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Diomansy Kamara: un gentiluomo dell’attacco

L'attaccante franco-senegalese è cresciuto in Italia, indossando prima la maglia del Catanzaro e poi quella del Modena. La storia di Diomansy Kamara.

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Simone Biancofiore

Simone Biancofiore

Giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Bologna. Il calcio è da sempre una grande passione. Scrivere di calcio? Merito di mio nonno, gli devo tanto.

Diomansy Kamara: un gentiluomo dell’attacco Fonte: Imago Images

Diomansy Kamara è stato un attaccante che si è fatto amare ed apprezzare in molti posti. Anche in Italia. Nasce l’8 novembre del 1980 a Parigi ma è di nazionalità senegalese.

Kamara ha girato il mondo. Ha indossato per prima la maglia del Red Star in Francia, Catanzaro e Modena in Italia, in Inghilterra quelle del FC Portsmouth, West Bromwich Albion, FC Fulham e Leicester. E non finisce qui. In Scozia quella del glorioso Celtic, in Turchia quella dell’Eskisehirspor ed infine è stato in India al NorthEast United FC.

Il suo score personale recita 456 presenze e 117 gol. Di questi 31 all’Eskisehirspor, 16 al Modena, 25 al West Bromwich, 18 al Fulham, 13 al Catanzaro, 6 al Portsmouth, 3 sia al Celtic che al NorthEast United FC e infine 2 al Leicester. Ovunque è andato, Kamara ha sempre timbrato il cartellino.

Diomansy ha sempre amato quel rettangolo verde e quell’oggetto rotondo, fin dall’infanzia trascorsa a Gennevilliers, un comune dell’Île-de-France di 42mila anime. Il suo percorso nel mondo del calcio professionistico inizia nel Red Star, la squadra più antica di Parigi. Il suo approdo, però, in Italia, è immediato.

L’Italia lancia Kamara

Il legame con la penisola italiana è molto forte, un rapporto che va al di là dell’aspetto prettamente calcistico. Kamara è diventato un personaggio importante e un uomo proprio grazie alle parentesi con Catanzaro e Modena. Si è fatto amare e continua a farlo perché è stato molto più di un semplice calciatore. In un’intervista a lacasadic.com ha detto: “L’Italia mi ha dato la possibilità di essere un giocatore professionista e io non potrò mai dimenticarlo. Ho imparato tantissimo, soprattutto come essere un giocatore: dall’alimentazione agli allenamenti. Per me è stata la scuola più importante. Allora poi tutti i campioni erano in Serie A. Non si parlava di altri campionati. Per questo è stata un’esperienza che porto sempre dentro”. Dichiarazioni ricche di amore e che fanno pensare ad un Kamara in debito con l’Italia. Ricapitoliamo la sua storia nella penisola.

Arriva in Calabria nella stagione 1999/2000, a gennaio. É un’annata un po’ particolare, in panchina si avvicendano ben tre allenatori: Salvatore Esposito, Giuseppe Galluzzo e Fortunato Torrisi. La squadra chiude quel campionato di Serie C2 al 10° posto, con 43 punti conquistati. Kamara fa il suo esordio il 6 febbraio 2000, in un Catanzaro-Castrovillari Calcio terminato 1-0 per i padroni di casa. Conclude la prima esperienza italiana con 11 presenze e 4 gol complessivi, il primo messo a segno in trasferta contro il Tricase. Va decisamente meglio l’anno successivo, anche se la promozione in C1 sfuma nei play-off. Totalizza 25 presenze tra campionato e fase finale, mette a segno appena un gol in più rispetto al primo scorcio della prima stagione. La squadra di Agatino Cuttone vede sfumare la promozione in finale, dopo lo 0-0 dell’andata e l’1-3 del ritorno contro il Sora.

Diomansy Kamara con la maglia del West Brom Fonte: Imago Images

Kamara conquista la Serie A con il Modena

Il franco-senegalese ha sempre sostenuto come il Modena sia stato il club che gli ha fatto conoscere la Serie A e la maglia della nazionale. Dopo la prima esperienza a Catanzaro, Kamara diventa un giocatore del Chievo Verona. Non avrà molto spazio e per questo motivo viene ceduto al Modena nella stagione 2001/02. Sarà, infatti, un campionato di Serie B indimenticabile. Dopo 38 lunghi anni di attesa i Canarini di Gianni De Biasi tornano in paradiso, tornano nella massima serie.

In quella squadra c’erano Ballotta, Mayer, Cevoli, Ungari, Ponzo, Milanetto, Grieco, Balestri, Pasino, Veronese, Fantini, Fabbrini e Ferrari. Una rosa che prese il nome di Longobarda, in riferimento al noto film di Lino Banfi “L’allenatore nel pallone”. Il 12 maggio 2002, giorno di Genoa-Modena che valse la promozione, Kamara e compagni festeggiano con una t-shirt celebrativa con scritto: “LA LONGOBARDA HA COLPITO ANCORA”. Un anno in cui Kamara segna 4 gol, il primo in Serie B è datato 7 ottobre 2001 nella gara vinta per 3-0 contro il Como.

L’anno successivo il Modena riesce addirittura a conquistare una tranquilla salvezza in Serie A. Una prima esperienza nella massima serie per Kamara che sarà facile definire indimenticabile. Cinque reti in 29 presenze, la prima è contro il Parma il 20 ottobre 2002 e permette ai Canarini di conquistare la vittoria e tre punti pesanti. Vanno meno bene le cose l’anno dopo con la squadra che retrocede in B. L’esperienza di Kamara in Emilia-Romagna si conclude con 88 presenze e 16 gol totali.

Kamara in Inghilterra

Il primo a portare Kamara in Inghilterra è Henry James Redknapp che nel 2004 lo fa firmare per il Portsmouth. Le cose vanno abbastanza bene e alla prima stagione totalizza 29 presenze e mette a segno 6 gol. Joe era ancora di proprietà del Modena e l’anno dopo viene ceduto per 2,3 milioni di euro al West Bromwich. Altre due stagioni molto importanti, anche se nella prima incide poco perché segna appena un gol in Premier e la squadra retrocede in Championship. Si rifà l’anno dopo con tutti gli interessi. Ben 20 gol in 34 presenze, terzo posto nella classifica marcatori e il WBA conquista anche il 4° posto in classifica.

Si apriranno, poi, 4 stagioni in maglia Fulham. Saranno degli anni molto importanti per Kamara visto che avrà modo di assaporare anche l’Europa League. Anni formativi ma anche ricchi di infortuni. Nel mezzo c’è l’esperienza con la maglia del Celtic.

Ci arriva il 1° febbraio 2010 e lui si presenta così: “Sono lieto di aver firmato per il Celtic. Non vedo l’ora di conoscere il manager e unirmi ai miei nuovi compagni di squadra. Il Celtic è una magnifica squadra di calcio. Cercherò di fare del mio meglio per portare dei successi ai tifosi. Spero di godermi un lungo futuro con il club”. Il suo impatto è devastante, le sue prestazioni sono ottime. Peccato, però, che è falcidiato dai tantissimi infortuni. I tifosi lo hanno apprezzato e hanno buoni ricordi. L’ultima esperienza inglese è nella stagione 2010/11 con il Leicester in Championship. Ci arriva nella seconda parte del campionato mettendo a referto 7 presenze e 2 gol.

Diomansky Kamara e la tifoseria del Catanzaro

Prima di fare ritorno in Italia ha 3 stagioni (dal 2011/12 al 2013/14) molto prolifiche in Turchia con la casacca dell’Eskisehirspor. Un’esperienza unica e speciale per Kamara visto che totalizza il numero più alto di presenze in un solo club della sua carriera (119).

Kamara tornerà in Calabria nella stagione 2014/15. All’epoca era svincolato e i tifosi del Catanzaro fecero partire una petizione su Facebook che raccolse oltre 12mila iscritti. La conferenza stampa di ri-presentazione è un qualcosa di memorabile: “Sono contentissimo di tornare a Catanzaro. Per me è una cosa molto particolare perché sono venuto qua quando avevo 18 anni, ero un ragazzetto. Questa piazza mi ha sempre voluto bene. Sono entrato in contatto con il Direttore e il Presidente un mese fa, avevo anche altre richieste. Però, quando ho visto l’entusiasmo della città e della tifoseria e la serenità della società non ci ho pensato due volte. Non posso dirvi quante emozioni, quanti messaggi ho ricevuto”.

Ha aggiunto: “Io sono molto religioso. Quando ho avuto bisogno, quando ero giovane il Catanzaro mi ha dato una mano. Quando il Direttore mi ha detto: “Tu sei il figlio del vento”, “guarda che il Catanzaro ha bisogno di te” la porta non la potevo chiudere. Era impossibile come uomo. Grazie a loro ho fatto carriera perché mi hanno lanciato. Adesso che sono diventato qualcuno chiudergli la porta era impossibile”.

Dopo aver ricevuto un caloroso applauso da parte della stampa dice: “Io arrivo in una piazza favolosa e con una squadra fortissima. Io sono rimasto impressionato dai giocatori che ho visto due giorni fa. Ho giocato ad alti livelli per 15 anni e vi dico che in questa squadra c’è veramente qualità. Ci sono giocatori che di sicuro faranno carriera. Il mister mi insegnerà tanto. Il presidente Cosentino mi ha fatto sentire uomo, ha fatto grandissimi sacrifici. Il contratto che mi ha proposto è una cosa pazzesca, non pensavo che accettasse”.

Prosegue con una richiesta al pubblico: “Non sono venuto qua per giocare davanti a duemila tifosi, ve lo dico subito. Qui non si scherza più. Voglio uno stadio pieno. Perché se diciamo che siamo il Catanzaro e vogliamo fare le cose in grande la gente deve venire allo stadio. Da oggi inizia una nuova avventura. Questo è l’inizio di un qualcosa di grande”.

Parole di un leader vero, parole di un uomo cresciuto e maturato. I calabresi, però, non vanno oltre un ottavo posto e Kamara gioca appena 12 partite e mette a segno solo 4 gol. L’accordo prevedeva un biennale poi altri due anni da dirigente ma le cose non vanno proprio così. Dopo due-tre mesi gli viene comunicato che doveva eliminare l’accordo perché le cose non stavano andando bene. Joe si oppone e da quel momento iniziano i primi screzi. A dicembre il Presidente, attraverso gli organi di stampa, si era definito pentito per aver ripreso Kamara. A gennaio ci fu un incontro tra i due, con il massimo esponente che dice al giocatore che la squadra rischiava di fallire.

Il calciatore propone di abbassarsi l’ingaggio, mentre Cosentino voleva che l’accordo venisse cancellato. Nella conferenza stampa di addio, Kamara non usa mezzi termini e dice come sia stato utilizzato e contattato dal presidente con lo scopo di far pagare l’ingaggio ai tifosi del Catanzaro attraverso gli abbonamenti e non con i suoi soldi. Un finale davvero strano e forse anche ingeneroso. Negli anni poi ha sempre dimostrato di essere molto legato a quella squadra, a quei colori, a quella città e quella gente. Il popolo calabrese, quando è tornato per la seconda volta, lo ha accolto come una divinità che torna in patria. Lo ha fatto sempre sentire a casa.

Conclude la carriera da giocatore nel 2016 in India, nel NorthEast United FC. Una brevissima parentesi da ottobre a dicembre impreziosita da 12 presenze, 3 gol e 3 assist.

Diomansy Kamara con la maglia del Modena Fonte: Imago Images

Le caratteristiche di Diomansky Kamara e la sua accademia

Kamara è stato un attaccante completo. La parola che spesso gli veniva accostata in termini di caratteristiche e qualità era “potenza”. Era un vero e proprio jolly, capace di giocare in ogni posizione dell’attacco. Tutti lo ricordano per la bravura nell’uno contro uno, il tiro dalla distanza, il controllo e protezione del pallone spalle alla porta, l’occupazione della profondità e il gioco aereo. Kamara era fisicamente ben strutturato e concedergli anche un centimetro poteva essere letale.

Nel 2017, in Mali, insieme a Séran Diabaté ha fondato un’accademia di calcio chiamata “Afrique Football Elite”. La mission è quella di essere un punto di riferimento nella formazione di giovani calciatori africani, accompagnandoli con qualità sia migliorando l’aspetto tecnico e sia quello educativo aprendo quindi delle prospettive di carriera nel mondo. Non si tratta solo di formare ragazzi ma di dare un’impronta anche al calcio africano stesso.

Un’accademia che si deve distinguere in tre cose: la conoscenza (attraverso la Scuola), il savoir-faire (attraverso il calcio) e il saper essere (il rispetto dei valori dell’accademia). Aldom Deuro è stato il primo calciatore dell’accademia ad essere stato reclutato al Cercle Bruges, segue Nadjib Cissé allo Stade de Reims. Spiccano poi i nomi di El Bilal Touré al Reims, Sahi Dion Moïse e Soumahoro Mohammed al Racing Club di Strasburgo, Lassine Soumaoro, Ibrahim Bamba e Jaurès Assoumou firmano al City Football Group e all’ESTAC Troyes.

Diomansy Kamara è stato un bel personaggio, una piacevole pagina del calcio italiano. Non è entrato nella storia per le vittorie di campionati e trofei oppure per partite memorabili ma ha lasciato ricordi indelebili. Soprattutto come uomo, è stato uno che si è fatto apprezzare ed amare con facilità. Il Catanzaro ha creduto in lui e lo ha portato in Italia quando era ancora giovane e sconosciuto, il Modena invece lo ha lanciato in maniera definitiva.

L’Italia ha dato molto a Kamara e lui non ha deluso. É sempre stato riconoscente. É facile intuirlo e capirlo. Motivo? L’Italia gli ha permesso di girare il mondo giocando in campionati di primissimo livello come la Premier League inglese, indossare maglie gloriose e storiche come quella del Celtic ma anche di diventare qualcuno con la maglia della nazionale senegalese totalizzando ben 50 presenze e segnando 9 reti. Kamara resterà impresso nella mente di molti tifosi e addetti ai lavori come un giocatore e un attaccante gentiluomo.

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