E’ un’altra Italia. Gli azzurri visti da settembre ad oggi non somigliano per niente alla squadra molliccia e amorfa che ha fatto flop agli Europei di Germania. Dopo un’estate insonne di riflessioni e amarezze Spalletti ha ridisegnato la Nazionale, ha cambiato atteggiamento ma soprattutto ha cambiato anche diverse pedine e proprio le diverse epurazioni sono alla base della svolta.
- Gli errori di Spalletti ad Euro2024
- I giocatori fatti fuori dal ct
- Non c'entra il modulo sulle esclusioni
Gli errori di Spalletti ad Euro2024
Ieri Frattesi aveva fatto un breve passaggio sulle colpe del ct in Germania dicendo: “Quando lui è venuto qui a dire che le colpe dell’Europeo erano sue al 99% mi ha trovato in disaccordo. Lui poteva essere più leggero, ma poi in campo andavamo noi e per calciatori come noi non riuscire a fare due passaggi di fila era inconcepibile”. In quelle quattro parole “poteva essere più leggero” c’è buona parte dei motivi delle incomprensioni nello spogliatoio. Spalletti l’ha capito ed ha cambiato registro.
I giocatori fatti fuori dal ct
L’altra metà della rivoluzione è stata tecnica. Il ct si è autoimposto la rinuncia decisa a diversi giocatori che in teoria potrebbero anche tornargli utili ma in pratica romperebbero il giocattolo. Rispetto alla rosa che c’era in Germania oggi mancano Darmian, Gatti, Mancini, Barella, Cristante, Folorunsho, Jorginho, Chiesa, El Shaarawy, Scamacca e Zaccagni.
Se per alcuni il motivo della mancata convocazione è un problema fisico (Barella, Gatti) o di età (Darmian), per quasi tutti gli altri è una bocciatura. Nonostante Spalletti vada dicendo che le porte restano aperte anche per chi, come Locatelli, in Germania non c’era la realtà è che la strada intrapresa è un’altra.
Non c’entra il modulo sulle esclusioni
Si potrebbe pensare che le mancate convocazioni di Chiesa e Zaccagni siano legate al 3-5-2 abbracciato definitivamente dal ct e che quindi penalizza gli esterni d’attacco ma è stato lo stesso Spalletti a dire che entrambi possono accentrarsi e giocare diversamente. La bocciatura è insieme tecnica e per salvaguardare il gruppo. Anche Jorginho non tornerà più. Il ct non vuole mettere un tappo alla crescita dei talenti emergenti (Maldini, Pisilli, Ricci) e vuole uno spogliatoio unito, senza veleni interni. La nuova Italia è nata, difficile che il ct cambi idea.