Nel caos generato dall’emergenza Coronavirus, che ha portato alla cancellazione del Gran Premio d’Australia, è passato inosservato un retroscena che con il trascorrere delle ore sta facendo sempre più discutere il circus della Formula 1. Ormai da settimane va avanti lo scontro tra le sette scuderie ribelli (Mercedes, Red Bull, Alpha Tauri, McLaren, Renault, Racing Point e Williams) e la Fia e la Ferrari, contro l’accordo confidenziale che la scuderia di Maranello ha stipulato con la Federazione per chiudere le indagini sulla power unit 2019.
Lo stesso boss della Mercedes Toto Wolff era stato l’ideatore della durissima lettera contro la Federazione e il Cavallino Rampante, in cui si chiedeva chiarezza e si minacciavano azioni legali e richieste di risarcimento. Ma la situazione sembra essere drasticamente cambiata negli ultimi giorni.
Secondo quanto riporta F1-insider.com, la Mercedes avrebbe lasciato il fronte ribelle, e avrebbe trovato un accordo con la Ferrari. Secondo le voci ci sarebbe stata una telefonata tra il presidente della Ferrari, John Elkann, e il numero uno del gruppo Daimler, Ola Kallenius per trovare un’intesa: l’obiettivo comune è non arrecare ulteriori danni all’immagine della Formula 1.
Un dietrofront improvviso che se confermato lascerebbe la Red Bull come unica “big” a capitanare la rivolta contro Ferrari e Fia. E’ inoltre da capire se il voltafaccia Mercedes farà cambiare idea anche alle scuderie clienti, Racing Point e Williams.
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