Per tutti, o quasi, è l’immagine del tracollo dell’Inter. Del dolore e della delusione. Vladimir Gresko sarebbe passato quasi come una meteora nel campionato italiano: discreto terzino di fascia con una carriera onesta, senza macchie nè glorie. Tutto prima di quel 5 maggio del 2002. Da quel giorno è cambiata (un po’) la sua vita e il suo nome è stato associato per sempre al “suicidio” sportivo dell’Inter che voleva festeggiare uno scudetto che sentiva già suo e fu beffata all’ultima giornata perdendo contro la Lazio. Lo scudetto andò alla Juve e il 5 maggio divenne epica.
L’errore di Gresko nella gara con la Lazio del 5 maggio
Intervistato da Il Giornale lo slovacco è tornato a raccontare la sua verità su quel fatidico giorno, quando l’ex calciatore dell’Inter Bratislava commise un grave errore regalando a Poborsky la rete del 2-2, sul finire del primo tempo. In questi 18 lunghi anni quella “papera” gli è rimasta appiccicata a vita.
Il ricordo di Gresko del 5 maggio
Lo slovacco ricorda: “C’era un clima strano. Stavamo comunque giocando contro una grande squadra come la Lazio che si stava giocando l’accesso alla Coppa Uefa. Quella è stata una brutta giornata per tutti, forse doveva andare così. Tra l’altro in quell’annata abbiamo perso punti importanti contro il Chievo all’ultimo minuto, dove gli avversari riuscirono a pareggiare, e addirittura perdemmo in casa contro l’Atalanta. Ripeto, forse doveva andare così”.
I tifosi hanno trovato in Gresko il vero colpevole del 5 maggio
Fu una caporetto per l’Inter: “Devo dire la verità: i giornali, i media hanno massacrato un po’ tutti indistintamente. Per quanto riguarda i tifosi invece sono stato preso maggiormente di mira per il mio errore, ma penso che quella partita l’abbia persa tutta l’Inter e non solo un singolo calciatore”. Nessuno dei compagni però gli diede la colpa del ko: “No, devo dire la verità. Molte volte il silenzio vale di più in quei momenti”.
Cosa fa oggi Gresko
L’ex terzino è rimasto nel mondo del calcio: “Sì, sono stato per anni vicepresidente di una squadra in Slovacchia mentre da qualche tempo sono allenatore dell’under 15 di una squadra di Serie A slovacca. La pandemia da coronavirus qui è sotto controllo. Siamo cinque milioni di abitanti e diciamo che abbiamo pochissimi casi al giorno: circa 5. Fortunatamente la situazione qui è contenuta, volendo si potrebbe scendere in campo magari tra un mese, a inizio giugno, Non si sa ancora niente però in merito, vediamo cosa deciderà la Federazione”.