Parigi-Roubaix 2025
KM | Situazione |
259,2/259,2 | Vince Van der Poel! Pogacar 2° dopo la caduta, terzo Pedersen |
Ultimo aggiornamento:
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259,2/259,2 | Vince Van der Poel! Pogacar 2° dopo la caduta, terzo Pedersen |
Terzo successo consecutivo alla Parigi-Roubaix per un Van der Poel perfetto! Secondo Pogacar, che senza la caduta a poco meno di 40km dall’arrivo avrebbe certamente potuto dire la sua per la vetta. Ottavo trionfo nelle classiche per l’olandese, che raggiunge dunque lo sloveno in questa speciale classifica. Terzo Pedersen in volata davanti Van Aert e Vermeersch.
Un Van der Poel mostruoso conquista la sua terza Parigi-Roubaix consecutiva davanti a Pogacar, che ha pagato a caro prezzo la caduta. Terzo Pedersen in volata su Van Aert e Vermeersch
Van der Poel vola verso la vittoria, mentre Pogacar rischia di farsi risucchiare nella lotta per il terzo posto, con il gruppetto ora lontano solo 30″
Stabile il vantaggio di Van der Poel su Pogacar, mentre si accende lasfida tra Vermeersch, Van Aert e Pedersen per il terzo posto
Pogacar non è riuscito a sfruttare la foratura di Van der Poel, ma il merito è tutto dell’olandese, che sta letteralmente volando
Foratura per Van der Poel che è costretto a fermarsi, ma il cambio bici è talmente veloce da non permettere a Pogacar di recuperare più di tanto. Distacco sempre sul minuto
A sorpresa Pogacar decide di cambiare bici, forse per qualche problema al mezzo, e perde ulteriore distacco da Van der Poel, che ora ha 50″ di vantaggio
Continua a perdere distacco da Van der Poel Pogacar, che ora si ritrova a 22″. Dietro Pedersen e Van Aert si giocano il 3° posto
Dopo aver recuperato 8″ su Van der Poel, Pogacar perde distacco dalla vetta e si ritrova a 18″ poco prima del prossimo tratto di pavé. La caduta precedente rischia di essere decisiva
Nonostante la caduta Pogacar crede ancora nella rimonta, portandosi a 15″ di distacco da Van der Poel
Pogacar prova a partire e staccare Van der Poel, poi però cade e regala la vetta della all’olandese che si è messo subito a spingere per acquisire un vantaggio di 20″ sullo sloveno ripartito immediatamente
Sull’ennesimo tratto in pavé ci prova prima van der Poel ma è impossible scrollarsi di dosso Pogacar con lo sloveno che va in contrattacco e Philipsen costretto a perdere terreno.
E’ corsa a tre e probabilmente rimarrà così ancora per qualche chilometro. Sul tratto numero 12 in pavé avanti sono sempre Pogacar, van der Poel e Philipsen, mentre il gruppo di Pedersen e Van Aert continua a perdere terreno.
L’attacco che potrebbe essere decisivo è quello di Tadej Pogacar che su un tratto in pavé decide di rompere gli equilibri. Pedersen prova a seguire lo sloveno ma fora la ruota davanti, l’unico che riesce a seguirlo è van der Poel.
Al comando della corsa c’è un gruppetto di cinque uomini con van der Poel, Philipsen, Pogacar, Pedersen e Bisseger.
Prima Pedersen poi da dietro arriva un altro attacco violentissimo di van der Poel che costringe Pogacar a recuperare immediatamente per chiudere il buco. L’olandese può contare anche sul compagno di squadra Philipsen.
E’ il momento della leggendaria foresta di Arenberg e Pogacar decide che è anche arrivato il suo momento e prende subito la testa del gruppo. Ma la risposta di van der Poel non si fa attendere. Niente da fare per Ganna che resta attardato rispetto ai migliori e tagliato fuori dalla corsa per la vittoria. Salta anche Van Aert.
Gli otto coraggiosi in fuga sin dai primi chilometri della Monumento vedono la loro azione esaurirsi a pochissimo dall’ingresso della foresta di Arenberg.
L’attacco di Pedersen apre la bagarre tra i migliori, dopo Pedersen e Pogacar è il momento di van der Poel. Dopo qualche secondo è ancora una volta però lo sloveno a lanciare il suo attacco. Indietro Ganna.
Il danese Mads Pedersen è il primo a rompere gli indugi e lancia il suo attacco sul tratto in pavé con la risposta immediata di Pogacar che poi si lancia al contrattacco.
Il gruppo dei big tira a massima velocità e davanti c’è bagarre per le prime posizioni con i migliori che vogliono assicurarsi la posizione migliore in vista della foresta di Arenberg.
Mentre la fuga perde progressivamente il vantaggio accumulato, tra i big si comincia a fare il conto alla rovescia per la foresta di Arenberg, 2300 metri che potranno già fare la differenza.
Il pavé non fa sconti, si susseguono i chilometri e tra problemi fisici e caduti il gruppo principale rischia di perdere sempre nuovi elementi. Anche Ballerini fa i conti con una foratura.
Il lavoro in testa al gruppo aumenta decisamente l’andatura dei migliori ed è una brutta notizia per i battistrada, il cui vantaggio scende a poco più di un minuto di vantaggio.
Dopo il rientro in gruppo di Filippo Ganna è proprio la Ineos a prendere il comando delle operazioni con la formazione inglese che sembra determinata a fare qualcosa di importante.
Dopo una lunga rincorsa Filippo Ganna riesce a tornare nel gruppo di migliori, davanti la fuga con Heiduk, Lazkano, Hoelgaard, Rutsch, Walker, De Buyst, Townsend e Stockman.
La fuga continua a mantenere un vantaggio di circa due minuti mentre il gruppo dei protagonisti principali si prende qualche secondo per rifiatare dando la possibilità al gruppo composto da Ganna e Philipsen di recuperare qualcosa.
145 chilometri al traguardo e la gara è già entrata nel vivo. Il primo tratto di pavé ha già creato il caos all’interno del gruppo. Davanti una fuga di otto corridori (senza nessun italiano). Cominciano le cadute e le forature con Filippo Ganna che ne fa subito le spese, l’azzurro infatti è costretto a fermarsi e perde oltre un minuto dal gruppo principale.
Tadej Pogacar va a caccia di un altro trionfo, quello che ancora manca a una carriera che è già leggendaria. Una settimna fa lo sloveno ha conquistato la vittoria al Giro delle Fiandre, ora vuole inserire anche la Parigi-Roubaix nel suo palmares, la Monumento che ancora manca alla sua collezione. Ma per farlo deve fare i conti con Van der Poel e anche con le aspirazioni di Filippo Ganna, che guarda alle classiche sempre con maggiore interesse.
Lo chiamano l’Inferno del Nord è non è un’esagerazione. La terza classica Monumento della stagione del ciclismo dopo Milano-Sanremo e Giro delle Fiandre, è forse anche quella che ha maggior fascino, la Parigi-Roubaix. Sono 259,2 i chilometri complessivi ma sono i 55,3 che si corrono nei settori in pavé quelli che spaventano maggiormente i corridori. Il percorso non ha subito sostanziali variazioni fatta eccezione per l’eliminazione della famigerata chicane che precede la foresta di Arenberg e che è stata eliminata per questioni di sicurezza.
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