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Giocò con Maradona a Napoli, ora è un clochard povero e malato

Appello alla radio per aiutare un ex calciatore azzurro

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Aveva il caschetto alla Nino D’Angelo (con cui recitò anche nel celebre film “Quel ragazzo della curva B”), un talento acclarato e una grande voglia di vivere. Aveva coronato il sogno di giocare nel suo Napoli e di diventare, sia pure per poche partite, compagno di Maradona di cui divenne anche amico fraterno ma oggi Pietro Puzone sta vivendo un vero e proprio dramma. Era nella rosa del Napoli dello scudetto dell’87 ma ora versa in condizioni disperate, senza soldi nè lavoro.

Puzone oggi non ha più una casa

“Puzone oggi non ha una casa e ha bisogno di aiuto”. L’appello è arrivato da un radioascoltatore della trasmissione La Radiazza di Radio Marte, che ha scritto al conduttore, Gianni Simioli: “Pietro versa in condizioni disumane: è diventato un clochard, dorme sulle panchine e, probabilmente, è malato. Abbiamo segnalato al sindaco questa situazione, ma nessuno è intervenuto”. Quando era calciatore Puzone non si risparmiò mai per aiutare i bisognosi e chi era in difficoltà, come quel bambino di Acerra, la sua città natale, per il quale organizzò una partita di beneficenza con Maradona per raccogliere fondi per l’operazione chirurgica racimolando 20 milioni.

Sulla vicenda è intervenuto in trasmissione anche il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri: “Ce ne siamo occupati già a maggio, in piena emergenza Covid – ha spiegato Lettieri – Io stesso notai l’ex calciatore su una panchina, mentre passavo con l’auto, e lo feci avvicinare dal mio autista. Era insieme ad altre due persone, che erano nelle sue stesse condizioni, e solo una di loro ha accettato di essere aiutata. Invece con Pietro siamo riusciti un paio di volte a fargli fare una doccia e a fargli indossare vestiti puliti per consentirgli di recarsi al Sert in condizioni decenti, ma purtroppo il colloquio con i dottori non è andato bene. Credo che per aiutarlo sarebbe utile che personaggi che hanno vissuto con lui l’epoca del Napoli di Maradona lo agganciassero e facessero da stimolo per fargli capire che lui è ancora qualcuno e che deve farsi aiutare”.

Puzone frequenta una comunità di recupero

“Proprio ieri – ha spiegato un altro radioascoltatore – l’abbiamo accompagnato in comunità, dove inizierà la cura per uscire dal tunnel in cui è finito. E non è vero che è stato abbandonato, ma io, insieme ad altri cittadini acerrani e alla famiglia ci stiamo occupando di lui, ora che ha deciso di tornare a essere la bella persona che è. Sarebbe una bella cosa se i suoi vecchi amici calciatori lo andassero a trovare in ricordo dei bei tempi. Lui ne sarebbe davvero felice”.

Puzone e l’amicizia con Maradona

In un’intervista di 7 anni fa a Calcionapoli24, Puzone era ancora una persona felice. Ricordava l’amicizia con Maradona: “difficile parlare di un solo episodio, ce ne sono tanti. Andavamo spesso a mangiare a ‘La Cantiella’ e poi a ballare al ‘Pinterrè’. Ricordo che una volta andai a casa di Diego e c’era anche Ardiles con due ragazze. Restai per un po’, poi non volevo mantenere nessuna candela e andai via. Una volta con la Ferrari di Diego andammo a Roma e correvamo a 240 km orari, la Polizia ci fermò, ma era solo perchè voleva l’autografo di Maradona”.

Puzone parlava di sè con un po’ di rimpianto: “Prima che arrivasse Maradona a Napoli ero uno dei calciatori più forti delle giovanili del Napoli. Ho debuttato con Rudi Krol, nel marzo dell’82. A capa mia nun è mai stata bbona. Se avessi avuto la testa che ho oggi sarei arrivato molto più in alto”.

All’epoca sembrava non avere problemi e disse: “Ho una figlia che studia, le auguro il meglio. Il mio sogno è semplice, di stare sempre bene. Non mi manca quasi niente e spero di seguire il consiglio di Diego che mi diceva: ‘Nella vita divertiti e fai divertire la gente'”

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