Fuorigioco semiautomatico: cos'è, come funziona e quando va utilizzato

Tutto ciò che c'è da sapere sul fuorigioco semiautomatico, l'innovativo strumento basato sulla “Limb-tracking technology” in grado di sciogliere dutti i dubbi relativi alle posizioni di offside.

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Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Fuorigioco semiautomatico: cos'è, come funziona e quando va utilizzato Fonte: Ansa

È una delle novità più importanti dei Mondiali in Qatar e promette di cancellare, una volta per tutte, le polemiche relative agli offside meno evidenti e più contestati. È il fuorigioco semiautomatico, la nuova frontiera della tecnologia applicata al calcio. Un guardalinee elettronico (semi) infallibile, in grado di ricostruire con precisione quasi assoluta se un calciatore è in posizione regolare oppure no.

Cos’è la “Limb-tracking technology”, il fuorigioco semiautomatico

La “Limb-tracking technology”, espressione inglese che sta a significare la “tecnologia di tracciamento degli arti”, si basa sull’utilizzo combinato delle immagini provenienti da telecamere disposte sotto il tetto di ogni stadio, in numero variabile da dieci a dodici, incaricate di seguire la palla e il movimento dei calciatori, di cui rilevano costantemente la posizione esatta di 29 punti del corpo per cinquanta volte al secondo. Dalle immagini ricavate è possibile costruire, praticamente in tempo reale, immagini in computer grafica della partita stessa e delle varie situazioni di gioco.

Particolarmente importante la capacità, da parte di questa tecnologia, di monitorare in continuazione la posizione degli arti di ogni singolo calciatore, in modo da riuscire a decidere con accuratezza e con minori perdite di tempo se un gol sia stato viziato da posizione di fuorigioco o meno. I dati del tracciamento, infatti, sono inviati costantemente alla sala VAR, per un loro tempestivo esame. E va da sé come i dati raccolti non siano utili soltanto a dirimere questioni relative alla regolarità o meno di una marcatura, ma siano in grado di fornire dati e rilevazioni utili potenzialmente non solo agli arbitri, ma anche agli staff medici e agli stessi allenatori. Una nuova metodologia di copertura del match, dunque, a disposizione non soltanto della classe arbitrale, ma di altre importanti figure del mondo professionistico.

Come funziona il fuorigioco semiautomatico: la nota della Fifa

Con un comunicato ufficiale risalente al primo luglio 2022 la Fifa ha ufficializzato non solo l’utilizzo del fuorigioco semiautomatico ai Mondiali in Qatar, ma ha anche illustrato nel dettaglio le modalità di applicazione e il funzionamento dello stesso. Molto significativo, in questo senso, il pallone ufficiale della competizione, Al Rihla, sviluppato da Adidas con l’implementazione di un sensore di misura inerziale (nome in sigla: IMU) piazzato proprio al centro della sfera. Il sensore è in grado di inviare dati del pallone alla stanza delle operazioni video in numero di 500 al secondo, permettendo una rilevazione accuratissima del punto e del momento stesso in cui il pallone è stato calciato. Si tratta di un’importante innovazione rispetto al fuorigioco semiautomatico “originario”, capace di affinare ulteriormente una tecnica già molto precisa.

Ma cosa succede dopo che i dati arrivano in sala VAR? La combinazione dei dati di tracciamento degli arti e del pallone, ottenuta applicando l’intelligenza artificiale, offre un segnale di fuorigioco agli ufficiali video, ai quali spetta il compito – prima di informare l’arbitro sul campo – di effettuare un controllo manuale sulla posizione calcolata degli arti del calciatore. Dopo il controllo, se sussistono elementi per la revisione, va informato l’arbitro in campo che, in caso di semplice dubbio relativo a una posizione regolare o no, si limita ad avallare quanto comunicato dalla sala VAR; in caso di dubbio interpretativo (classici esempi: fuorigioco passivo o attivo? Impattante sull’intervento del portiere oppure no?), è chiamato a una on field review.

Anche gli spettatori sono informati in tempo reale attraverso le immagini televisive, a cui è inviata una ricostruzione eseguita attraverso animazioni 3D in grado di illustrare perfettamente la posizione di gambe, braccia e altre parti del corpo nel momento stesso in cui il pallone è stato giocato. Anche i tifosi presenti allo stadio e gli stessi calciatori e allenatori possono osservare le immagini, attraverso la loro proiezione sui maxi schermi dell’impianto. Un importante passo avanti verso la trasparenza e la chiarezza, a tutto vantaggio dei protagonisti in campo e di chi osserva il match.

Fuorigioco semiautomatico, le parole di Collina e il ruolo dell’arbitro

Con l’introduzione della “Limb-tracking technology”, alla base del fuorigioco semiautomatico, come va a cambiare il ruolo dell’arbitro? Domanda a cui ha provato a rispondere Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri della Fifa, attraverso un servizio per il canale televisivo della più importante organizzazione calcistica mondiale. Collina ha spiegato come la decisione sul fuorigioco venga presa dopo aver analizzato non soltanto la posizione dei calciatori ma anche il loro coinvolgimento, diretto o indiretto, nell’azione di gioco. In questo senso, la tecnologia può arrivare a tracciare una linea ma la valutazione relativa a una possbile interferenza con lo sviluppo del gioco o sull’eventuale intervento di un avversario resta di pertinenza dell’arbitro, a cui spetta sempre la decisione finale nei casi dubbi o controversi.

Secondo l’ex fischietto di Bologna, insomma, la figura del direttore di gara rimane assolutamente centrale, mentre sarà il VAR a ottenere i benefici maggiori avendo a disposizione un aiuto dalle capacità analitiche e dall’accuratezza tecnologica assoluta. A beneficiare dell’introduzione del fuorigioco semiautomatico sono soprattutto gli spettatori allo stadio e quelli che assistono alle partite attraverso la tv, visto che i tempi per la ricostruzione di una situazione dubbia e per l’analisi e l’interpretazione dei dati a disposizione sono destinati inevitabilmente ad accorciarci.

La storia del fuorigioco semiautomatico: dall’Arab Cup ai Mondiali

Dal Qatar al…Qatar. La storia del fuorigioco semiautomatico sembra essere legata a doppio filo al paese affacciato sul Golfo Persico. Il primo test della nuova tecnologia, infatti, è stato eseguito dalla Fifa in occasione della decima edizione della Coppa Araba, la Fifa Arab Cup, che si è svolta proprio in Qatar nel 2021. Un torneo vinto dall’Algeria e in cui per la prima volta è stata applicata e messa a punto la tecnologia del “Limb-tracking”.

La sperimentazione è proseguita nel corso dei Mondiali per club del 2021, organizzati sempre dalla Fifa e ospitati negli Emirati Arabi Uniti, è successivamente è stata adottata anche nel corso delle competizioni Uefa. La prima partita europea in cui è stato utilizzato il fuorigioco semiautomatico è stata la finale della Supercoppa Europea 2022 vinta dal Real Madrid sull’Eintracht Francoforte. In seguito, poi, la nuova tecnologia è stata utilizzata anche nelle gare di Champions League, oltre che ai Mondiali tenuti proprio in Qatar. Da gennaio 2023 è prevista l’introduzione del fuorigioco semiautomatico anche in serie A.

Fuorigioco semiautomatico e polemiche arbitrali: l’impatto sui tifosi

Come la Goal Line Technology, altro sofisticato strumento tecnologico messo recentemente a disposizione del mondo del calcio, anche il fuorigioco semiautomatico ha margini d’errore ridottissimi, ancora inferiori rispetto al mezzo centimetro di tolleranza dell’occhio di falco, utile a dirimere le situazione relative ai dubbi di gol-non gol. La “Limb-tracking technology” è dunque uno strumento ‘oggettivo’, non soggetto alla discrezionalità dell’arbitro, che deve solo – al più – dirimere dubbi interpretativi in merito alla posizione attiva o passiva del calciatore in questione rispetto allo sviluppo dell’azione.

Fuorigioco semiautomatico e Goal Line Technology, insomma, viaggiano su binari diversi rispetto alla classica revisione Var, in cui gli elementi di soggettività nella valutazione del direttore di gara rimangono ancora preponderanti. E questo forse spiega la miglior accoglienza riservata a questi due strumenti tecnologici da parte dell’opinione pubblica. A parte casi rarissimi, le possibilità che attorno alla chiamata di fuorigioco semiautomatico possano insorgere polemiche sono piuttosto basse.

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