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Roubaix, Pogacar vuole prendersi tutto. Ma van der Poel avverte: "Sto meglio, parto per vincere". E occhio a Ganna

La Roubaix promette di regalare uno spettacolo unico: van der Poel dice di star meglio, Pogacar ha "un piano", ma si nasconde. Ganna ci crede, ma occhio alla variabile pioggia

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Bastano poche righe per mettere tutti sull’attenti: Sto bene, non sento più alcun fastidio. Pertanto penso di poter difendere la vittoria conquistata lo scorso anno”, firmato Mathieu van der Poel. Musica per le orecchie degli appassionati: la Roubaix numero 122 è forse la più attesa degli ultimi decenni, con la sfida incrociata tra il fuoriclasse neerlandese e il campione del mondo Tadej Pogacar (al debutto nell’Inferno del Nord) destinata a offrire uno spettacolo al di sopra di qualsiasi aspettativa. Perché è improbabile che qualcuno possa inserirsi nella lotta a due tra i vincitori delle prime due classiche monumento della stagione. Insomma, a Roubaix ci si gioca la bella, e sapere che van der Poel sta bene è la migliore delle notizie.

Van der Poel ci crede: “Parto per vincere, come sempre”

Se prima del Fiandre il capitano dell’Alpecin Deceunick fu costretto ad assumere antibiotici per tre giorni (alla E3 Saxo Classic, al netto della vittoria, il suo stato di forma venne un po’ intaccato da un malessere influenzale), stavolta la settimana è filata via senza troppi pensieri. “In realtà dopo la Ronde sono un po’ sceso di condizione, perché ho avuto una lieve ricaduta”, ha commentato van der Poel poco dopo l’ultima ricognizione sui famigerati tratti in pavé.

“Lo sforzo di domenica scorsa s’è fatto sentire, per quanto credo di aver fatto davvero una buona corsa, almeno pensando a quelle che erano le condizioni di partenza. Ma col passare dei giorni mi sono sentito meglio e ora sono pronto a giocarmi le carte che so di avere a disposizione.

Ogni volta che attacco il numero sulla schiena lo faccio nella consapevolezza che posso ambire a vincere: Pogacar è fortissimo, ma la Roubaix è più imprevedibile di un Fiandre e possono succedere tante cose. Non penso che Tadej sarà l’unico rivale: ci metto Van Aert, Pedersen e Stuyven, e pure Ganna che per caratteristiche sembra perfetto per questa corsa”.

Philipsen in appoggio a Mathieu: e se fosse ancora doppietta?

Va da sé che in casa Alpecin peraltro avrebbero anche un piano B: Jasper Philipsen ha sempre desiderato puntare alla Roubaix, anche se con van der Poel in squadra… “Purtroppo la caduta alla Nokere a condizionato la mia marcia d’avvicinamento alla stagione del Nord, tanto che sto ancora facendo determinate cure per smaltire i fastidi. Adesso sto meglio e sento di poter dire la mia: abbiamo Mathieu in gran forma, dovessi anche chiudere alle sue spalle per me sarebbe come una vittoria”.

Come avvenne lo scorso anno, con l’olandese che regolò allo sprint Pedersen e Politt, giungendo a 3 minuti dal compagno di squadra. “L’importante è non perdere terreno sul pavé e posizionarsi sempre nel modo migliore, evitando di dover rincorrere. E soprattutto, di cadere. Proprio per cercare di offrire condizioni di sicurezza migliori, l’organizzazione ha modificato l’ingresso nella foresta di Arenberg, evitando la chicane che tanti problemi ha creato in passato.

Pogacar ha un piano, ma dice: “Vincere sarà dura…”

Pogacar sa di avere un’occasione più unica che rara per entrare definitivamente nella leggenda, ma sa anche che gli avversari gli renderanno la vita dura su un percorso col quale lui non ha molta dimestichezza. Vincendo peraltro eguaglierebbe un’impresa riuscita nella storia soltanto a Fausto Coppi ed Eddy Merckx: vincere la Roubaix dopo aver vinto l’anno precedente Giro e Tour. Coppi ci riuscì nel 1950, appunto dopo la doppietta nei grandi giri del 1949, Merckx fece altrettanto nel 1973. Peraltro è dal 1981 che un corridore campione in carica al Tour de France non vince nell’Inferno del Nord, e guarda a caso nell’occasione era anche in maglia iridata (Bernard Hinault).

Insomma, corsi e ricorsi storici che pure a Tadej poco interessano. Il piano di attacco è pronto, vediamo cosa salterà fuori”, ha affermato lo sloveno dopo la ricognizione finale. Le nuove sfide mi esaltano e sono di grande stimolo. Però lo ammetto: stavolta sarà dura vincere, perché è un percorso totalmente nuovo per me e gli avversari faranno valere la loro esperienza”.

Pogacar però viene accreditato come sicuro protagonista: van der Poel è il rivale numero uno, Pedersen e un redivivo Van Aert possono dar loro fastidio, con Ganna nelle vesti di outsider. E l’incognita meteo (è prevista pioggia) potrebbe rimescolare ulteriormente le carte. Intanto la gara femminile, anticipata al sabato, ha visto la vittoria di Pauline Ferrand-Prevot davanti a una bravissima Letizia Borghesi, che ha preceduto in volata la campionessa europea in carica Lorena Wiebes e l’eterna Marianne Vos.

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