Non ha mai amato i giri di parole, è sempre andato dritto al punto. Dicendo sempre quello che pensa, con tatto, buon senso, educazione, civiltà. Ma anche con fermezza. Julio Velasco si è schierato ancora una volta sul tema della cittadinanza italiana, una questione che conosce forse più di ogni altro: egli stesso, argentino di nascita, italiano lo è diventato nel corso degli anni. E nella sua professione di allenatore di (enorme) successo, si trova spesso a contatto con figli di migranti che aspettano con impazienza di diventare 18enni per…diventare italiani.
- Cittadinanza italiana, il punto di vista di Velasco
- Volley, Velasco Ct Italia fino al 2028: le parole sui migranti
- Quella volta che Velasco ha detto la sua su Meloni
Cittadinanza italiana, il punto di vista di Velasco
La legge in effetti dice proprio questo: anche chi nasce in Italia, parla italiano, va a scuola, pratica sport e fa tutte le altre cose che si fanno nella vita di tutti i giorni, diventa cittadino solo al compimento del diciottesimo anno di età. Per il Ct dell’Italvolley, oro a Parigi con le ragazze della sua Nazionale, ci sarebbe bisogno di una soluzione diversa, radicale. Ora come ora, questa situazione non sta portando a niente, sul fronte sociale e sportivo. Il calo demografico del paese è evidente e i talenti dello sport rischiano di migrare altrove.
Volley, Velasco Ct Italia fino al 2028: le parole sui migranti
Nel corso della cerimonia al Coni in cui ha ufficializzato il prolungamento dell’accordo con la Federvolley fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, Velasco ha denunciato quello che secondo lui è un malcostume: “Lo sport secondo me riflette una grande ingiustizia, quando conviene i figli dei migranti diventano italiani, quando non conviene invece no. Se è un buon giocatore o una buona giocatrice vedrete che diventerà italiano e firmano tutti, anche i partiti contrari saranno d’accordo”.
Quella volta che Velasco ha detto la sua su Meloni
La soluzione per correggere questo stato di cose? Uno speciale Ius Soli ma di tutto, non limitato alla scuola o allo sport. Uno “Ius Tutto”, appunto, secondo la definizione fornita dallo stesso Velasco: “Nel mondo di oggi un ragazzo che nasce, studia e lavora in Italia deve essere italiano”. Qualche mese fa Velasco ha detto che secondo lui Giorgia Meloni sarebbe stata un libero, come Moki De Gennaro: chissà cosa ne pensa la presidente del Consiglio, grande appassionata di volley, della “proposta” del Ct.