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Italia, Spalletti e i segreti della rinascita: come ha cancellato l'incubo di Euro2024

Dal flop alla grande Bellezza: la trasformazione della nazionale in soli 5 mesi ha sorpreso tutti. Le scelte di Spalletti che hanno segnato la svolta

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Dal disastro alla grande bellezza in soli cinque mesi. La trasformazione dell’Italia sorprende un po’ tutti, perché bisogna riconoscerlo: dopo il flop a Euro2024 in quanti avrebbero scommesso ancora sugli azzurri e soprattutto su Spalletti? Invece, il ct ha saputo fare tesoro dei propri errori e, ora, la Nazionale vince, convince e diverte.

L’Italia 2.0 di Spalletti mette tutti d’accordo: i numeri

Partiamo proprio dai numeri, che mentono mai. E sono lì a ricordarci ciò che è stato fatto e come è stato fatto. Riavvolgiamo il nastro agli Europei in Germania: l’Italia è riuscita a superare il girone con enorme fatica e un bottino di 4 punti in tre partite. Agli ottavi si è verificato ciò che in tanti temevano: il crollo. Già, gli azzurri sono stati cancellati dalla Svizzera, dalla modesta Svizzera (e non ce ne vogliano gli elvetici). Si è chiesta a gran voce la testa del ct, a sorpresa confermato dalla Figc.

E Spalletti ha saputo finalmente calarsi in toto nel ruolo di ct. Nel gruppo più tosto di Nations League sono arrivati quattro successi e un pareggio beffa col Belgio, che sarebbe stata una vittoria se Pellegrini non fosse stato espulso sul 2-0 per un’ingenuità. Quarti di finale centrati e primo posto che dovrà essere certificato nello scontro diretto con la Francia a San Siro.

I segreti della new era azzurra: cosa ha cambiato Spalletti

La svolta è arrivata con la scelta definitiva del sistema di gioco: il 3-5-1-1. Inutile girarci intorno, il nocciolo della questione è che agli Europei Spalletti ci è arrivato con le idee poco chiare. Abbiamo visto l’Italia passare dal 4-3-3 al 3-4-2-1, con tanti, troppi calciatori fuori ruolo (basti pensare alla differenza tra il Dimarco in Germania e quello attuale) e soprattutto in confusione. Il ‘sarto di Certaldo’ sembra aver indovinato l’abito giusto, quello che calza a pennello.

Perché ogni pedina copre la casella giusta. Insomma, è il ct che si è adeguato al materiale a sua disposizione e non viceversa. Del resto, spesso la soluzione più semplice si rivela anche la più efficace. E sulla trasformazione della sua Italia ha fatto chiarezza lo stesso Spalletti dopo il blitz in Belgio griffato Tonali: “Lo si è detto 500 volte: il tutto stava nel trovare le soluzioni giuste e dare la possibilità ai calciatori di metterli nelle condizioni di giocare”.

Tonali, la rinascita di Di Lorenzo e l’exploit di Retegui

Poi ci sono loro, i ragazzi, gli uomini. I simboli della rinascita di un’Italia frizzante, a tratti in grado di esprimere un calcio da PlayStation. In mezzo al campo il ritorno di Tonali è stato manna dal cielo e il primo gol in Nazionale chiude il cerchio dopo l’incubo vissuto per la squalifica. Ma è stata premiata anche la tenacia di Spalletti, che non ha mai smesso di credere in Di Lorenzo, capro espiatorio del naufragio europeo. Il capitano del Napoli, impiegato come braccetto destro, è rinato: doppietta a Israele e assist col Belgio.

Il blocco Inter, esaltato dal nuovo modulo, è sinonimo di garanzia: Bastoni imposta, Dimarco sfreccia, Frattesi è letale con i suoi inserimenti. Convincono tutte le new entry: da Ricci a Rovella. Ma soprattutto il ct può contare su due centravanti veri. Retegui è in stato di grazia, il ‘9’ che da troppo tempo mancava. Kean, esploso con la Fiorentina, un’alternativa più che valida.

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