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Eredità Berlusconi: la candidatura nel collegio di Berlusconi di Galliani, la vendita già decisa del Monza: il dado è tratto

Gli scenari sulla successione: le ripercussioni sull'impero mediatico, finanziario e calcistico di Berlusconi. Comprese la disponibilità di Galliani e il futuro del Monza

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Era l’era in cui la fine del monopolio della Rai si avvertiva con una prepotenza inesorabile, come e quanto la necessità di studiare progetti utili ad ottimizzare i profitti che ne sarebbero potuti scaturire. Era un’era di facili entusiasmi, quella che Silvio Berlusconi visse all’epoca dei presupposti che portarono alla nascita e allo sviluppo dell’attuale Mediaset e, in primis, ciò che oggi è Canale5.

E furono il presupposto dell’incontro con Adriano Galliani, amico e collaboratore che dal 1° novembre 1979 ad oggi non fa che ribadire la sua personale disponibilità. A entrare in politica (di nuovo), a farsi da parte per perfezionare la cessione del Monza, ultima impresa di questo duo indissolubile, almeno sul versante calcistico.

Eredità Berlusconi, il ruolo di Galliani

Che la vendita del Monza fosse inevitabile, lo avevamo anticipato per via delle scelte che sarebbero maturate – anche se sofferte – da parte da parte degli eredi, tra i quali i 5 figli di Silvio Berlusconi.

“Per l’amore che nutro nei confronti di Silvio Berlusconi farò tutto quello che mi verrà richiesto in qualunque settore. Al momento nessuno mi ha parlato di candidarmi nel collegio elettorale di Monza né del futuro della società di calcio del Monza“, ha detto Galliani rimarcando il concetto.

La candidatura a Monza

Subentrerà nel collegio di Monza? Così pare, anche se va appena vociferata la cosa. Paolo Berlusconi non è interessato, anzi preferisce rimanere ancora distante dai palazzi della politica. Un ruolo che vedrebbe, invece, il fido Galliani disponibile, pure soprattutto in vista dei cambiamenti annunciati e attesi.

Anche il Corriere della Sera, stamani, ha sottolineato nuovamente il progetto dei figli: cedere il Monza, che pure Berlusconi padre ha portato in A per la prima volta, e concentrare le loro risorse umane e professionali sul resto del loro portafogli ovvero Mondadori, Mediaset, la società che raggruppa i tre figli di Veronica Lario e che Luigi Berlusconi avrebbe guidato nel diversificare nel mondo della finanza i propri interessi. Interessi in cui il calcio non è contemplato.

Eredità Berlusconi, il patto Marina-Meloni

A Monza, Galliani potrebbe candidarsi (il condizionale è d’obbligo, viste le recenti variazioni) per mantenere, inoltre, un equilibrio decisivo, importante e per “aiutare” la famiglia Berlusconi. Per sostenere un patto che Marina ha siglato con la premier, Giorgia Meloni. E che offrirà una sorta di scudo alle aziende di famiglia.

Un accordo di fatto stretto per tutelare soprattutto Mediaset dagli attacchi di Vivendi. Vincent Bolloré ha cercato, secondo quel che aveva rivelato Repubblica, di incontrare Meloni e cucire un rapporto propedeutico ai propri interessi. Una richiesta declinata, gesto di evidente posizione in merito a Mediaset e, per estensione, ai principali gruppi e aziende (anche titolari di concessioni pubbliche) oggetto di ipotetiche offerte.

I 5 fratelli e la successione

Nulla che suggerisca, neanche velatamente, l’interesse da parte dei 5 fratelli Berlusconi nei riguardi del Monza, che pur con le dovute differenze e specificità, non hanno mai manifestato nei riguardi della società rilevata dal padre – dopo la cessione del Milan – partecipazione attiva nonostante Barbara avesse ricoperto il ruolo di vicepresidente della società rossonera.

Gli interessi dei 5 eredi, all’indomani della scomparsa di Berlusconi, vertono sul pacchetto paterno che verrà ripartito tra i figli con inevitabile riassetto.

Fonte:

Adriano Galliani con Sacchi e Braida

Marina (56 anni) e Pier Silvio (54) sono nati prima della costituzione della holding (Fininvest) che risale al 1975, ma sono cresciuti anche a livello professionale nelle principali realtà mediatiche del gruppo, rispettivamente Mondadori e Mediaset.

I figli di Veronica Lario, invece, Barbara, Luigi ed Eleonora hanno intrapreso una strada diversa, tanto che nella H14 compare un totale attivo di circa 650 milioni: 400 milioni riferibili alle attività di investimento e altri 250 circa (al valore storico) riconducibili alla quota in Fininvest, riporta il Corriere della Sera.

Lo stesso Berlusconi, scrive il Corse in merito al testo del suo testamento, potrebbe aver previsto quote “cuscinetto” tra due blocchi azionari, affidate a un garante, una figura terza che riesca a bilanciare il passaggio decisivo nel prossimo futuro e fronteggiare poi l’ingresso dei nipoti, ben 16.

Marina e Pier Silvio, attraverso le rispettive holding, guidano le aziende che godono di maggiore visibilità e prestigio. Barbara, Luigi ed Eleonora sono insieme nella H14 che ha il 21,4%. Se un terzo del patrimonio è stato messo a disposizione per la successione a fare due conti, la quota dovrebbe essere destinata a salire raggiungendo il più 8% a testa.

“Vuol dire che i tre “giovani” salgono al 46% e i due “vecchi”, insieme, al 32%. In questo scenario si inserisce l’incognita del 20% che poi è il cuore del testamento, al netto delle splendide ville e di chissà quali e quante opere d’arte di valore”.

La H14 gode di ottima salute, complice l’abilità che ha saputo dimostrare il bocconiano Luigi che nel suo curriculum vanta oltre agli studi specialistici, un trascorso anche in JPMorgan e investimenti acuti, oculati che hanno portato e continuano a portare dei risultati incoraggianti.

Monza, gli scenari

Nulla che però abbia a che vedere, ripetiamo con il Monza che sarebbe nel mirino di diversi investitori e che non pare sia destinato ad altra sorte: verrà venduto. Le cordate sono note: Grecia, Stati Uniti e anche il Medio Oriente. Nel recente passato, l’ipotesi di un socio e futuro proprietario era emersa proprio alla luce delle preoccupanti condizioni di salute del patron.

Fonte: ANSA

I tifosi in piazza Duomo sventolavano le bandiere del Milan

E gli indizi portavano e portano all’armatore greco Evangelos Marinakis, già proprietario dell’Olympiacos e del Nottingham. Un presente in politica, nel mondo delle navi e del calcio, oltre a interessi vari. Tra l’altro, è stato autore di un tormentone musicale.

Quindi, quel comunicato Fininvest seguito alla morte del presidente Berlusconi, il 12 giugno 2023, andava interpretato come una rassicurazione nei riguardi dei mercati ma su quei business che hanno a cuore gli eredi. Quindi anche per il Monza si prosegue nell’:”assoluta continuità sotto ogni aspetto”.

Ma con la consapevolezza che al momento opportuno potrebbe uscire dal portafogli della famiglia Berlusconi.

Il ruolo di Galliani

Adriano Galliani, provato e stretto alla famiglia con gli amici di sempre – da Capello a Braida-, ha deciso di rompere il silenzio nel momento anche più opportuno e coerentemente con le scelte di Marina e degli altri figli.

Nell’immediato dovrebbe rimanere esattamente dov’è adesso, per condurre a una cessione inevitabile il Monza, sempre meno al centro della successione dei 5 figli del patron Silvio Berlusconi.

Eredità Berlusconi: la candidatura nel collegio di Berlusconi di Galliani, la vendita già decisa del Monza: il dado è tratto Fonte: ANSA

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