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Europei Volley, Italia-Serbia 3-0: gli azzurri blindano il primo posto e celebrano Simone Giannelli

Il successo spedisce gli azzurri a Bari con la certezza di chiudere da primi del girone. La copertina è tutta per il regista che, nella “sua” Perugia, firma la presenza numero 200 in azzurro

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Primo posto nel girone ipotecato, primo test di un certo livello abbondantemente superato. Sono tanti i sorrisi che l’Italia di Fefè De Giorgi sprigiona nella seconda notte perugina, dove la Serbia degli ex beniamini del popolo locali Atanasijevic e Podrascanin nulla può al cospetto della macchina azzurra.

Che viaggia col pilota automatico, come si conviene alla squadre che sanno quello che vogliono. Stavolta, a differenza di quanto visto 24 ore prima con l’Estonia, non c’è nemmeno da dannarsi troppo l’anima: Italia superiore dalla prima all’ultima palla, con il servizio che continua a rivelarsi la vera arma di distruzione di un collettivo che eccelle in tutti gli altri fondamentali, facendo apparire ogni cosa semplice e immediata. Per giunta De Giorgi nell’occasione nemmeno mette mano alla panchina: giocano gli stessi 7 per tutta la partita, e vedendo il risultato finale (25-15, 25-19, 25-21) non c’è nemmeno da stupirsi troppo sul perché.

Giannelli mister 200

Reduce da una serata un po’ grigia per le sue abitudini, Alessandro Michieletto decide di riprendersi la scena tutta per sé. Con 4 ace mandati a referto in un primo set a senso unico, dove non c’è modo di impedire all’ondata azzurra di esondare, il fuoriclasse di Trento imprime il suo marchio indelebile su una partita che sulla carta qualche grattacapo in più lo presentava, ma che anche per demeriti dei serbi s’è rivelata molto meno complicata.

L’Italia gioca sul velluto: funziona Lavia in attacco, funziona Russo al centro, con due muri che mettono pressione agli avanti avversari. Non c’è patema d’animo nel giocare così e la differenza in campo si vede, perché anche la ricezione tiene (55%) e obbliga i serbi a tante forzature pagate a caro prezzo.

Nel secondo set c’è un po’ più equilibrio in avvio, e anzi a un certo punto la Serbia prova pure a scappare: Michieletto al solito è chirurgico dalla linea dei 9 metri, e quando si alza l’intensità è tutta l’Italia che riprende fiato e vigore.

Il 3-0 spedisce gli azzurri a Bari

Il PalaBarton, stavolta pieno per davvero, trascina la squadra che gioca sciolta e senza pensieri, con Giannelli che festeggia al meglio la presenza numero 200 in azzurro mettendo in ritmo tutti gli attaccanti. Solo nel terzo set c’è un po’ da sgomitare: la Serbia prova ad allungare, ma non va oltre i due punti di vantaggio.

L’Italia è sempre lì, sorniona e pronta ad approfittare della minima sbavatura: qualche errore di troppo al servizio tiene fin troppo in vita i balcanici, poi rispediti al mittente dai soliti Romanò e Russo che tolgono ne ultime castagne dal fuoco. Il 3-0 spedisce gli azzurri a Bari con la certezza (anche se nello sport è sempre meglio diffidare) di chiudere da primi del girone. Prossima tappa è però Ancona, dove Svizzera e Germania serviranno per rodare ancora meglio i meccanismi.

Simone e la sua Perugia

In una serata in cui non c’è spazio per le seconde linee, la copertina è tutta per il regista di una squadra che non sembra temere confronti. Per Simone Giannelli, nella “sua” Perugia, questa non è una serata come le altre: presenza numero 200 in azzurro, festeggiata con 6 punti, l’80% in attacco e tante, tantissime buone cose, come da abitudine.

Sono felice per questo traguardo, anche se mi piace pensare che il prossimo obiettivo da raggiungere è sempre quello più importante. Abbiamo affrontato una squadra valida come la Serbia, ma l’abbiamo costretta a snaturarsi un po’. Appena però abbiamo mollato anche un solo istante, nel corso del terzo set, si è visto come le cose possono diventare assai più complicate. Perugia ha risposto alla grande e ci ha dato grandissimo affetto, e lo dico non solo perché gioco nella Sir, ma perché l’hanno sentito anche gli altri che qui vengono a giocare solo da avversari. Ora pensiamo alla Svizzera, senza sottovalutare nessuno e pensando a una gara alla volta.

Le parole di Fefé De Giorgi

Concetto che Fefè De Giorgi a sua volta ha voluto far suo:

Non posso dire che la Svizzera sia temibile, perché è oggettivamente la squadra più debole del girone. Ma se non metteremo il giusto atteggiamento faremmo fatica anche contro una squadra che sulla carta non dovrebbe impensierirci.

Bilancio più che positivo, però, della due giorni perugina.

Abbiamo fatto due set davvero a marce ingranate, perfetti in tutti i fondamentali. La Serbia era la rivale per il primato nel girone, però l’abbiamo costretta a fare tanta fatica. È stata una prova importante: non ho fatto cambi perché le cose andavano bene, e il compito di noi allenatori è anche e soprattutto quello di non andare a intaccare quel che funziona. Procediamo a vele spiegate, speriamo di avere buone risposte anche dalle due gare di Ancona, e poi penseremo agli ottavi a Bari.

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