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Il ricordo di Higuain: "Durante la pandemia non volevo tornare alla Juve"

L’ex attaccante della Juventus, Gonzalo Higuain, ha spiegato: “Volevo lasciare il calcio, ho continuato a giocare per mia madre”.

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Il ricordo di Higuain: "Durante la pandemia non volevo tornare alla Juve" Fonte: Getty Images

E’ stato per anni uno degli attaccanti più forti del pianeta ed oggi, dopo aver vestito maglie gloriose come quelle di River Plate, Real Madrid, Juventus, Milan e Chelsea, si sta godendo un calcio totalmente diverso da quello al quale era abituato.

Gonzalo Higuain dal settembre 2020 è un giocatore dell’ Inter Miami e, in un’intervista rilasciata ai microfoni di ESPN, ha ammesso di essere felicissimo negli Stati Uniti.

“Questo è uno dei momenti più belli della mia vita. Mi sto godendo la crescita di mia figlia e posso passare più tempo con mia moglie. Ritrovare questa tranquillità dopo la morte di mia madre è stato meraviglioso. Prima c’era più pressione perché il calcio è una giungla, mentre oggi se segno un goal posso andare ad abbracciare mia figlia. Mio padre, i miei fratelli, tutta la mia famiglia è più felice. Mi sto godendo una città meravigliosa, posso uscire per prendere un gelato. Sono più calmo e sto facendo di tutto affinché la mia famiglia non sopporti più quello che ha dovuto sopportare per anni”.

Higuain è reduce da un anno molto duro anche e soprattutto dal punto di vista familiare.

“Sono tornato in Argentina ed ho detto a mia madre che non sarei ripartito finché lei non fosse guarita. Ho combattuto per lei, ma mi ha detto che così sarebbe morta prima perché mi avrebbe visto lasciare ciò che amavo. Stavo per lasciare il calcio, ma ho continuato a giocare per lei. Quando è scoppiata la pandemia ed ero in Argentina non volevo tornare alla Juventus, perché mi sembrava un’aberrazione che si continuasse a giocare nonostante i tanti morti. Nel calcio se ne fregano della vita delle persone, ci hanno fatto giocare per tenere occupata la testa delle persone che erano chiuse in casa. Non volevo tornare e sono stato criticato da destra e sinistra, ma era quello che sentivo”.

L’attaccante argentino ha ricordato come quella dei giocatori sia anche una vita piena di sacrifici.

“La gente parla dei milioni e delle case, ma nessuno mi ha regalato niente. Ho iniziato a lavorare quando avevo nove anni e non ho chiesto niente a nessuno. Ho passato compleanni da solo, sono andato in Russia per i Mondiali il giorno dopo che è nata mia figlia e sono tornato in Argentina quando mia madre è stata male. Un calciatore fa tanti sacrifici”.

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