Jannik Sinner, a inizio conferenza, è tornato su un tema caro e su cui si sono interrogati gli esperti: gli effetti dello stop. “Un piccolo break è stato buono, sono molto felice e molto curioso di capire come risponderò adesso. All’inizio non guardavo molti match, da Madrid ho iniziato a guardarli di più per studiare alcuni giocatori, alcuni interessanti. Nuovi giocatori, nuove generazioni, è interessante. Il tennis è talmente individuale, non c’è squadra, ognuno ha le sue persone intorno. Alla fine non mi sono sentito quasi con nessuno, mi sono sentito un po’ con Draper che si è allenato con me, poi Sonego. All’inizio ho avuto messaggi sorprendenti da alcuni giocatori, da altri me li aspettavo e invece. Ma alla fine andrà tutto bene, il tempo passa. La cosa più bella è di entrare in un campo di nuovo e vedere bella gente, il tifo. Dall’altra parte c’è tensione, pressione. Però non ho paura di andare in campo, sono solamente felice di essere in campo. Credo che abbiamo fatto il massimo in questi mesi per essere abbastanza freschi e vediamo”. Retroscena sulla squalifica: “Il momento più duro della sospensione – ha detto il numero 1 – è stato all’inizio. Non potevo assistere a nessun evento sportivo. Non potevo andare allo stadio per vedere una partita di calcio o seguire le corsa ciclistiche degli amici”, riferendosi a Ciccone suo grande amico.