Tra le sorprese della lista dei convocati azzurri del commissario tecnico Roberto Mancini c’è Vincenzo Grifo, centrocampista offensivo classe 1993 dell’Hoffenheim, nato e cresciuto in Germania a Pforzheim da genitori italiani, provenienti dalla Sicilia.
Grifo ha mosso i primi passi nel club della sua città natale: il primo grande salto lo compie nel 2011, quando all’età di 18 anni passa al Karlsruhe, club della seconda divisione teutonica. Esterno sinistro in grado di giocare da trequartista, abile nelle punizioni e nei calci d’angolo, si fa notare subito per le sue qualità e nel 2012 debutta in Bundesliga con l’Hoffenheim. Dopo alcuni prestiti al Dinamo Dresda e al Francoforte sempre nella divisione cadetta, nel 2015 si trasferisce al Friburgo dove esplode con ventitre reti realizzate in 64 partite tra campionato e coppe.
Nel 2017 passa al Borussia Moenchengladbach ma la sua stagione viene minata da due infortuni al ginocchio che ne condizionano le prestazioni e ne dimezzano il valore. Nell’estate del 2018 fa quindi ritorno all’Hoffenheim dove dopo diverse panchine conquista sempre più spazio ed è protagonista dell’ultimo match vinto con il Bayer Leverkusen con un gol e due assist. Mancini, forse stregato da questa ultima prestazione, ha deciso di concedergli una chance.
“La Nazionale sarebbe il più grande sogno spero che prima o poi riesca a realizzarlo”, aveva detto alcuni mesi fa il giocatore, che in Azzurro ha già giocato con l’Under 20 e con l’Under 21.
“Sono italiano al 100%. Mio padre viene dalla Sicilia, mia madre da Lecce. Si sono conosciuti in Germania quando entrambi già vivevano qui. Per questo sono nato e cresciuto in Germania. Studiavo alla scuola tedesca, ma a casa ho sempre parlato italiano che so perfettamente. Per questo mi sento, anzi, sono italiano. Ho il passaporto italiano, non quello tedesco”.
Il suo sogno è l’Inter: “Da piccolo avevo una sciarpa ma anche le lenzuola nei nerazzurri. E quando da bambino sei tifoso, nel caso in cui dovesse arrivare un’offerta dell’Inter, probabilmente non diresti di no”.
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