Riscoperto definitivamente solo negli ultimi anni, il curling è, in realtà sport olimpico di lunga data. Il regolamento di questo peculiare e appassionante sport non è così complicato, ma non tutti lo conoscono. Scopriamolo insieme.
Un po’ bocce, un po’ hockey, il curling è una disciplina di squadra praticata su pista ghiacciata, che si gioca con scope e pietre di granito levigato (le stones) da far scivolare sulla superficie puntando a una precisa porzione della pista, che permette di andare a punto.
- La storia del curling
- Attrezzatura per praticare il curling
- Campo da curling
- I giocatori
- Come si lancia lo stone
- Azione di scopa
- Punteggio della partita
La storia del curling
Disciplina olimpica fin dalle Olimpiadi invernali del 1924 tenutesi a Chamonix, il curling fu poi abbandonato, per poi essere ripreso solo come sport dimostrativo dal 1932 al 1992. Il ritorno nel programma olimpico arriva nel 1998 a Nagano, con le gare per il maschile e il femminile. Nel 2018, invece, a PyeongChang viene inserito in tabellone anche il doppio misto.
Proprio il suo ritorno nel programma olimpico, porta il curling a una nuova giovinezza, attirando interesse e sportivi in diverse parti del mondo. Prima di allora, si trattava di uno sport semi-sconosciuto ai più, praticato principalmente in America del Nord, ma con poco seguito nelle altre Nazioni. Lo stesso si può dire per l’Italia, seppur fosse praticato anche da noi fin dagli anni ’70 del Novecento.
Lo scopo del curling, che vede sfidarsi squadre da due o quattro giocatori ciascuna, è quello di lanciare le stones in modo da avvicinarsi il più possibile verso la cosiddetta casa (house). Un giocatore scivola sul ghiaccio tenendo la stone per il manico e lasciandola prima della cosiddetta hog line, l’altro, invece, indirizza la traiettoria della pietra scaldando attraverso frizione con la scopa il ghiaccio davanti a lei.
Detto questo, le origini del curling sono insospettabilmente antiche e, per ovvie ragioni, legate ai Paesi del Nord. Seppur non nella sua forma attuale con scope e stones, ma più come una sorta di sfida a “bocce sul ghiaccio”, se ne sono ritrovate tracce in un’abbazia del Regno Unito risalente al Medioevo che ne fanno presuppore una diffusione in Galles e Scozia.
Nel corso dei secoli, le regole e le modalità di gioco si sono viste stravolgere. Il primo regolamento ufficiale risale agli inizi dell’Ottocento e redatto dal Grand Caledonian Curling Club, fondato a Edimburgo nel 1838 e che, una trentina di anni dopo, nel 1967, promosse la fondazione della World Curling Federation (WCF). In Italia, il curling è parte integrante della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (FISG).
Attrezzatura per praticare il curling
Stone
Dotata di manico fissato alla parte superiore per agevolarne il lancio, la stone (o sasso) è una pietra di granito levigato dal peso compreso tra i 17,24 e i 19,96 chilogrammi (l’equivalente, rispettivamente, di 38 e 44 libbre. La circonferenza massima è di circa 91,44 centimetri (pari a 36 pollici), mentre l’altezza (manico escluso) è di circa 11,43 centimetri (4,5 pollici). Le stones di una squadra o dell’altra si differenziano per il colore dei manici, solitamente e nei tornei ufficiali, si utilizzano semplicemente il rosso e il blu.
Le tipologie di granito di cui è fatta una stone sono tradizionalmente due: il Blue Hone e l’Ailsa Craig Common Green, caratteristici dell’isola di Alisa Craig, al largo della Scozia. Negli ultimi anni, però, con l’isola divenuta riserva faunistica, la cava ha visto scendere la produzione e, così, gran parte del granito (chiamato Trefor) arriva ora dal Nord del Galles.
La pietra è a contato con il ghiaccio solamente per una specifica parte, detta corona. Si tratta di un anello dal diametro compreso tra 0,635 e 1,27 centimetri (0,25/0,5 pollici) e spesso circa 12,7 centimetri (5 pollici) che presenta la parte concava e vuota, così da agire sul ghiaccio, eliminandolo al suo passaggio.
In tempi recenti, la pietra ha visto l’introduzione di un dispositivo elettronico rinominato Eye on the Hog che, posto sul manico, permette di rivelare eventuali casi di hog line violation, uno dei falli di gioco più frequenti che consiste nel mantenere il contato con il manico nel momento in cui la stone supera la cosiddetta hog line. Obbligatoria per le competizioni ufficiali, visti i costi non proprio abbordabili, difficilmente lo si ritrova nelle altre manifestazioni. Successivamente alla prima infrazione, ogni infrazione successiva in partita farà sì che lo stone debba essere eliminato dal gioco secondo le disposizioni del giudice.
Scopa
Attrezzo fondamentale, la scopa da curling viene utilizzata dai compagni di squadra di chi lancia per indirizzare al meglio la stone e accompagnarla verso la casa. Quelle attuali presentano il pad (la parte terminale), fatta in stoffa, crine o pelo di animale/sintetico e un manico in fibra di carbonio o vetroresina che, rispetto, a quelle in saggina e legno utilizzate in passato, permettono di sfregare con maggiore vigore e velocità, riducendo il rischio di rottura.
Scarpe
Le scarpe da curling presentano la particolarità di essere differenti nello stesso paio. Una, infatti, è progetta per permettere al piede di scivolare sul giacchio e presenta una suola chiamata, appunto, scivolo, l’altra, invece, ha una suola che svolge la funzione opposta e, quindi, non scivola. La prima suola è solitamente realizzata in Teflon, la seconda anche in semplice materiale plastico.
Campo da curling
Altro elemento caratteristico del curling è il campo su cui si disputano le partite. Si tratta di una superficie ghiacciata livellata in modo pressoché perfetto per permettere alla stone di scivolare, mantenuta durante i grandi eventi a una temperatura costante di -5 °C. Lunga circa 45-46 metri e larga 4,4 metri, presenta in prossimità delle estremità, la cosiddetta casa, porzione di campo centrata longitudinalmente sul campo e a 3,66 metri dalle staffe, caratterizzata da tre anelli concentrici.
Il più esterno, di colore blu presenta un diametro di 3,66 metri e viene chiamato twelve-foot ring (anello da 12 piedi), quello interno, bianco, misura 2,44 metri (eight-foot ring) e, infine, quello più piccolo, al centro e rosso è detto four-foot ring e ha un diametro di 1,21 metri. Per andare a punti, occorre indirizzare la stone in modo che si fermi almeno all’anello blu. La porzione di campo posta esattamente al centro della casa è detta bottone (button), mentre le due linee che delimitano l’area di tiro dette hog lines sono poste a 10,05 metri dalle staffe, supporti da cui i giocatori si danno la spinta per effettuare il tiro.
Componente fondamentale della pista di gioco è lo spargimento di goccioline di acqua sul ghiaccio per rendere un effetto grumoso, su cui far muovere la pietra. Chiamate pebble, le goccioline vanno fatte riformare prima di ogni partita e influenzano la traiettoria della stone.
I giocatori
Solitamente, in una squadra ci sono quattro giocatori, che assumono i ruoli di:
– lead, è il primo giocatore al lancio
– second, colui che lancia per secondo
– third, colui che lancia per terzo
– skip, è il capo squadra. Ha l’esclusiva direzione del gioco e può giocare nel ruolo che desidera.
Quando è il suo turno, lo skip sceglie uno dei propri giocatori come vice-skip, che dovrà conservare tale compito per tutta la durata della partita. I giocatori, eccetto lo skip ed il vice, non possono sostare dietro la casa, bensì devono piazzarsi tra le due hog lines che limitano le zone protette (free guard zone), tranne ovviamente quando devono agire di scopa o lanciare il proprio stone.
Come si lancia lo stone
Nella fase di lancio, lo stone deve essere lasciato prima che esso tocchi la più vicina hog line. Se lo stone colpisce un altro stone, quello lanciato sarà rimosso dal gioco e ogni stone toccato dovrà essere rimesso al punto d’origine.
Se un giocatore lancia uno stone fuori turno, questo sarà immediatamente rimosso dal gioco e restituito al giocatore per essere lanciato al proprio turno. Quando l’errore viene rilevato dopo che lo stone si è fermato o ha colpito un altro stone, la mano continuerà come se non ci fosse stato errore. Il giocatore che ha saltato il turno lancerà lo stone rimasto come ultimo stone della mano per la propria squadra.
Qualora due stones di una squadra fossero lanciati in successione nella stessa mano, lo skip avversario rimuoverà l’ultimo stone giocato, rimpiazzando ogni stone mossa a sua completa soddisfazione. Lo stone rimosso potrà essere rilanciato in quella mano, per ultimo, dal medesimo giocatore.
Uno stone lanciato che non supera completamente la hog line opposta, viene rimosso immediatamente dal gioco, a meno che nella sua corsa non abbia toccato un altro stone in posizione di gioco valida. Allo stesso modo, uno stone che oltrepassa completamente la linea di fondo, o che tocchi la linea o bordo laterale viene immediatamente rimosso dal gioco.
Stones toccati
Se uno stone in movimento viene toccato da un giocatore della squadra che lo ha lanciato, o dal loro equipaggiamento, esso sarà rimosso immediatamente. Se lo skip avversario ritiene che la rimozione possa costituire un vantaggio per la squadra in difetto, allora può posizionare lo stone nella posizione di potenziale arrivo. Inoltre, può mettere in nuova posizione qualsiasi stone che sarebbe stata spiazzata dallo stone in movimento se non fosse stato toccato. Se uno stone in movimento è toccato da un giocatore della squadra avversaria o dal suo equipaggiamento, lo skip della squadra in gioco può piazzare lo stone nella posizione di potenziale arrivo.
Se la posizione di qualsiasi stone viene alterata da uno stone lanciato irregolarmente, lo skip avversario può:
- rimuovere lo stone “bruciato” e ricollocare tutti gli altri nella posizione che egli consideri come originaria;
- lasciare lo stone “bruciato” e tutti quelli spiazzati nella posizione in cui sono. In questo caso lo stone “bruciato” ritorna in gioco.
Se uno stone fermo, che avrebbe potuto deviare uno stone in movimento, viene toccato dalla squadra che è in gioco, a discrezione dello skip avversario, lo stone in movimento può essere rimosso dal gioco o lasciato nella posizione di arrivo:
- se lo stone in movimento viene rimosso dal gioco, allora tutti gli stones eventualmente spiazzati dovranno essere ricollocati nella posizione originaria dallo skip avversario;
- se lo stone in movimento è lasciato nella posizione di arrivo, anche gli stones eventualmente spiazzati dovranno rimanere dove si sono fermati.
Gli stones lanciati dal primo giocatore in free-guardzone non possono essere spiazzati dal lead avversario. In caso, lo stone in difetto viene rimosso e quello spiazzato ricollocato nella posizione originaria, a discrezione dello skip avversario.
Azione di scopa
Tra le due tee-lines, uno stone lanciato o uno messo in movimento da uno lanciato, può essere soggetto ad azione di scopa (sweeping) da parte di uno o più giocatori della squadra in gioco. Uno stone fermo deve essere colpito e messo in movimento da un altro prima di essere soggetto ad azione di scopa.
Tra le due tee-lines nessun atleta può utilizzare la scopa per lo stone avversario. Superata la tee-line lo sweeping è consentito ai soli skip o vice. Essi potranno iniziare l’azione solo dopo che lo stone avversario abbia raggiunto tale linea. L’azione di sweeping deve svolgersi in modo ortogonale al senso di direzione, anteriormente a tutta la superficie coperta dallo stone e l’ultimo movimento della scopa deve essere rivolto verso l’esterno.
Punteggio della partita
A una squadra è assegnato un punto per ciascuno stone, nella casa, più vicino al button rispetto al più vicino stone avversario. La somma dei punti ottenuti nelle otto mani disputate darà il punteggio della partita. Ogni stone che tocca il cerchio esterno è in casa ed assegnabile come punto.
Una mano sarà dichiarata conclusa nel momento in cui gli skip o i vice, sono d’accordo circa il punteggio. Se due o più stones sono parimenti vicini al centro da rendere impossibile l’impiego del compasso misuratore, la mano sarà considerata nulla ovvero l’ulteriore punto non sarà assegnato.
A vincere la manche è la squadra che riesce a posizione il sasso più in prossimità del button. Allo stesso modo, il resto del punteggio è calcolato tenendo conto della posizione degli otto stones lanciati. La partita si chiude con il successo della squadra che riesce a ottenere il punteggio maggiore sulle dieci manche disputate. Al termine di ogni manche, inoltre, chi vince ha diritto a conteggiare i punti in base alla posizione dei suoi stones rispetto al centro della casa. Ogni stone che si trova più in prossimità del centro rispetto a quelle degli avversari vale un punto. Ogni manche, quindi mette a disposizione un massimo di otto punti.