Fukuoka, Giappone. Giorno 7. Simona Quadrella e la finale degli 800 stile libero. L’abbiamo vista piangere ed erano lacrime di gioia. L’abbiamo vista sul podio: argento nei 1500 stile. Il finale di quella gara se l’è goduto anche Katie Ledecky, da posizione privilegiata. 15’26’’27, l’americana: in attesa per quasi una ventina di secondi che arrivasse qualcuno dopo di lei.
Sono le lacrime di Quadrella a restituire la verità. Una medaglia d’argento, nelle dilatazioni concettuali stimolate dalle verità dei fatti, diventa “l’oro delle umane”. Quadarella e le altre stanno a Katie Ledecky come il resto del mondo stava a Usain Bolt quando il giamaicano fletteva le cosce, sistemava i piedi nei blocchi di partenza, lacerava la corsia ed era già arrivato.
Presumibile che sia tutta qui, la finale degli 800 stile donne: una cucciolata scatenata – Li, Fairweather, Titmus, Pallister, la nostra Simona – a sgomitare l’acqua per un piazzamento d’onore.
A un tiro di schioppo da Hakata, prefettura di Fukuoka, hanno restituito un corpo all’immensità: prendi il treno al binario 8, conti un paio di decine di minuti e metti piede a Sasaguri. Le linee evolutive dell’architettura – tempi recentissimi – ormai ci condizionano: l’orizzonte resta lì giusto per gli alticci, qualche sognatore e i poeti; per il resto, trasliamo idealmente il senso di infinito nella verticalità. Si costruisce mirando altissimi, puntando al sole, guardando la luna.
Se togli spazio all’aria erodi meno suolo e dai linfa alle ambizioni: dal tradizionale radicamento alla terra all’aspirazione di conquista del cielo. Nel tempio Nanzoin, invece, la resistenza della Storia conserva uno sviluppo orizzontale: entri e ti ammutolisci.
Nehanzo: un mastodonte lungo 41 metri e alto 11 poggiato sul gomito che regge il capo a se stesso, Buddha. Buddha sdraiato ha gli occhi chiusi e il volto rilassato: immortalato per sempre nel momento in cui – mentre muore – accede al nirvana.
Immerso nel silenzio, gli vedi una fila davanti alle suole d’un decoro esclusivo e il toccatocca è impressionante. Il racconto generazionale si misura anche con le superstizioni. Così è stato, così sarà: pare che toccare le suole a Nehanzo o non toccargliele faccia tutta la differenza del mondo.
Porta tale fortuna, quel gesto, che le testimonianze di chi ha vinto alla lotteria dopo una capatina a Sasaguri si moltiplicano. Sapere aprioristicamente se Li, Fairweather, Titmus, Pallister, la nostra Simona ne abbiano avuto contezza non è possibile (ma nemmeno è da escluderlo). Finissimo mai nel periodo ipotetico dell’irrealtà, toccherebbe certamente sondare.
Resta un altro desiderio: quello di noi che insieme a Leonardo Deplano si va a tutta – apnea e bracciate, apnea e bracciate – per destrutturare il finale già scritto – in cui l’italiano fa da comprimario – dei 50 stile libero maschili.
Il resoconto di batterie e semifinali: com’è andata all’Italia
La canta e la suona, giorno 7: la musica al mattino è un toccasana. Armonia e parole sono di Benedetta Pilato: 50 rana da paura. Una splendida diciottenne reclama che il mondo faccia largo ai giovani: per ora si prende un tempone, 29’’60, ora cercherà di portarsi via tutto. Oro e record mondiale.
Poi, un altro scricciolo ma un po’ meno scricciolo di Pilato, Anita Bottazzo, delinea già una prospettiva. A 20 anni, al primo Mondiale, alla prima batteria: 30’’02. Secondo miglio crono assoluto. Benedetta e Anita: hanno salvato in bozze il gran finale.
È tornato Thomas Ceccon: 50 dorso, 24’’80. Ottavo tempo assoluto. Nessuna forzatura, nessun rischio: lineare gestione di una batteria che lo proietta in semifinale.
Stacca il pass per l’ultimo atto anche la 4×100 stile libero mixed: la staffetta double face azzurra s’è articolata tra Manuel Frigo, Alessandro Miressi, Costanza Cocconcelli e Sofia Morini. Terzo crono assoluto: è l’ultima finale in programma oggi. Vedremo se il quartetto verrà confermato: i meriti sul campo li dividono intanto loro, parti ugualissime.
1500 stile libero senza Gregorio Paltrinieri. Il corpo gli ha detto basta così dopo la finale degli 800: lui è già in Italia, ieri a Milano ha festeggiato e consolato Rossella Fiamingo, spada d’argento ai mondiali di scherma dopo aver assaporato l’oro per tre quarti di gara.
C’era Luca De Tullio: ha fatto gara contro se stesso e l’ha vinta. Nuovo personale per lui con 14’57’’68. Non gli basta per la finale, è un toccasana per la coscienza. Idem come sopra Chiara Tarantino che saluta Fukuoka dopo le semifinali dei 50 stile: il 25’’11 finale non la allinea alle prime otto ma le dice che s’è lasciata dietro il precedente personale.
Risultati e medaglie di sabato 29 luglio
50 farfalla femminili, finale
- ORO Sjoestroem (Sve) 24″77
- ARGENTO Zhang (Chi)
- BRONZO Walsh (Usa)
- Nessuna italiana in gara
50 stile libero maschili, finale
- ORO McEvoy (Aus) 21″06
- ARGENTO Alexy (Usa)
- BRONZO Proud (Gb)
- Leonardo Deplano ottavo
50 stile libero femminili, semifinali
- Qualificate alla finale: Sjoestroem (nuovo record del mondo: 23″61), Jack, Zhang, Weitzeil, Cheng, Coleman, McKeon, Steenbergen
- Nessuna italiana in gara
50 rana femminili, semifinali
- Qualificate per la finale: Meylutyte, King, Van Niekerk, Benedetta Pilato, Tang, Jefimova, Anita Bottazzo, Suzuki
100 farfalla maschili, finale
- ORO Grousset (Fra) 50″14
- ARGENTO Liendo (Can)
- BRONZO Rose (Usa)
- Nessun italiano in gara
200 dorso femminili, finale
- ORO McKeown (Aus) 2’03″85
- ARGENTO Smith (Usa)
- BRONZO Peng (Cina)
- Nessuna italiana in gara
50 dorso maschili, semifinali
- Qualificati per la finale: Ress, Xu, Armstrong, Masiuk, Thomas Ceccon, Christou, Braunschweig e Jeffcoat
800 stile libero femminili, finale
- ORO Ledecky (Usa) 8’08″87
- ARGENTO Li (Cina)
- BRONZO Titmus (Australia)
- Simona Quadarella quarta
4×100 stile libero mista, finale
- ORO Australia 3’18″83 nuovo record del mondo
- ARGENTO Stati Uniti
- BRONZO Gran Bretagna
- Italia quinta