Per i piloti del Mondiale di Formula 1 sono ufficialmente iniziata le vacanze. La stagione è stata lunga, con 22 GP, uno in meno rispetto a quelli previsti inizialmente dal calendario, dopo che il Gran Premio di Russia è stato cancellato immediatamente dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, senza che la Federazione Internazionale sia riuscita a trovare in tempo utile un GP sostitutivo da piazzare nella data in cui ci sarebbe dovuto correre a Sochi, il 25 settembre, o eventualmente in un’altra data con spostamenti “a domino” di altre gare.
- La F1 è già nel 2023: arriva il GP di Las Vegas, le sei Sprint Race e i test di fine febbraio
- La F1 e il caos penalità: la FIA annuncia novità
- Caso Budget Cap, la "misteriosa" rimozione di Shaila-Ann Ra
La F1 è già nel 2023: arriva il GP di Las Vegas, le sei Sprint Race e i test di fine febbraio
Max Verstappen, Charles Leclerc e gli altri protagonisti del Circus sono quindi attesi ora da lunghe settimane di relax, dal momento che il Mondiale 2023 inizierà in Bahrain nel weekend dal 3 al 5 marzo e che le uniche giornate di test sono previste sempre sul circuito di Sakhir dal 23 al 25 febbraio. Peraltro il calendario 2023 sarà composto “davvero” da 23 GP, con l’esordio della corsa di Las Vegas che porterà a tre il numero dei Gran Premi negli Stati Uniti, dove l’interesse nei confronti della Formula 1 è in continua ascesa. La grande novità della stagione sarà però il raddoppio delle sprint race, che passeranno da tre a sei, come sarebbe già dovuto essere nel 2022, prima del passo indietro legato alle presunte richieste troppo esose da parte della Federazione Internazionale.
La F1 e il caos penalità: la FIA annuncia novità
Proprio i rapporti “bollenti” tra FIA e Liberty Media, ovvero l’ente che organizza il Mondiale di Formula 1, rischiano di diventare uno dei temi più delicati per il futuro prossimo della classe regina del motorsport. Da una parte Mohamed Ben Sulayem, presidente della FIA, dall’altra Stefano Domenicali, che dal 2021 ha preso il posto di Chase Carey come CEO della Formula 1. Come dire, da una parte una visione manageriale dello sport, confermata proprio dalle richieste economiche, bocciate dai vari organizzatori, per le Sprint Race 2022, dall’altra la necessaria abilità di chi è chiamato a mediare l’esperienza da team principal al muretto, con quindi un’adeguata conoscenza delle dinamiche di una scuderia, con l’inevitabile visione imprenditoriale. Due mondi sulla carta difficili da combinare, ma che devono diventare compatibili. Lo stesso Ben Sulayem, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, ha smentito voci su possibili dissapori con la F1: “Parlo con Stefano Domenicali ogni due giorni. Il nostro è un matrimonio forte e durerà a lungo. Per la questione delle Sprint Race, quando la F1 ha chiesto di raddoppiarle mi sono consultato con lo staff della Federazione per valutare il sovraccarico di lavoro. Ma ora ci capiamo al volo”.
Ben Sulayem ha poi affrontato un altro tema importante, quello legato alla gestione delle penalità e delle sanzioni in pista nel corso dei weekend, una delle criticità maggiori emerse durante la stagione 2022. Il massimo dirigente della Federazione ha tra le righe anticipato che dal 2023 si dovrebbe assistere a sanzioni più immediate e possibilmente più eque: “Sono stato un pilota di rally, conosco la frustrazione che provano in certi momenti i piloti dopo penalità o incidenti. Il mio telefono per loro è sempre acceso. Pierre Gasly, ad esempio, mi ha chiamato subito dopo l‘episodio della gru in Giappone. E io sono stato il primo a scusarmi con lui. È importante sentire il feedback dei piloti immediatamente. Parlo molto con Hamilton, Russell e con tutti gli altri”.
Caso Budget Cap, la “misteriosa” rimozione di Shaila-Ann Ra
Inutile negare, tuttavia, che il macro-tema che ha dominato la stagione 2022 fuori dalle piste sia stato il “Budget Cap Gate”, con lo sforamento da parte di Red Bull del tetto alle spese previsto per il 2021. L’indagine ha poi portato ad una sanzione per il team di Milton Keynes ritenuta non equa da parte degli altri team, ovvero una multa di 7 milioni di dollari e la riduzione del 10% del monte ore in galleria del vento. Caso nel caso il fatto, non sfuggito alla Red Bull, che a comunicare la sanzione al team principal del team campione del mondo, Chris Horner, sia stata la segretaria generale ad interim della FIA Shaila-Ann Rao, con una telefonata subito dopo il GP di Suzuka, quello che laureò Verstappen campione del mondo per il secondo anno di fila. Rao, dirigente Fia dal 2016, aveva vissuto una breve parentesi come consigliere di Toto Wolff in Mercedes. E se tutto questo aveva chiaramente insospettito la Red Bull, la decisione della Fia di rimuovere la donna dai ranghi dal 2023 ha destato ulteriori perplessità e curiosità all’interno del paddock.
“A nome di tutti i membri della FIA, vorrei ringraziare Shaila-Ann per il suo prezioso contributo nel suo ruolo di Segretario Generale ad interim per lo Sport Automobilistico durante un’importante fase di transizione per l’organizzazione – il comunicato di Sulayem – Shaila-Ann Rao è tornata alla FIA per assistere il nuovo team presidenziale durante il periodo di transizione in qualità di Segretario generale ad interim per lo sport automobilistico. Shaila-Ann ha gestito con successo questo periodo di transizione, fornendo un prezioso supporto e assistenza al Presidente della FIA e all’organizzazione durante questo periodo che sta per concludersi”.
Ad acuire il tutto il fatto che la stessa Shaila-Ann Rao è ritenuta una figura chiave nel processo che ha portato alla cosiddetta direttiva tecnica 039, ovvero la regola “anti-porpoising” che ha orientato i destini della stagione 2022, scavando un gap ulteriore tra Ferrari e Red Bull, ma soprattutto migliorando la competitività proprio della Mercedes.