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Illia Golem morto d’infarto a 36 anni, il Mutante scomparso dopo giorni di coma: sfida folle, dieta da 16mila calorie al giorno

La notizia è stata confermata da sua moglie Anna ai media bielorussi: il culturista, molto seguito sui social, non si era più risvegliato dopo un attacco cardiaco

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Illia Golem morto d’infarto a 36 anni, il Mutante scomparso dopo giorni di coma: sfida folle, dieta da 16mila calorie al giorno Fonte: ANSA

La sua potenza fisica avrebbe suggerito la sua intoccabilità, invece Illia Golem, per gli appassionati il body builder «più mostruoso» al mondo, è stato stroncato a soli 36 anni da un infarto fulminante.

Purtroppo a darne conferma è stata la moglie Anna, che ha comunicato al quotidiano bielorusso «Onliner», suscitando estrema emozione negli appassionati e che avevano coltivato la speranza che potesse riprendersi e superare questa fase.

Golem è morto, la conferma della moglie Anna

Secondo quel che riporta il Daily Mail, Golem è deceduto alcuni giorni fa ma la notizia è stata data soltanto in queste ore dalla vedova che ha deciso di rompere il silenzio in merito alle sue condizioni: il culturista aveva avuto un infarto il 6 settembre scorso.

Assistito immediatamente in casa proprio dalla moglie Anna, che ha eseguito le manovre salvavita in attesa dell’ambulanza, Golem è rimasto vivo fino all’arrivo dell’elicottero che lo ha trasferito in ospedale dove gli sono state prestate le prime cure e il ricovero immediato nel reparto deputato.

“Ho pregato per tutto questo tempo, sperando che Illia si riprendesse”, ha riferito Anna ai media locali bielorussi. “Ho trascorso ogni giorno al suo fianco, sperando, e il suo cuore ha ricominciato a battere per due giorni, ma il medico mi ha dato la terribile notizia che il suo cervello era morto”.

La compagna ha trovato la forza per manifestare la sua personale vicinanza a quanti le avevano dimostrato affetto, attraverso i social e ogni piattaforma possibile: “Ringrazio tutti per le condoglianze. È molto commovente realizzare che non sono lasciata sola in questo mondo, e così tante persone mi hanno offerto aiuto e sostegno”.

Una solidarietà affettuosa, sentita nei riguardi di un personaggio seguito e apprezzato sui social dove i suoi estimatori commentavano le sue scelte da culturista. Le notizie trapelate e riferite dal quotidiano russo Kommersant aveva reso pubblica la gravità delle condizioni di Golem:

“Il 6 settembre l’atleta ha avuto un infarto ed è entrato in coma”, mentre la sua morte è stata confermata l’11 settembre scorso.

Icona sui social media: l’affetto del pubblico

Pur non gareggiando a livello professionistico, il body builder è diventato un’icona sui social media, con oltre 300.000 follower su Instagram e i fan lo vedono come qualcuno che ha sfidato i limiti delle capacità umane. A quanto si dice, a scuola in Bielorussia pesava 70 kg e non riusciva a fare nemmeno una flessione.

“La mia trasformazione è il risultato di anni di duro allenamento e disciplina, abbinati a una conoscenza approfondita della fisiologia dell’esercizio fisico e della nutrizione”, aveva affermato. “La mia missione è quella di infondere nelle persone l’etica del lavoro, affinché possano superare e superare le proprie paure, agendo con sicurezza per migliorare se stessi e chi li circonda”.

Il mito di Schwarzenegger

In un’intervista con Muscular Development nel 2020, ha dichiarato di aver iniziato il suo percorso nel bodybuilding da adolescente, con il desiderio di seguire le orme dei grandi. “Tutto quello che sapevo era che volevo avere petto e bicipiti come Arnold Schwarzenegger“, aveva spiegato.

Il suo obiettivo prima di morire era raggiungere i 173 kg con un allenamento molto tirato, una dieta altrettanto rigida che Golem seguiva. I pasti che consumava durante il giorno erano sette, come aveva spiegato a chi lo seguiva sui social con attenzione.

La dieta speciale

La sua partenza al mattina prevedeva una colazione con una ciotola da 300 grammi di fiocchi d’avena. Alle 11 la prima merenda: 108 pezzi di sushi composti da 1.600 grammi di riso e 800 di salmone. A pranzo largo alle proteine con 1,3 chili di bistecca di manzo, crepes e gelato. A metà pomeriggio la seconda merenda a base di pasta e un piatto di riso e olive. Poco più di un’ora più tardi, altra pasta con 200 grammi di formaggio. E ancora carne alle 19.30 (un’altra bistecca da 1,3 chili) con 700 grammi di ricotta e, infine, alle 21.15 chiusura con 14 pancake grondanti sciroppo d’acero.

Illia aveva vissuto in Bielorussia, poi si era trasferito nella Repubblica Ceca, negli Stati Uniti e a Dubai. Non è il primo culturista a morire giovane di recente e la sua scomparsa solleverà probabilmente interrogativi sui rischi per la salute associati al body building.

Era diventato famoso per i suoi allenamenti rigidi: la palestra era il suo mondo. Aveva iniziato a frequentarla da bambino — con il sogno di emulare i suoi idoli, Arnold Schwarzenegger appunto e Sylvester Stallone — e per lui era una seconda casa. Conosciuto anche con il soprannome di «Mutante» o «La Bestia», Golem seguiva anche un rigido regime alimentare, che non era per tutti.

I pasti che consumava durante il giorno erano sette. Si iniziava la mattina con la colazione con una ciotola da 300 grammi di fiocchi d’avena. Alle 11 la prima merenda: 108 pezzi di sushi composti da 1.600 grammi di riso e 800 di salmone. A pranzo largo alle proteine con 1,3 chili di bistecca di manzo, crepes e gelato. A metà pomeriggio la seconda merenda a base di pasta e un piatto di riso e olive. Poco più di un’ora più tardi, altra pasta con 200 grammi di formaggio. E ancora carne alle 19.30 (un’altra bistecca da 1,3 chili) con 700 grammi di ricotta e, infine, alle 21.15 chiusura con 14 pancake grondanti sciroppo d’acero.

Il motto di Golem

“Vietato sgarrare” era il suo motto, l’immagine che si era costruito era talmente plasmata su questi miti artificiali da destare inevitabili interrogativi. Domande che ancora oggi reiterano sulle home page dei principali siti di informazione, ben oltre i confini bielorussi, dallo statunitense TMZ al britannico Daily mail o all’indiano Times of India. Ieri la triste conferma, oggi i quesiti dovuti per comprendere se e perché si sia consumata questa tragedia.

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