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Giancarlo Antognoni, la leggenda della Fiorentina che tifava Milan

Carriera, statistiche, trofei e curiosità sul mitico centrocampista della squadra viola e della nazionale italiana campione del mondo nel 1982 in Spagna.

24-11-2022 13:57

Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Giancarlo Antognoni, la leggenda della Fiorentina che tifava Milan Fonte: Ansa

Quando si parla di eleganza, di tecnica raffinata o di illuminata visione di gioco, difficile non pensare a Giancarlo Antognoni. Il mitico centrocampista della Fiorentina e della nazionale italiana è nato a Marsciano, in provincia di Perugia, l’1 aprile 1954. Interno di centrocampo dalle inarrestabili accelerazioni, portate avanti sempre a testa alta, abilissimo sui calci piazzati, autentico leader della mediana, Antognoni ha legato il suo nome al club viola, ma anche all’avventura mundial di Spagna ’82 con la nazionale azzurra. Un mito del calcio degli anni ’70 e ’80, una delle ultime bandiere di un calcio che si stava avviando progressivamente verso il business e l’esasperata commercializzazione.

Giancarlo Antognoni: il tifo per il Milan e la passione per Rivera

Indiscusso simbolo e leggenda della Fiorentina, Antognoni. Che eppure, da bambino, sognava un giorno di vestire il rossonero, come il suo primo idolo: Gianni Rivera. Del resto, l’Abatino era un mito per tanti bimbi di allora e Giancarlo cresceva a pane e pallone, tra il campo da calcio e il bar gestito dal padre a Perugia, all’interno – guarda un po’ – di un Milan Club. Le prime esperienze, però, il baby Antognoni le fece in una squadra che si ispirava ad altri colori, quelli bianconeri: la San Marco Juventina.

L’acquisto del Torino e l’esperienza all’Asti

Da qui, ironia della sorte, a 15 anni fu notato dagli emissari dell’altra squadra di Torino, quella granata. Non ci pensò due volte, Giancarlo Antognoni, e disse di sì alla chiamata del Toro, dove però rimase pochissimo, il tempo di disputare un’amichevole. Avrebbe iniziato a giocare a calcio in modo professionale in Piemonte, ma da un’altra parte. All‘Asti MaCoBi, per la precisione, in serie D. Due stagioni a fare esperienza e a mettersi in mostra, prima di una chiamata che gli avrebbe cambiato la vita.

Il passaggio alla Fiorentina e la svolta

Era l’estate del 1972 e fu il presidente viola in persona, Ugolino Ugolini, a notare quel giovane centrocampista dalle movenze così raffinate. Lo portò alla Fiorentina per 435 milioni dell’epoca e fu l’inizio di una lunga, travolgente, infinita storia d’amore. L’esordio in serie A a Verona, il 18 ottobre di quell’anno. Nei giudizi dei quotidiani specializzati, non a caso, Antognoni fu accostato proprio a quello che era ancora il suo mito e punto di riferimento: Rivera. Poi quindici stagioni da protagonista e da primattore, indossando anche la fascia da capitano. Antognoni era il “Botticelli” della Fiorentina, con cui vinse una Coppa Italia e una Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1975. Nel 1982 sfiorò lo scudetto, nel 1987 fu decisivo per la salvezza dei viola, che rischiavano di finire in serie B e che ottennero la salvezza matematica al San Paolo nel giorno del primo scudetto del Napoli di Maradona, il 10 maggio.

Giancarlo Antognoni calcio di rigore Fonte: Ansa

Campione del mondo nel 1982 con l’Italia

Protagonista anche tra le fila della nazionale di Bearzot, Antognoni ha esordito con l’Italia il 20 novembre 1974 a Rotterdam contro l’Olanda: sconfitta 3-1. Il suo primo gol in un’amichevole dell’aprile 1976 a Torino contro il Portogallo. Ha preso parte alla spedizione azzurra ai Mondiali d’Argentina del 1978, agli Europei in Italia del 1980 e – soprattutto – al vittorioso Mundial del 1982 in Spagna, dove segnò anche un gol nel finale di Italia-Brasile: annullato per fuorigioco, rivelatosi poi inesistente. Ironia della sorte, giocò tutte le partite fuorché la finale con la Germania Ovest, vissuta dalla tribuna del Bernabeu insieme a Galli e Massaro per un infortunio al collo del piede rimediato nella semifinale contro la Polonia.

Antognoni e Sócrates durante i Mondiali Fonte: Ansa

Gli infortuni: da Martina a Pellegrini

Una costante nella carriera di Antognoni, purtroppo, sono stati proprio gli infortuni. Due quelli più rilevanti. Il 22 novembre 1981, per le conseguenze di uno scontro di gioco col portiere del Genoa, Silvano Martina, addirittura, il battito del cuore si fermò e riportò anche una frattura delle ossa craniche. Il tempestivo intervento del massaggiatore viola Ennio Raveggi e del medico sociale dei Grifoni, Pierluigi Gatto, fu determinante per riattivare le sue funzioni respiratorie e lo stesso battito del cuore. Antognoni sarebbe tornato in campo solo a fine stagione, in tempo per vivere in prima persona la “beffa” dello scudetto vinto dalla Juventus all’ultima giornata, grazie a un rigore di Brady a Catanzaro mentre i viola venivano fermati sullo 0-0 a Cagliari, con un gol di Graziani annullato per offside. Altro grave infortunio quello rimediato nel 1984 dopo uno scontro con Luca Pellegrini della Sampdoria, che provocò ad Antognoni la frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra. Antognoni saltò tutta la stagione 1984-85 e rientrò soltanto nel corso del campionato 1985-86.

Giancarlo Antognoni “emigrante” in Svizzera: i due anni a Losanna

Salutata la Fiorentina con la tormentata salvezza del 1987, Antognoni accettò la chiamata del Losanna, in Svizzera, con cui disputò due stagioni. Due annate “serene”, in un calcio con meno pressioni rispetto a quello italiano, anche se l’addio al calcio lo avrebbe celebrato nella “sua” Firenze: il 25 aprile 1989 accorsero in 40mila al Comunale, interessato dai lavori di restyling per Italia 90, per tributare l’ultimo saluto alla bandiera viola.

Gli anni da dirigente in nazionale e in viola

Proprio alla Fiorentina Antognoni ha iniziato la sua lunga carriera da dirigente, inizialmente come osservatore del club presieduto all’epoca prima da Mario e poi da Vittorio Cecchi Gori. È stato anche team manager, quindi direttore generale: a lui si deve l’ingaggio di uno dei calciatori più rappresentativi della Fiorentina negli anni ’90, il portoghese Rui Costa, che in qualche maniera ricordava il suo modo di giocare. Della Fiorentina è stato anche allenatore insieme a Luciano Chiarugi nella parte finale della tribolata stagione 1992-93, senza riuscire nel miracolo di salvare il club da una clamorosa retrocessione in serie B. Dimessosi dai gigliati nel 2001 in seguito al discusso esonero di Fatih Terim, tecnico turco a cui era molto legato, è entrato a far parte della Figc ricoprendo vari incarichi a livello di nazionali giovanili, tra cui quello di capo delegazione dell’Italia Under 21. Nel 2017 è tornato alla Fiorentina, da cui è andato via nel 2021, in seguito a discussioni con la nuova proprietà italo-americana, guidata da Rocco Commisso.

Presenze, reti e tutte le statistiche

Antognoni è detentore del primato di presenze tra i giocatori della Fiorentina, con 341 gare in serie A. Un ruolo da bandiera e simbolo del club viola testimoniato anche da un altro dato relativo alle presenze in nazionale, ben 73: nessuno tra i calciatori viola è riuscito a far meglio.

Giancarlo Antognoni, presenze e gol con la Fiorentina:

  • Presenze e reti in serie A: 341, 61 gol
  • Presenze e reti in Coppa Italia: 61, 10 gol
  • Presenze e reti nelle coppe europee: 19, 1 gol
  • Presenze e reti nelle altre competizioni: 8, 0 gol
  • Presente e reti complessive: 429, 72 gol

Presenze e gol col Losanna:

  • Presenze e reti di Antognoni in Svizzera: 51, 7 gol

Presenze e gol con la nazionale italiana:

  • Presenze e reti di Antognoni con l’Italia: 73, 7 gol

I trofei conquistati in carriera

Nel corso della sua carriera da calciatore, Antognoni ha portato a casa complessivamente tre trofei. A livello individuale, invece, si è aggiudicato diversi riconoscimenti.

I trofei vinti in carriera:

  • 1 Coppa Italia (Fiorentina 1974-75)
  • 1 Coppa di Lega Italo-Inglese (Fiorentina 1975)
  • 1 Campionato Mondiale (Italia, 1982)

I riconoscimenti individuali:

  • Nel 2010 è stato inserito tra le “Leggende del calcio” del Golden Foot
  • Nel 2016 ha vinto il Premio internazionale Giacinto Facchetti
  • Nel 2017, a Roma, è stato insignito del Collare d’Oro al Merito Sportivo
  • Nel 2018 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria “Veterano italiano”.

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