Al Corriere della Sera, Marcell Jacobs è tornato a parlare della vittoria nei Mondiali Indoor: “E’ stata la più difficile. In molti avevano sollevato mille dubbi: sarà deconcentrato, non avrà più fame… Tanti non conoscono l’atletica, pensano che si possa vincere l’Olimpiade così, con una botta di fortuna. Dovevo far capire che Tokyo non è stata un caso… Questo sarà l’anno più importante della mia vita: ci sono i Mondiali e gli Europei. E avrò gli occhi di tutti puntati addosso. Mi studieranno per capire come battermi”.
A proposito di obiettivi futuri, Jacobs punta Mennea: “Non l’ho mai incontrato, ma so che è una leggenda, che faceva allenamenti durissimi. Oggi tutti e tre i record europei della velocità sono di un italiano: i 60 e i 100 miei, i 200 suoi. Ora il mio allenatore vuole farmi provare i 200, ma io non voglio… Ma almeno una volta la gara di Pietro Mennea la devo fare”.
Sulle accuse di doping, Jacobs sorride: “Non mi hanno toccato per nulla. Sono state messe in giro da persone che non conoscono l’atletica, e non conoscono me. Gente che non sa nulla degli anni bui, delle sofferenze, di tutte le cose che le ho raccontato. Per loro un italia- no non poteva vincere l’oro nei 100. Ma io lo so quanto ci ho messo”.
Infine, Jacobs ha chiuso l’intervista parlando del suo contesto familiare: “Mio bisnonno ha abbandonato mio nonno, mio nonno ha abbandonato mio padre, mio padre me. Toccava a me interrompere la negatività. Anche per questo ho deciso che dovevo prendermi cura di Jeremy, che è nato quando avevo vent’anni, e ne compie sette a dicembre. È vero, l’ho visto poco. Sta in un’altra città, e d’estate quando è in vacanza io gareggio in giro per il mondo. Ma sono suo padre, e per lui ci sarò sempre”.