Gareth Southgate non è più il Commissario Tecnico dell’Inghilterra. Il 53enne di Watford, in carica al timone della Nazionale dei Tre Leoni dal 2016, ha deciso di rassegnare le dimissioni dopo il ko in finale contro la Spagna. Si chiude così un’era tutto sommato positiva per la formazione britannica, sebbene l’allenatore non sia stato mai così amato dal popolo. La sua squadra è sempre stata competitiva, con tanti talenti lanciati nel corso degli anni, anche se poi non è mai riuscita a portare nulla a casa.
- Southgate e l'emblema del calcio inglese
- Le dimissioni e il sogno del tecnico
- Il paragone con Spalletti e l'epilogo differente
Southgate e l’emblema del calcio inglese
Bella e perdente. Sembra questo il destino dell’Inghilterra nel calcio. Da questo punto di vista Gareth Southgate ne ha incarnato alla perfezione lo spirito. Probabilmente il tecnico avrebbe meritato qualcosa in più nel suo lungo percorso sulla panchina dei Tre Leoni ma ha sempre trovato di fronte qualcuno capace di fare di meglio. Prima l’Italia nel 2021, ora la Spagna. Per gli inglesi, però, il grande colpevole dei mancati successi è sempre stato lui con Richards e Ferdinand tra gli altri che ne hanno messo in evidenza l’attitudine in campo eccessivamente difensiva.
Le dimissioni e il sogno del tecnico
Così alla fine Southgate ha deciso di fare un passo indietro. Scelta forte, dovuta alle tante tensioni ambientali delle quali si è evidentemente sentito responsabile. L’Inghilterra ripartirà da un nuovo allenatore, nella speranza che possa avere maggiori fortune. Non che i predecessori di Southgate l’abbiano avuta, tra Allardyce, Hodgson, Capello, McLaren. Il tecnico per ora dovrebbe restare fermo, in attesa di chiamate che magari arriveranno presto. Il suo sogno è la panchina dell’Aston Villa, club del suo cuore.
Il paragone con Spalletti e l’epilogo differente
D’altra parte le critiche erano state anche feroci talvolta, anche prima che l’Inghilterra arrivasse in finale. Però vedere qualcuno che si dimette fa sempre effetto. In tanti in Italia avevano chiesto la testa di Luciano Spalletti, complice il fallimento – questo reale – all’Europeo. Invece il tecnico di Certaldo ha ricevuto la conferma di Gravina almeno fino al Mondiale. Epiloghi differenti, contrastanti se vogliamo col rendimento in campo. Ma con una attenuante: l’ex allenatore del Napoli ha avuto poco tempo per lavorare. Basterà per convincere gli scettici alla concessione di una proroga?