Sono arrivati sostenendosi, in alcuni momenti, prima che la cerimonia funebre avesse inizio alle 15 di mercoledì 14 giugno. E insieme sono stati negli anni trionfali del Milan di Silvio Berlusconi, patron che salvò dal fallimento il club trasformandolo in una macchina perfetta. Sono arrivati insieme e si sono allontanati allo stesso modo, costeggiando il Duomo dopo i funerali e il saluto al feretro che ha fatto ritorno a Villa San Martino, in attesa oggi del trasferimento, per la cremazione, ad Alessandria.
Dalle immagini si vedono, uno accanto o dietro all’altro, Adriano Galliani e poi l’ex tecnico rossonero Arrigo Sacchi, Ariedo Braida, e poi l’attuale allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri.
- Funerali Berlusconi: il pranzo di Galliani con il suo Milan
- Capello, Allegri, Braida, Sacchi e Palladino con Galliani
- L'ospite Butragueno: l'aneddoto
- Il futuro del Monza
Funerali Berlusconi: il pranzo di Galliani con il suo Milan
Un gruppetto che si lega a doppio filo al Milan e a Silvio Berlusconi che hanno forse ricordato o celebrato con un pranzo che li ha visti riuniti, prima delle esequie in Duomo celebrate dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
Si sono rivisti in un ristorante di Brera che Galliani ama frequentare circondato dai colleghi che hanno costituito il gruppo storico del club che ha guidato per decenni per poi approdare al Monza, ultima invenzione del presidente che ha saputo riportare in Serie A, ma che pare non attragga i figli del patron.
Marina, Pier Silvio e anche Barbara (che pure ha avuto un ruolo nel Milan), Eleonora e Luigi sono interessati ad altro: l’eredità di Berlusconi è un tema delicato e intricatissimo, ma che non contempla lotte intestine per il calcio.
Dopo il funerale, riporta il Corsera, Galliani avrebbe detto nella più profonda malinconia e sconforto:
“Dopo Silvio tutto finito? Non lo so, ma non ho parole per dire quello che vivo oggi”.
Fonte: ANSA
I tifosi in piazza Duomo sventolavano le bandiere del Milan
Capello, Allegri, Braida, Sacchi e Palladino con Galliani
Chissà se in quel pranzo milanese, Galliani ha toccato o anche solo accennato che ne sarà del Monza o si sia limitato – come è probabile – a voler rendere omaggio a un certo rituale, dove si sono ritrovati a parlare dei vecchi tempi Arrigo Sacchi, Fabio Capello, Max Allegri, Raffaele Palladino oltre ad Ariedo Braida, storico direttore sportivo e uomo mercato del Diavolo capace di trovare l’amalgama più vincente.
Erano allo stesso tavolo, pur appartenendo a generazioni calcistiche e societarie diverse, unite però dalla presenza costante di Galliani e Braida, rimasto fino agli ultimi passaggi che hanno sancito l’uscita di scena del patron.
L’ospite Butragueno: l’aneddoto
Con loro, narra Repubblica, era seduto al tavolo anche Emilio Butragueno, il direttore delle relazioni istituzionali del Real Madrid. Dopo il ricordo commosso del presidente Florentino Perez, durante la presentazione di Brahim Diaz, Butragueno ha rappresentato il glorioso club spagnolo alle esequie milanesi di Berlusconi alle quali hanno preso parte anche i presidente di Serie A. Da Lotito a De Laurentiis a Scaroni: tutti raccolti, tutti pronti a offrire un aneddoto, politico o calcistico dell’uomo e del personaggio pubblico.
“Quando abbiamo comprato il Milan, io e il presidente avevamo il Real come modello di riferimento”, avrebbe detto Galliani. “Emilio, sai cosa mi ha risposto Ariedo quando a metà degli anni Settanta l’ho contattato per venire a Monza?”ha proseguito l’ad. “Braida mi ha chiesto 30 milioni di lire di stipendio. Gli ho detto “guarda che non siamo mica il Real Madrid””.
Poi si sono messi ancora in fila, hanno percorso in gruppo il percorso che separava da quel posto di ricordi il Duomo per l’ultimo saluto al patron che lascia oggi Galliani alla guida del Monza.
Il feretro di Silvio Berlusconi, dopo le esequie in Duomo
Il futuro del Monza
Il futuro della società non è noto, nonostante il comunicato Fininvest sia rassicurante, nei confronti anche dei tifosi: “assoluta continuità sotto ogni aspetto”.
Realisticamente, potrebbe essere ceduto all’armatore greco Evangelos Marinakis o costui potrebbe entrare con una quota prima e poi rilevare l’intera proprietà. Oppure affidare a Galliani e al suo gruppo di lavoro l’operatività per poi, a tempo debito, perfezionare le operazioni indispensabili per acquisire il club brianzolo.
Scenari tutti plausibili, percorribili e da valutare anche sull’onda delle scelte effettuate per il Milan a suo tempo, quando il presidente Berlusconi, pressato dai figli, decise di disimpegnarsi dalla proprietà e guardare oltre consentendo alla stessa Barbara di sfilarsi dal suo ruolo societario e dedicarsi ad altro.