secondo posto. Abbiamo controllato la serie con Cantù vinto con vantaggio ampio in casa, la gara 6 da loro era un casino abbiamo sfiorato la vittoria e poi invece il clima caldo del Pianella ha indirizzato la partita. Abbiamo perso fiducia e in Gara 7, tipica gara da dentro-fuori, loro hanno giocato senza niente da perdere mentre noi abbiamo pagato la pressione. Mi fa ancora male se ci penso”.

“Mi ritengo molto fortunato per aver trovato un gruppo incredibile e una condizione ideale dentro e fuori dal campo. Eravamo un gruppo che voleva vincere a tutti i costi ed era felice di giocare insieme, muovendo tanto la palla. Per questo la pallacanestro giocata in quegli anni era incredibile. Il tiro più importante? Per me la tripla di Vanuzzo contro Bologna che ha chiuso la serie con il 3-0. Ricordo che dopo le due vittorie in casa ero stanco e consapevole che una sconfitta in Gara 3 avrebbe riaperto la serie. L’entusiasmo e la gioia provata non si può spiegare”.

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