Quel vaso di Pandora scoperchiato dal caso Valieva avrà i suoi strascichi. Quanto accaduto al nuovo fenomeno del pattinaggio di figura russo, la campionessa bambina, Kamila Valieva, ha inciso profondamente sugli equilibri internazionali e non solo per la vicenda legata all’assunzione di sostanze proibite che la 15enne avrebbe assunto e, in ragione di questa assunzione, che l’avrebbero portata a risultare positiva a un controllo anti doping. La macchina perfetta, quella delle Olimpiadi, si è rivelata meno perfetta del previsto. E il team russo ha mostrato il volto del distacco, rispetto a quanto stava accadendo. A Kamila, alla Valieva. All’astro nascente capace di fare un quadruplo.
- Olimpiadi, Kamila Valieva: il presidente del Cio turbato dal trattamento
- Dopo il caso Valieva, l'ipotesi dell'innalzamento dell'età
- Il presidente del Cio Thomas Bach attacca l'entourage della Valieva
- Kamila Valieva positiva a sostanze proibite: che cos'è la trimetazidina
- Valieva "massacrata", secondo Gios
Olimpiadi, Kamila Valieva: il presidente del Cio turbato dal trattamento
Il presidente Thomas Bach, numero uno del Comitato Olimpico Internazionale, ha espresso il suo disagio rispetto al trattamento e alla freddezza riservata alla Valieva dopo l’esecuzione, imperfetta, del programma che l’ha condotta a finire quarta, nel momento più delicato della sua partecipazione ai Giochi invernali di Pechino 2022.
Dopo il caso Valieva, l’ipotesi dell’innalzamento dell’età
Il prossimo congresso della Federazione mondiale degli sport del ghiaccio (Isu) discuterà l’innalzamento dell’età per partecipare a un grande evento, con un minimo di 17 anni, per passare poi a 18 proprio per cancellare quanto accaduto a Kamila, troppo giovane per affrontare una situazione simile.
Bach, ha detto di essere stato “molto turbato” dalla prova della russa Kamila Valieva nella finale di pattinaggio libero, quando è caduta due volte e a conclusione di una esibizione al di sotto delle sue potenzialità è scoppiata in lacrime, come se fosse ormai incontenibile la pressione subita dopo l’inchiesta a suo carico. Lei che, per la prima volta in una gara ufficiale, era riuscita a eseguire un salto quadruplo.
Il presidente del Cio Thomas Bach attacca l’entourage della Valieva
“Ero molto turbato quando l’ho vista in tv”, ha affermato Bach, perché la pattinatrice quindicenne è stata trattata con “una tremenda freddezza” dagli allenatori dopo la disastrosa prova che l’ha vista finire quarta, ai piedi del podio.
“Vederla lottare sul ghiaccio, vedere come cerca di ricomporsi e finire il suo programma, puoi vedere in ogni movimento del linguaggio del corpo, puoi sentire che questo è stato un immenso stress mentale. Quando poi ho visto come è stata accolta dal suo più stretto entourage, con quella che sembrava essere una tremenda freddezza, è stato agghiacciante. Invece di darle conforto, invece di aiutarla, erano distanti. E se interpretavi il linguaggio del corpo, era anche peggio perché c’erano anche dei gesti sprezzanti”. Bach ha poi aggiunto che il Cio esaminerà le regole relative ai limiti di età per le competizioni per adulti, e anche se gli atleti minorenni dovrebbero subire le stesse sanzioni antidoping degli atleti senior. Ma ha aggiunto “questo richiede un attento studio”.
Riferendosi alla sua allenatrice, Eteri Tutberidze, il presidente ha espresso le sue perplessità:
“È stato agghiacciante vedere come è stata accolta dall’entourage”. Bach ha detto di sperare che la Valieva “abbia il sostegno della sua famiglia, il sostegno dei suoi amici e il sostegno delle persone che l’aiutano in questa situazione estremamente difficile” e ha ribadito che il Cio aveva chiesto all’Agenzia mondiale antidoping (Wada) di indagare sugli allenatori e sui consulenti intorno a Valieva.
La freddezza della Tutberidze nei riguardi della giovanissima pattinatrice è stata fissata dalle telecamere che, impietose, hanno raccolto la sua frase spietata: “Perché hai smesso di lottare?”, mentre Kamila era esplosa in un pianto irrefrenabile.
Rispondendo a una domanda di un giornalista russo sul ruolo del Cio e delle eventuali responsabilità per quello che è successo alla Valieva, Bach ha risposto in modo univoco.
“C’è un campione A positivo e questo campione A positivo deve essere affrontato e non lo stavamo ignorando. Stiamo seguendo lo stato di diritto e abbiamo a che fare allo stesso tempo con una minorenne, con una ragazza di 15 anni che ovviamente ha una droga nel suo corpo che non dovrebbe essere nel suo corpo. E quelli che le hanno somministrato questo farmaco nel suo corpo sono colpevoli”.
Kamila Valieva positiva a sostanze proibite: che cos’è la trimetazidina
Come è emerso, il campione del 25 dicembre è risultato positivo alla trimetazidina, un farmaco proibita di cui si è trovato traccia e che avrebbe avuto una funzione importante nell’aumentare la resistenza fisica della giovanissima campionessa russa. Il TAS le ha permesso, poi, di gareggiare ma l’intervento del CIO è stato netto, forse ancora di più, sulla questione medaglie.
Il caso Valieva, così come è stato definito pur considerando che Kamila sia poco più che una bambina, ha sollevato interrogativi più che legittimi – al di là della singola vicenda – sull’opportunità di esporre ragazze e ragazzi così giovani ad una attenzione pubblica e mediatica ingombrante, troppo per chi si affaccia alle Olimpiadi da adolescente.
Valieva “massacrata”, secondo Gios
“Non è utile per il nostro sport avere campioni di 15 anni che l’anno dopo spariscono. I campioni devono rimanere nella storia, come Katarina Witt, Carolina Kostner”, ha osservato Gios.
“Questa ragazza è stata massacrata, non è riuscita a pattinare, proprio lei che faceva cose straordinarie”, ha commentato Gios osservando come la Valieva si sia abbandonata, quasi, a fine esibizione.
Sollevata, probabilmente, dopo aver subito ogni tipo di pressione. Dentro e fuori le dinamiche che l’hanno condotta fino a Pechino 2022.
VIRGILIO SPORT