Dopo Carolina Morace la “faccia” dell’Italia femminile di calcio è la sua, quella di Sara Gama, padre congolese e madre triestina, da sempre attivista per i diritti delle donne e campionessa completa come ha dimostrato al Psg, al Brescia, alla Juventus e alla Nazionale prima del ritiro annunciato lo scorso aprile. Nel suo palmares con la Juventus Women 6 scudetti, 3 Coppa Italia e 3 Supercoppa italiane. Sarà lei a raccontare in tv, come seconda voce della Rai, gli Europei femminili, al via oggi con alle 18 con Finlandia-Islanda e alle 21 Svizzera-Norvegia, mentre le azzurre di Soncin debuttano domani alle 18 col Belgio (diretta Rai2).
L’avventura delle azzurre
La nazionale – reduce da un Europeo e da un Mondiale a dir poco deludenti – è inserita in un girone di ferro con oltre al Belgio anche il Portogallo e le campionesse del mondo della Spagna, favoritissime per il successo finale. La Gama fino a qualche mese fa faceva parte del gruppo delle azzurre («Con queste ragazze ho condiviso tutto. Ci sentiamo sempre, con mille chat su Whatsapp. Siamo come sorelle, per noi è naturale stare assieme. Una settimana fa a Coverciano sono andata a salutarle e a trasmettere un po’ della mia carica. Il percorso di avvicinamento è stato positivo, le ragazze stanno bene, sento l’entusiasmo giusto») e ora dovrà giudicarle in tv.
Sara Gama analizza il girone dell’Italia
Intervistata dalla Repubblica la Gama spiega le nostre avversarie, a partire dal Belgio: «Ha giocatrici forti e ci ha eliminato nell’Europeo del 2022. Poi ci aspetta il Portogallo, in grande crescita, e infine la Spagna campione del mondo, l’ostacolo più alto. Ma vedo un’Italia che compete ad armi pari anche da un punto di vista fisico, grazie a una preparazione diversa. In passato non era così. Abbiamo giocatrici versatili, un ottimo mix tra le più giovani e le esperte. I punti fermi restano Giuliani, Linari, Giugliano, Bonansea e Girelli, possiamo arrivare ai quarti».
Girelli ha ereditato da Sara Gama la fascia da capitano: «Cristiana ha valori straordinari, è una persona positiva, innamorata del gioco, lo ama come quando era bambina. Trasmette entusiasmo».
La lotta ai pregiudizi
La Svizzera ha perso 7-1 contro l’under 15 maschile del Lucerna. Un risultato che ha fatto discutere: «Polemiche sterili. Il calcio maschile e quello femminile non saranno mai paragonabili, c’è una differenza fisica sostanziale, assurdo che vada ancora precisato. Questo confronto si fa solo nel calcio perché in Italia è lo sport più seguito ed è un luogo di potere, e dove c’è il potere si fa fatica ad accettare le donne. I paragoni danno la cifra del pregiudizio che ancora esiste sul calcio femminile».