Quattro anni fa con la Namibia finì 47-22. E non fu una prestazione di quelle indimenticabili: tre mete concesse, qualche errore di troppo, la sensazione di una vittoria scontata, ma poco rassicurante. Quattro anni dopo è finita 52-8 e in qualche misura quelle stesse sensazioni qualcuno le ha provate lo stesso, ma far passare come deludente il debutto degli azzurri di Crowley nella rassegna francese è oggettivamente ingeneroso.
Vero, nel primo tempo si poteva e si doveva fare meglio, con qualche errore di troppo per forzature non richieste e in generale una predisposizione un po’ pigra a risalire il campo e a mettere pressione sugli avanti africani. Nella ripresa però la sveglia è suonata, e forse è questa la vera chiave di volta dalla quale si dovrebbero imparare a guardare le cose: una volta nella ripresa l’Italia andava in difficoltà con le big e rallentava il gioco con le piccole, adesso semplicemente tiene il piede premuto sull’acceleratore. I cambi hanno prodotto ancora una volta l’esito desiderato, un po’ come successo contro il Giappone nell’ultimo test match, e allora è giusto pensare che l’orizzonte possa essere un po’ più sereno.
Numeri
Se basterà tutto questo per battere All Blacks e Francia è presto per dirlo, ma alla fine i conti gli azzurri li hanno fatti tornare. E hanno fatto abbondantemente il loro: vinto con bonus (obiettivo minimo), mandato a referto 7 mete con altrettanti uomini (Cannone, Paolo Garbisi, Lamb, Capuozzo, Faiva, Zuliani e Odogwu), concesso soltanto 8 punti a una squadra che pure non ha rinunciato a giocare, premendo soprattutto nei primi 50’ di partita.
Solo una volta nelle 8 precedenti edizioni del mondiale (in totale fanno 31 gare) l’Italia aveva segnato più punti in una singola partita, quando vinse 53-17 contro la Russia nel 2011. E soltanto in un’altra occasione aveva subito meno punti (Italia-Portogallo 31-5 nel 2007). I 44 punti di scarto, poi, sono un unicum assoluto nella storia azzurra. È un dato di cui tener conto e dal quale ripartire verso la sfida con l’Uruguay del prossimo 20 settembre, quando un’altra vittoria garantirebbe il pass per la Coppa del Mondo 2027. Anche se il vero obiettivo è spingersi per la prima volta ai quarti, ma questa è un’altra storia.
Commenti
Nonostante la giovane età , il gruppo azzurro sa perfettamente che servirà qualcosa in più a livello di continuità di rendimento ed efficacia nel gioco (anche alla mano) per cercare di fare la storia. Lorenzo Cannone, eletto Man of the Match, lo ha fatto capire tra le righe commentando il debutto vittorioso nel mondiale:
Abbiamo pagato un pizzico di emozione, dal momento che eravamo in tanti ad essere per la prima volta su questo palcoscenico. C’è stata un po’ di frenesia all’inizio, poi dopo l’intervallo ci siamo sciolti e penso che sia venuta fuori la nostra vera essenza. È comunque un buonissimo inizio, anche per me a livello personale, dato che la meta segnata in avvio di partita mi ha permesso di sbloccarmi anche mentalmente. Adesso abbiamo 11 giorni di tempo per riposare e aspettiamo di vedere cosa faranno le altre.
Michele Lamaro, il capitano, ha fatto capire che mai come stavolta il risultato veniva prima di tutto:
Contava vincere, e farlo con il bonus. La prestazione a mio modo di vedere c’è stata: la Namibia non è una squadra così sprovveduta, nel primo tempo ha fatto vedere di saper giocare bene e con grande efficacia, oltre a mostrare una condizione atletica più fresca. Nel secondo tempo ci siamo imposti fisicamente grazie anche agli ingressi dalla panchina e questo ci ha permesso di scavare un bel solco. Però sappiamo di dover essere più precisi nella lettura del gioco e di certe situazioni, quindi con l’Uruguay dovremo alzare il nostro livello. Ma intanto godiamoci questo bell’inizio.
Italia-Namibia: TOP
In una gara dove lo spettacolo a tratti è stato un po’ assente, e dove solo nella ripresa s’è vista una partita più aperta e imprevedibile, la certezza si chiama Lorenzo Cannone: la terza linea del Benetton è stato il primo a rompere il ghiaccio, trovando la meta al primo vero affondo e poi giocando una gara intelligenza e di grande concretezza. Ma forse le cose migliori le fa vedere in difesa, specie quando i namibiani hanno premuto sull’acceleratore.
Menzione d’obbligo anche per Michele Lamaro e Ignacio Brex, sempre precisi e puntuali nei punti d’incontro così come per Paolo Odogwu e Manuel Zuliani che col loro ingresso in campo nella ripresa hanno saputo offrire quel valore aggiunto di cui l’Italia aveva bisogno per annacquare le velleità dei namibiani di accorciare la forbice. Giusto rimarcare anche l’8/8 al piede di Tommaso Allan, che all’ala non incanta (meglio quando viene spostato a fare l’apertura), ma che dalla piazzola mostra precisione anche da posizione non sempre agevole.
Italia-Namibia: FLOP
Ange Capuozzo è l’uomo copertina della spedizione azzurra, e qualcuno si sarà chiesto dove si è andato a nascondere nei primi 40’. In realtà la sua partita comincia dopo l’intervallo e gli basta un amen per accendersi (la meta è da intenditori), ma certo la sensazione è che non il suo mondiale non sia cominciato affatto col botto (va detto a sua parziale discolpa che fino a un mese fa non sapeva nemmeno se avrebbe potuto giocare). Monty Ioane, invece, pasticcia più del solito e a volte si fa a ficcare in qualche vicolo cieco, dal quale riesce a riemergere a fatica. Piccoli dettagli, ma contro avversari più forti e qualificati il rischio è di fare una fatica molto più bestiale per venirne a capo.