Nei primi 50 anni di Fabio Cannavaro, ex calciatore e allenatore e soprattutto Pallone d’Oro, si condensano l’ambizione e l’orgoglio, forse addirittura il narcisismo, complice quell’estetica dominante nell’epoca dell’apparire che lo rese un modello.
Dai campi di calcio all’ingaggio per le più celebri case di moda fu un attimo, per lui e i suoi compagni di spogliatoio di quell’Italia bella e vincente, capace di superare – in una narrazione epica per il tempo – gli scandali travolgenti della vigilia dei Mondiali, che ebbero il loro culmine a Berlino. Ha vinto e se lo è meritato, per il talento e la disciplina, Fabio Cannavaro.
- Fabio Cannavaro e i suoi primi 50 anni
- Chi è la moglie Daniela Arenoso
- Il matrimonio con Daniela
- Il riferimento della famiglia
- I figli di Fabio e Daniela Cannavaro
- Napoli e il sogno di una panchina
Fabio Cannavaro e i suoi primi 50 anni
Lo ha ribadito – senza filtri e senza ipocrisie – anche in questa intervista-manifesto rilasciata al Corriere della Sera dove riserva a sua moglie Daniela dichiarazioni di stima e amore importanti, rinnovate dal tempo e dalla distanza, condite da un sentimento noto.
A Cannavaro – che ha incontrato la sua compagna giovanissimo – viene domandato infatti: Daniela è gelosa? “Tantissimo, lo è stata e ancora adesso lo è”.
Chi è la moglie Daniela Arenoso
Con Daniela, che di cognome fa Arenoso, la storia è incominciata quando erano poco più che ragazzini a Napoli, dove vivevano entrambi e Fabio sognava già una carriera da calciatore nelle giovanili della squadra della sua città. Uno dei racconti più iconici di quegli anni e di quell’obiettivo è di Ciro Ferrara e di quando, il ragazzino Cannavaro incominciava a farsi vedere e lo adorava tanto da portargli la sacca, in quegli anni partenopei.
Con Daniela (classe 1974) le cose iniziarono grazie all’intraprendenza di lei, secondo quanto si è poi letto negli anni a seguire. Sembra che si fossero notati, ma che a far scattare qualcosa fu una festa che si rivelò decisiva di un’amica: merito (o colpa) di un certo Alfredo che conoscevano entrambi e che fece da mediatore anche involontario probabilmente in questa unione di durata trentennale ormai.
Da sinistra: Paolo Cannavaro, sua moglie Cristiana Martino, Daniela Arenoso e Fabio Cannavaro
Il matrimonio con Daniela
Daniela ha sposato Fabio Cannavaro quando la carriera del difensore Campione del Mondo era già segnata: la cornice era quella del loro presente, del loro vissuto, delle famiglie di appartenenza. Da quella festa, nell’estate pare dei Mondiali ’90, non si lasciarono più.
Sei anni di fidanzamento e un matrimonio celebrato nella chiesa di Sant’Antonio a Posillipo nel 1996 a rinsaldare un legame che si è tradotta nel riferimento saldo, imprescindibile per Cannavaro, uomo e calciatore universalmente ambito e celebrato, nell’euforia degli anni Duemila.
Il riferimento della famiglia
Sua moglie lo ha seguito ovunque, quando si è presentata la necessità o l’urgenza di imprimere una svolta alla carriera calcistica di Fabio. Dalle giovanili del Napoli, infatti, al calcio di vertice il passaggio è stato inevitabile: con lui si è prestata a fare armi e bagagli per vivere a Parma, a Milano, a Torino e Madrid e addirittura gli Emirati Arabi. Indossando maglie importanti come quella del Napoli, e poi Parma, Inter, Juventus e Real Madrid: un’ascesa inarrestabile per il difensore, tra i più forti di sempre.
Ovunque con i tre figli nati da un rapporto che ancora oggi, tra traversie legali e qualche prova difficile, è ancora il riferimento forte di un protagonista assoluto del calcio, oggi in cerca di una panchina che ne confermi le doti.
“Senza il suo sostegno sarebbe stato più difficile. Sono tornato dalla Cina dopo il Covid perché ne sentivo la mancanza. Abbiamo tre figli e la famiglia è un motivo di orgoglio: non è facile tenerla in piedi spesso anche a distanza. Ci vuole pazienza e tanta complicità”, ha detto al Corsera.
E ci sta, perché Daniela è sempre stata presente, ma riservatissima. Indipendente, autonoma e protagonista pur non imponendosi all’attenzione mediatica e scegliendo di non esporsi. Di lei conosciamo quel poco che ha deciso di condividere e per qualche scatto negli anni di maggiore fama del marito. Nella cronaca recente è finita, di riflesso, per la vicenda della villa di Posillipo che ha investito anni addietro marito e cognato, Paolo Cannavaro.
Fabio Cannavaro con Daniela Arenoso a una festa di Capodanno con Alessandro Del Piero e sua moglie Sonia Amoruso
I figli di Fabio e Daniela Cannavaro
Fabio e Daniela hanno avuto tre figli: Christian, Martina e Andrea che sembra promettente come il padre e lo zio (ricordiamoci di Paolo, che ha vestito la maglia del Napoli da bandiera e capitano) e che gioca attualmente nella Lazio U18. Del primogenito, invece, sappiamo che ha deciso di intraprendere gli studi universitari all’estero e dopo aver giocato nel Benevento U19 ha anteposto questo obiettivo al pallone.
Diversamente dai fratelli, Martina invece sembra interessarsi ad altro: su instagram ha già un discreto pubblico che la segue in qualità di food lover e fashion addicted, come si definisce nella sua bio, senza aggiungere altro.
Con i genitori, al pari della mamma Daniela, hanno vissuto in diverse città italiane e all’estero per seguire il padre nella sua carriera di calciatore e di allenatore: non è stato sempre semplice. La stessa Martina aveva raccontato a Il Mattino di quando indossò il burqa per vedere suo padre allo stadio, all’epoca a Dubai, esprimendo con questo fatto una percezione personale.
Fabio Cannavaro e Daniela Arenoso a Madrid, all’epoca del loro trasferimento
Napoli e il sogno di una panchina
Oggi la famiglia Cannavaro ha deciso di fissare la propria dimora a Napoli, in una splendida villa con vista sul Golfo impagabile e dove abitano Fabio con sua moglie Daniela e alla quale fanno ritorno i tre figli quando studi e impegni calcistici lo permettono.
Un riferimento fisso, centrale per la famiglia e per la coppia che ha concentrato i suoi interessi imprenditoriali e che vede ancora palese, franca l’ambizione per l‘ex Campione di Berlino di occupare una panchina.
Dopo l’esperienza a Benevento non esaltante, Fabio Cannavaro deve trovare quell’incarico in Italia che gli permetta di dimostrare quel valore che rivendica con vigore, forte di una gavetta – come la definisce – costruita all’estero e a mettere in una nuova opportunità esperienza e una spolverata di quella cazzimma che lo ha sempre guidato in campo.