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Flachi, luce dopo il tunnel: la cocaina, la squalifica, la rinascita

L'ex Fiorentina e Sampdoria si è confessato in tv su Italia 1 nel corso della trasmissione Tiki Taka di Chiambretti: "Senza cocaina sarei stato un altro giocatore"

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Ci sono storie di calcio che vale la pena raccontare. Storie di vita vissuta, di sbagli, che si pagano come è giusto che sia. Ma anche di rinascite. Come quella di Francesco Flachi che si è confessato ieri sera in tv ospite di Piero Chiambretti a Tiki Taka. Uno dei talenti del calcio italiano, che ha fatto gol e giocate con le maglie soprattutto di Fiorentina e Sampdoria prima di finire nel tunnel della droga. Una maxi squalifica per lui che ha atteso in silenzio per 12 lunghi anni per vedere la luce, per sentire nuovamente l’odore dell’erba, quella di un campo di calcio che ha voluto ricalcare in Eccellenza, per avere, ancora a 47 anni, la sua seconda chance nel calcio.

Flachi, gli eccessi: il tunnel della droga

Negli studi di Tiki Taka su Italia 1, Francesco Flachi si è aperto con Piero Chiambretti raccontando la sua storia difficile, le scelte sbagliate, il tunnel della cocaina, che gli sono costate una maxi squalifica di 12 anni e la perdita di tutto o quasi ma non del suo sogno di tornare a giocare.

“Anche io come Maradona mi sono chiesto cosa sarei stato senza la cocaina. Non lo so questo. sicuramente migliore di quello che sono stato, questo è vero. Quello che è successo è un fatto e mi dispiace perché sicuramente non sono stato un bel esempio però ci sono delle situazioni dove reagisci in tante maniere, io ho reagito nella maniera sbagliata, forse anche in quel momento lì ti piace farlo, anche se diciamo non ha senso perché dispiace, avevo questo castello di sabbia e piano piano si è sgretolato tutto. Sembra facile riprende la propria vita ma ti accorgi che non è così”.

Flachi racconta i problemi di droga: “Come tutto è iniziato”

Francesco Flachi, terzo cannoniere di sempre nella storia della Sampdoria, dopo le leggende Mancini e Vialli, ha scritto anche un libro sulla sua storia, dal titolo emblematico “Una vita rovesciata”, che ricorda anche alcuni dei suoi gol, una biografia scritta con Matteo Politanò ed edita da Blucerchiando. Da Chiambretti ha ricordato come tutto ebbe inizio, i suoi primi problemi con la cocaina:

“Tutto è iniziato quando ho ricevuto la prima squalifica per le scommesse (2006/2007, ndr) e quindi sono stato squalificato ancora non capisco per quale motivo… Era cominciato il campionato da due mesi e io avevo fatto già un paio di gol, ero nel giro della nazionale e non capisco ancora per quale motivo e poi non sono stato nemmeno squalificato. Lì mentalmente ho ceduto e ho sbagliato. La colpa è solo mia. Avevo 32 anni, potevo ancora fare un paio di stagioni ad alto livello, togliermi qualche soddisfazione personale e poi rimanere nel mondo del calcio”.

Flachi e il rapporto con Novellino: “Un grande uomo”.

L’ex Fiorentina e Samp ha voluto ringraziare le persone del mondo del calcio che gli sono state vicine nel periodo della lunga squalifica, dagli ex compagni Palombo, Volpi, Accardi, Berti, Bazzani. Ma uno in particolare, l’allenatore Walter Novellino.

“Un padre, un uomo, la persona che mi è stata più vicina in tutto e per tutto. Lui mi ha detto che un giorno mi porterà con se io se dovesse allenare da qualche parte. Lo seguirei, primo per l’uomo e poi per stare con lui e per imparare. Dopo la squalifica ci sono state tante persone che veramente mi sono state vicine e mi hanno dato quella forza e con loro ho trovato quella forza, quella serenità per ritornare a vivere, e quindi ringrazio tutte queste persone”.

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