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Inter, Dumfries: da erede di Hakimi a riserva di Darmian

Nelle gerarchie l'olandese è abbondantemente dietro all'esterno italiano: due sole presenze da titolare in A e un assist messo a referto.

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Inter, Dumfries: da erede di Hakimi a riserva di Darmian Fonte: Getty Images

Il giorno dell’ufficializzazione di Denzel Dumfries in qualità di nuovo giocatore dell’ Inter, il pensiero comune era che la società nerazzurra avesse agito nel miglior modo possibile per tamponare il vuoto lasciato da Hakimi sulla corsia di destra mantenendo, allo stesso tempo, un occhio vigile verso una situazione economica da maneggiare con estrema delicatezza. 

Profilo di livello internazionale, piena maturità calcistica, buone prestazioni a Euro 2020 e un costo del cartellino tutto sommato contenuto che ha spinto Marotta ad affondare il colpo mettendo nero su bianco l’accordo con l’esterno olandese proveniente dal PSV. 

Dopo una discreta partenza con tanto di assist a referto nell’esordio da titolare nel 6-1 al Bologna, il classe 1996 si è decisamente arenato. In campionato ha ritrovato i gradi da titolare soltanto nel match contro il Sassuolo e su nove partite complessive, sei le ha disputate da subentrato trovandosi gioco forza relegato a ruolo di vice Darmian, sempre più certezza all’interno dello scacchiere inzaghiano.

Decisamente rivedibile è stato il suo ingresso in quel di San Siro contro la Juventus. Praticamente al 90′, l’esterno orange è intervenuto in maniera scomposta su Alex Sandro provocando il calcio di rigore poi trasformato da Dybala per il definitivo 1-1.

E proprio riguardo all’ingresso in campo del laterale in maglia numero 2, Inzaghi ha spiegato nel post partita:  “Ivan a fine primo tempo era sul lettino dei massaggi, aveva un problemino al flessore. Poi mi ha fatto segno che non aveva problemi, ma ha preso l’ammonizione e poi è entrato Chiesa. E così in superiorità prendi goal su rigore dopo non aver subito niente…”.

Quello di Dumfries sul pianeta Inter non è stato di certo un impatto fragoroso paragonabile a quello del suo illustre predecessore ma parlare già di bocciatura sarebbe un esercizio quantomeno azzardato. La palla ora passa al giocatore, chiamato a dare battaglia a suon di prestazioni per ritrovare centralità sul binario di destra. 

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