L’uomo che ha convinto Zlatan Ibrahimovic a non abbandonare il calcio e a proseguire la carrera.
Apparentemente sconosciuto, Johnny Gyllensjo ha avuto un ruolo chiave nella vita dell’attaccante svedese. Ai microfoni de’ La Gazzetta dello Sport, il primo allenatore di Ibra al Malmoe ha raccontato il passato del calciatore del Milan e ha svelato alcuni retroscena della vita dello svedese.
“Sembra strano ma a 15 anni il suo corpo non era così devastante. Aveva una grande tecnica, questo sì, si allenava a dribblare e in quello era già bravissimo. Fisicamente però è esploso più tardi”.
Gyllensjo ha raccontato le sue prime impressioni quando vide Zlatan: “Ovviamente era forte, questo lo si vedeva subito. Molto diverso dentro e fuori dal campo. Andava sempre ad allenarsi intorno a casa sua, a Rosengard, in mezzo ai palazzi. Se non era all’allenamento con noi, andava a giocare con gli amici dove ora c’è lo Zlatan Court, il campetto costruito per far giocare i bambini della zona”.
Tra le tante storie raccontate sull’infanzia e l’adolescenza di Ibra a Malmoe, ce n’è una che il suo allenatore ricorda particolarmente: “La volta in cui rubò la bicicletta di una persona dello staff tecnico e la riportò al campo il giorno dopo… Non era sempre semplice con lui”.
Secondo il tecnico, ad assomigliare di più ad Ibrahimovic è un suo grande ‘nemico’ in campo: “So che non sono propriamente amici, ma io nell’attitudine, nella personalità, vedo qualcosa di Ibra in Lukaku”.