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F1: Binotto, le parole su Vettel e Leclerc fanno discutere

Il team principal fa un bilancio in vista della stagione che sta per cominciare.

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F1: Binotto, le parole su Vettel e Leclerc fanno discutere Fonte: 123RF

Il team principal della Ferrari Mattia Binotto, in una intervista al magazine ufficiale della scuderia di Maranello, ha affermato che il team è unito malgrado le “insinuazioni” arrivate da più parti. Secondo il dirigente regna la pace tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc nonostante i dispetti in pista nella passata stagione: “Sono molto contento di come è cresciuto lo spirito di squadra. Siamo molto uniti, compatti, piloti inclusi, malgrado quello che da qualche parte è stato insinuato”.

Binotto a sorpresa cita come esempio il weekend del Brasile, chiuso in anticipo per le Rosse con lo sciagurato autoscontro in pista ad Interlagos: “Il martedì successivo all’incidente nel GP del Brasile, mi squilla il telefono e vedo sullo schermo i nomi di Seb e Charles, insieme. Si erano sentiti tra loro, si erano chiariti e mi chiamavano insieme per una call a tre, un gesto tutt’altro che banale a dimostrazione di uno spirito di coesione notevole. E comunque, sempre riguardo al Brasile, un episodio così è meglio che sia capitato adesso: ci aiuta a chiarirci meglio in vista dell’anno prossimo”.

Binotto espone il suo metodo di lavoro: “Sono convinto che i processi rigorosi siano importanti. Questo mi aiuta a gestire una struttura ampia come la nostra. Da un lato è vero, va curato il rapporto con le singole persone, il lato più umano ed empatico è fondamentale. Dall’altro questa è una macchina complessa che deve marciare alla perfezione. In Formula 1 tutto deve funzionare in modo efficace ed efficiente. Per capirci, il problema non è arrivare a sviluppare una potenza di 1000 cavalli, ma arrivarci prima degli altri e avere processi efficienti ti porta ad essere più veloce nello sviluppo”.

Binotto torna sul 2019 e le prime delusioni in pista: “I test invernali erano andati benissimo e avevano creato molte aspettative, invece è arrivata una doccia fredda. Per il resto, quella in Australia è stata la mia prima gara al muretto dopo 25 anni di corse. Quando facevo ancora l’ingegnere motorista mi dicevo ‘prima o poi smetterò di andare in pista e quello che mi mancherà sarà l’aver fatto una gara al muretto’. Invece lì ho fatto il mio debutto in una postazione dalla quale si ha una visione completamente diversa rispetto ai box”.

Questo il bilancio della stagione: “Dopo la delusione in Australia indicherei i GP del Bahrain, con una vittoria in tasca sfumata per problemi di affidabilità, e del Canada, con Sebastian che vince e poi viene penalizzato, come simboli di una prima parte di stagione più che mai in salita. Poi però dopo l’estate sono arrivate le vittorie di Spa, Monza e Singapore, che ci hanno in parte ripagato delle delusioni iniziali. E anche se non ci hanno permesso di vincere il Mondiale, nella nostra voglia di alimentare il mito del Cavallino Rampante credo siano state speciali per tutti i tifosi, oltre che per noi”.

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