Paolo Faragò dice addio al calcio giocato. A 31 anni ancora da compiere, il jolly di difesa e centrocampo dice basta per dedicarsi a tutt’altre attività. Si occuperà, infatti, di vino, essendo in possesso di alcuni vigneti. L’ormai ex giocatore ha giocato oltre 100 partite in Serie A vestendo le maglie di Bologna e Cagliari e poi scendendo in categoria cadetta per il Lecce prima e per il Como poi. Insomma, scelta in controtendenza per il calabrese dettata anche da un fisico che, a quanto racconta, non gli consente più di performare ai migliori livelli.
- Dal calcio al vino: Faragò cambia vita
- Una decisione complicata spiegata con ironia
- La carriera di Faragò, mestierante di Serie A
Dal calcio al vino: Faragò cambia vita
Ha cambiato decisamente campo, Paolo Faragò. Passando da quelli di calcio a quelli coltivati e virando le sue mire nei vigneti delle Tenute Faragò, di proprietà della sua famiglia. “Ho scoperto negli ultimi 4 anni, poco alla volta, che il mio avversario non aveva più una maglia diversa, ma era diventato il mio corpo. Ho fatto di tutto per combatterlo, ma niente, ha vinto lui. Decine di visite, infiltrazioni, interventi chirurgici, ma purtroppo mi ha costretto a desistere” ha raccontato il centrocampista a Sky.
Una decisione complicata spiegata con ironia
Non una decisione semplice, naturalmente, essendo stato il calcio parte integrante della vita di Faragò. “Avrei voluto giocare un po’ di più a 30 anni mi sarei aspettato di essere nel pieno della mia carriera, è vero, ma come faccio ad essere triste se penso a quanta meraviglia ho vissuto in questi anni? – racconta l’ormai ex centrocampista -. Ora mi aspetta una nuova sfida, con lo stesso entusiasmo e la stessa passione, ma in un nuovo campo, consapevole che finalmente mi sarà concesso zappare tutte le volte che vorrò“.
La carriera di Faragò, mestierante di Serie A
Non sarà ricordato come un campione, Paolo Faragò. Tuttavia potrà raccontare di aver giocato oltre 100 partite in massima categoria. La sua avventura nel mondo del calcio è partita da Novara, club col quale giocò in totale 141 volte mettendo a segno pure 21 gol. Le prestazioni in Piemonte gli valgono la chiamata del Cagliari. In Sardegna trascorre ben 5 anni, mettendo in mostra tutta la sua duttilità tattica che gli permette di occupare più ruoli. Poi il Bologna, il Lecce e il Como e le presenze che diminuiscono sempre di più. Da lì la decisione di dire basta e dedicarsi al suo amato vino.