Lewis Hamilton, con 7 mondiali vinti in carriera, è già ora uno dei piloti più vincenti della storia assieme a Michael Schumacher. Il britannico, in un’intervista pubblicata dal Wall Street Journal, rivela però alcuni aneddoti riguardanti principalmente i suoi esordi, quando episodi legati al razzismo hanno influito molto sulla crescita personale di Lewis più che gli aspetti legati alle competizioni. Questi i suoi ricordi:
“Non ero felice. Avevo realizzato il mio sogno, ma non ero io, non potevo essere io e non avevo fiducia in me stesso allora, quindi sono rimasto in silenzio – ha dichiarato Hamilton – Reprimiamo così tante cose che non ci rendiamo conto del dolore che abbiamo sperimentato. Mentre guardavo le foto dei festeggiamenti della squadra e mi sono reso conto che le squadre erano ancora completamente bianche, c’erano pochissime persone di colore e mi sono chiesto come potesse succedere questo dopo che sono stato qui così tanto tempo. Poi tutto quello che è successo dopo la morte di George(Floyd, ndr) mi ha colpito duramente. Non potevo credere che così tante persone fossero ancora in silenzio su quello che era successo. Ora sono disposto a rischiare il mio lavoro, la mia reputazione. Voglio che la comunità nera sappia che li ascolto e che sono con loro”.