Alla fine il Giudice Sportivo ha preso tempo, rimandando ad ulteriori approfondimenti di indagini ma non solo: la beffa per Lukaku, dopo i cori razzisti che ha subìto a Cagliari e che hanno portato all’indignazione popolare da parte di tutto il mondo dello sport, è arrivata dalla sua stessa tifoseria. Il comunicato diffuso dalla curva Nord che “giustifica” i tifosi sardi, invitando il bomber a non considerare come razzisti quei cori ma solo originati dalla paura per un avversario forte, hanno riproposto il caso sotto i riflettori.
IL TWEET – Maurizio Pistocchi è rimasto scosso come tutti e su twitter scrive: “In tutta Europa si parla della lettera aperta della Curva Nord interista a R.Lukaku: questi “tifosi” non si rendono conto che il loro comportamento getta discredito sull’immagine del club e danneggia i suoi rapporti istituzionali e commerciali”. Montagne di commenti da parte dei follower: “Le istituzioni devono porre fine al tifo organizzato. Bisogna impedire che questi imbecilli ed ignoranti si raggruppino” o anche: “Andato via Icardi credevo finalmente l’avessero finita di fracassare le go…. Niente, nemmeno un giorno hanno resistito…”.
LE REAZIONI – L’altra parte del tifo nerazzurro prende decisamente le distanze: “NOI veri tifosi nerazzurri ci dissociamo e condanniamo fermamente questi personaggi. Pieni di ignoranza e imbecillità. Aderiamo in toto ai valori fondanti la nostra glorosa società. Noi siamo fratelli del mondo!” o anche: “Da interista, reputo da sempre imbarazzante la curva nord. Gente ignorante con manie di protagonismo. È ora che in Italia si ponga fine al tifo organizzato!” oppure: “Una lettera talmente demenziale non l’ho mai letta. Non oso immaginare quando arriverà Koulibaly a San Siro. O qualcuno di colore in Champions. Ci faranno squalificare lo stadio per un anno” e infine: “Abbiamo visto per due domeniche consecutive, una volta a Milano e una volta a Roma, le curve che hanno fatto una coreografia autorizzata dalla polizia (!!) in favore di uno spacciatore ucciso in modo violento , senza battere ciglio, ma di cosa ci stupiamo..”.