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Volley, Velasco si racconta: dal ricordo di Eriksson, alla svolta di Egonu e i piani per il futuro

In una lunga intervista Velasco è tornato sull'oro olimpico conquistato con la nazionale femminile, raccontando anche cosa ha detto a Egonu. Il ct ha poi rivelato anche i piani per il futuro e ricordato Eriksson, con cui lavorò alla Lazio

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Matteo Morace

Matteo Morace

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In una lunga intervista rilascia a La Repubblica, Julio Velasco si è raccontato, parlando delle sensazioni provate alla conquista dell’incredibile oro alle Olimpiadi di Parigi, di quello che quel successo ha lasciato, di come ha motivato la stella Paola Egonu, di quello che sarà il suo futuro – con un Mondiale nel mirino -. Il ct della nazionale femminile italiana di volley ha anche ricordato Sven-Goran Eriksson, con cui collaborò alla Lazio durante la sua parentesi calcistica.

Le sensazioni sull’oro olimpico

Impossibile non parlare dello storico successo di qualche settimana fa alle Olimpiadi di Parigi, che ha visto l’Italvolley guidata da Julio Velasco vincere l’oro perdendo un solo set in tutto il torneo: “Lì per lì sono stato travolto dall’euforia, è stato necessario del tempo per rendersi conto di quanto abbiamo realizzato. Ma passate due settimane trovo gente che non ha mai seguito la pallavolo e si è entusiasmata lo stesso. È importante rendere popolare sport alternativi al calcio, e noi l’abbiamo fatto con un’annata straordinaria, in cui abbiamo conquistato anche la Nations League e perso un solo set alle Olimpiadi. Sono stato chiamato dall’Argentina, dalla Spagna: questa squadra trasmette qualcosa, che non è spiegabile nella maniera in cui vince ma nel modo in cui si presentano le ragazze”.

Come ha aiutato Egonu

Da giocatrice ai margini della nazionale a miglior giocatrice delle Olimpiadi, Paola Egonu in maglia azzurra è stata rivitalizzata dall’arrivo di Velasco, che ha rivelato cosa le ha detto per farle tirare fuori la sua miglior versione: “È complicato quando il personaggio prende il posto della persona. Succede anche a me, per ma meno che in passato fortunatamente. A Paola ho detto: “Io so che c’è Paola Egonu, ma a me importa solo di Paola. Se posso ti aiuterò, sui temi come il razzismo sarò sempre al tuo fianco, ma goditi anche quel che hai, che è tanto”. Non abbiamo parlato molto dei problemi che ci sono stati, le ho detto “la squadra può essere fortissima anche se non siete amiche”. Nelle aziende spiego sempre che l’aiuto, non l’amicizia, fa parte dello sport”.

Cosa lo aspetta in futuro

Dopo l’oro olimpico, molti temevano che Velasco avrebbe abbandonato la nazionale. Ma nella testa Julio sembra esserci solo un viaggio in Nord America: “Intendo fare una full immersion di inglese, tre settimane da solo senza utilizzare spagnolo o italiano, per riuscire a comprendere anche i diversi accenti. Poi ci sarà la stagione del Mondiale, e tutti vorranno vincere contro di noi. Sarà complicato, come sempre bisognerà modificare qualcosa, ma tutti desiderano trovarsi al nostro posto”.

Il ricordo di Sven Goran Eriksson

In fine Velasco ha dedicato un ricordo a Eriksson, scomparso nella giornata di ieri: “Eriksson era un gentiluomo, riusciva a incidere con uno stile molto soave, sapeva comunicare attraverso un giocatore, un fisioterapista per non far sì che il rapporto con la squadra non si logorasse. Amava la vita, l’Italia, il sole, il cibo, il mare”.

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