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Ginnastica, medaglia negata a bambina di colore: la disgustosa vicenda che ha mobilitato Simone Biles

L'episodio, il cui video è diventato virale nelle ultime ore, è del marzo 2022: al termine di una competizione giovanile, l’addetta alla premiazioni salta volontariamente l’unica atleta di colore sul podio.

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Dalla ginnastica arriva una storia che riaccende i riflettori sul tema (non ancora superato nemmeno in ambito sportivo) del razzismo. È datato marzo 2022, ma è divenuto virale soltanto nelle ultime ore: al termine di una competizione giovanile, mentre l’organizzazione sta premiando con una medaglia tutte le ragazzine che hanno preso parte alla rassegna, si vede chiaramente come l’addetta alla premiazioni salti volontariamente l’unica atleta di colore presente sul podio.

Quest’ultima, incredula, strabuzza gli occhi, evidentemente stupita nel vedere che a tutte le altre ragazzine la medaglia viene messa al collo, mentre lei rimane senza. Anche il fotografo, che immortala ogni singola premiazione, sembra quasi restare interdetto nell’assistere alla scena, ma poi prosegue a scattare le foto senza curarsene più di tanto. Nessuno ferma il cerimoniale, che prosegue come se nulla fosse. Quasi come se la giovane atleta di colore non meritasse davvero di ricevere la medaglia.

18 mesi dopo, il video virale

A distanza di 18 mesi quel video è diventato virale, anche perché nel frattempo alcune colleghe illustri del mondo della ginnastica non sono rimaste a guardare. Simone Biles, la più famosa al mondo tornata a incantare dopo un paio di anni di crisi, ha voluto inviare un messaggio di vicinanza alla giovane ragazza discriminata e alla sua famiglia.

Ma il clamore suscitato dalle immagini (piuttosto emblematiche) ha fatto si che contro la Gymnastics Ireland si sia scagliato tutto il mondo della ginnastica. La federazione irlandese s’è difesa affermando che la responsabilità della mancata assegnazione della medaglia è da attribuire unicamente alla giudice di gara che era incaricata di procedere con la premiazione, ma è evidente che il “dispiaccio” di agenzia sia un pretesto un po’ arruffato per “lavarsi le mani” e non riconoscere il proprio errore.

La medaglia consegnata in separata sede?

Addirittura alcune fonti hanno riferito che la medaglia alla ragazzina di colore sia stata poi effettivamente consegnata, ma in separata sede e prima di lasciare l’impianto dove si erano svolte le gare.

La famiglia della giovane ginnasta però ha smentito tale versione, rifiutando poi ogni invito a incontrare i vertici della Gymnastics Ireland, che hanno provato a contattare i genitori per porgere loro le scuse in forma privata.

Alla federazione interessa solo salvare la propria reputazione, dando ad altri la colpa di quanto successo

ha spiegato la madre della ragazza, ribadendo la volontà di non voler incontrare nessuno.

La vicinanza di Simone Biles

Se anche una atleta come Simone Biles è arrivata a interessarsi del caso, è facile intuire quanto il clamore scaturito dalla vicenda sia diventato anche un buon pretesto per rimettere nuovamente sotto la lente uno dei più grandi problemi della civiltà contemporanea.

Mi ha spezzato il cuore vedere quel video, non c’è spazio per il razzismo in nessuna disciplina sportiva

ha scritto la Biles.

Che ha voluto mostrare tutto il sostegno alla giovane ginnasta e alla sua famiglia, sia in forma privata, sia dando voce e risonanza a quanto accaduto attraverso i suoi seguitissimi canali social.

Voglio che tu sappia che ho visto come sei stata trattata. Ero assolutamente scioccata e vorrei farti sapere che meriti una medaglia come tutte le altre ragazze. So che ti sei impegnata duramente in questo sporto e sappi che faccio il tifo per te. Ti mando i migliori auguri e so che ci sono altre persone come me che ti supportano.

Le immagini parlano da sole: che succede adesso?

Le immagini del resto parlano da sole: la giudice di gara ha volutamente evitato di premiare la ragazzina di colore, e pertanto diventa difficile oggi provare anche solo a scusare un simile comportamento, che per giunta ha avuto per protagonista una figura che dovrebbe garantire trasparenza e massimo rispetto verso tutte le atlete in gara.

Difficile dire oggi come si evolverà la vicenda: probabile che la giudice di gara possa andare incontro a una sanzione esemplare (verrebbe confermata la tesi della famiglia della giovane atleta, che ha accusato la Gymnastics Ireland di non volersi assumere alcuna responsabilità diretta per i fatti accaduti). Ma la brutta figura resta.

Di più: la consapevolezza che certe piaghe nello sport ancora esistono, alla faccia del tempo che passa. Si scrive 2023, ma sembra di essere tornati indietro di 100 anni o forse anche più.

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