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La Figc ha deciso di sfidare De Laurentiis: sì a Spalletti, cosa succede ora

Continua il muro contro muro tra il presidente della Federcalcio Gravina e il club azzurro per liberare il ct designato per il dopo Mancini

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Marco Festa

Marco Festa

Giornalista

Frequentatore di stadi ed esperto di calcio, ama agganciare e far domande a idoli e futuri campioni. Anzi, spesso precorre gli addetti ai lavori e li scova prima di loro

FIGC e De Laurentiis, muro contro muro per Luciano Spalletti. Il clima non è disteso, per usare un eufemismo, e non è da escludere che si arrivi alla battaglia legale per dirimere una questione spinosa. Altro eufemismo.

Da una parte la Federazione, pronta ad affidare la panchina della Nazionale lasciata vuota dal dimissionario Roberto Mancini all’ex allenatore del Napoli, dall’altra il presidente degli azzurri (partenopei), che esige il pagamento della clausola rescissoria inserita nella contratto che il tecnico di Certaldo ha deciso di non rispettare chiedendo di essere sollevato dall’incarico dopo la vittoria dello scudetto.

Italia, qualificazioni Euro 2024: le prossime partite

Tra i due litiganti ci sarebbe, anzi c’è l’Italia, attesa da due appuntamenti cruciali in vista di Euro 2024: il 9 settembre c’è la trasferta contro la Macedonia del Nord, una partita da vincere anche per “vendicare” l’eliminazione dalla corsa per Qatar 2022, il 12 settembre la sfida casalinga con l’Ucraina. Con l’Inghilterra in fuga in testa alla girone C non ci si può permettere passi falsi per centrare il secondo posto ed accedere alla kermesse continentale in programma in Germania.

L’Italia a Spalletti? De Laurentiis non molla sulla clausola

Insomma, dopo aver mancato per due edizioni la partecipazione al Mondiale si scherza di nuovo col fuoco. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina spera che dopo aver dovuto temporeggiare già domani, 18 agosto, potrà annunciare l’accordo con Spalletti, che è in trepidante attesa. Va, però, risolta la famigerata clausola di non concorrenzialità che Spalletti ha accettato fosse inserita tra le condizioni per essere dispensato dal dover continuare ad allenare il Napoli e ricaricare le batterie: ovviamente ignaro che il destino gli avrebbe potuto riservare l’opportunità di guidare la selezione del proprio Paese.

De Laurentiis esige il rispetto del vincolo per una “questione di principio”. La palla è, di fatto, passata agli avvocati. Il comunicato diramato a Ferragosto da De Laurentiis è stato maldigerito in via Allegri soprattutto nella parte in cui il presidente del Napoli si è spinto a esprimere una propria opinione critica nei confronti della Federazione per come ha gestito la vicenda Mancini in termini contrattuali.

Sulla carta sarebbero dovuti rimanere riservati così come i dettagli dei negoziati con Spalletti. Le parti si sono irrigidite sulle rispettive posizioni: la FIGC vuole Spalletti e non ritiene che possa essere ritenuta concorrente di un club, il Napoli 2,8 milioni di euro per liberarlo.

Spalletti ct dell’Italia: il cavillo dei doppi incarichi

Il precedente che potrebbe permettere alla FIGC di spuntarla è relativo ai tanti ct che hanno già guidato sia una Nazionale sia un club. Da Rinus Michels, che quando portò l’Olanda alla finale del Mondiale ’74 era anche il tecnico del Barcellona passando per Advocaat e Hiddink.

Spalletti stesso sarebbe pronto ad affrontare De Laurentiis in tribunale qualora andasse a compromettere il suo incarico in FIGC. Sullo sfondo resta Antonio Conte perché nel gioco dei litiganti e di chi gode non si può escludere a priori che sia proprio lui a interpretare questa parte.

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