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ESport, ecco le università che formano i videogamer

Il rapporto università-eSport si fa sempre più stretto. Nascono dei veri e propri corsi universitari. Da Lione a Oxford, passando per Roma...

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Il legame tra università ed eSport è abbastanza controverso. Se nel pensiero comune i videogiochi e, di riflesso, le discipline esportive non sono altro che delle distrazioni, dall’altro lato esistono esperimenti che mirano a coniugare le due realtà. Nel frattempo, stanno cominciando a nascere delle vere e proprie università del videogioco, che mirano a formare in tutto e per tutto i nuovi fenomeni del gaming competitivo.

Il rapporto università-eSport fa passi da gigante in tutta Europa e anche in Italia

Se negli USA e in Giappone gli esempi abbondano, esperimenti di questo tipo stanno cominciando ad affacciarsi anche in Europa. Basti pensare alla Jean Alesi Esports Academy che, sotto la guida dell’ex campione di Formula Uno, mira a formare i campioni del racing videoludico e non solo. Qualcosa del genere sta nascendo anche a Lione, dove la Gaming Academy locale ha stretto un accordo con Vitality, una delle squadre esportive più note del mondo.

Si tratta di una vera e propria università, per iscriversi alla quale sono già cominciate le prime selezioni per i corsi che cominceranno il prossimo ottobre. Ci sarà tanta pratica, soprattutto per i giochi più importanti come Fifa e League of Legends. Ma si studieranno anche nozioni di economia aziendale e sviluppo di business, analisi dei dati e rapporti con i media. Quanto al titolo finale, avrà il valore di una laurea breve, con qualifica di “top athlete” o “videogame enterpreneur”.

In Inghilterra, invece, è la prestigiosa Oxford University ad aver raggiunto un accordo con Tencent, l’azienda proprietaria di Riot Games ed Epic Games, rispettivamente produttori di League of Legends e Fortnite. Anche ad Oxford sarà possibile studiare per diventare gamer professionisti. Inoltre, l’ateneo ha promesso l’organizzazione di tornei eSport tra le attività sportive rivolte ai propri studenti. Sempre nel Regno Unito, anche le università di York e dello Staffordshire si stanno muovendo su percorsi simili.

In Italia, infine, ci sono pochissimi esempi e le accademie esportive sono in genere associazioni che si appoggiano a network internazionali. In ambito universitario, tuttavia, sta facendo molto parlare di sé l’esperimento Gamerwall. Partito come test alla LUISS di Roma, si tratta di un progetto che offre in premio delle cospicue borse di studio. Dopo gli inizi nell’ateneo capitolino – ha dichiarato il suo fondatore Gianpiero Mele – il programma potrebbe essere esteso ad altre università italiane.

HF4

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