A 14 anni di distanza, Calciopoli resta una ferita aperta per la Juventus e per Fabio Capello. In un’intervista al Corriere dello Sport, l’ex allenatore bianconero ha rivendicato con forza gli scudetti 2005 e 2006, tolti dopo lo scandalo che ha sconvolto il calcio e retrocesso la Vecchia Signora in Serie B.
“Moggi e Giraudo erano grandi dirigenti e abbiamo vinto sul campo. Calciopoli ci ha tolto scudetti che ha regalato ad altri“, è la dichiarazione pesante di Don Fabio che sta facendo esplodere i social e ha riacceso lo scontro tra tifosi bianconeri e nerazzurri.
Capello si è espresso anche sulla ripresa del calcio dopo la quarantena: “Stare chiusi non si può un giorno di più, ma serve una direzione: i calciatori ora dovrebbero restare tutti in ritiro due mesi. Un ritiro permanente, come ai Mondiali. La soluzione ideale potrebbe essere quella tedesca, ma noi amiamo complicare ogni questione. Ci saranno rischi muscolari, benedette le cinque sostituzioni in arrivo”.
Sulla querelle Chiellini-Balotelli: “A me hanno chiesto tante volte di scrivere un libro, mi hanno offerto cifre notevoli. Non mi piace leggere certe cose. Per me il calcio si gioca, non si racconta”.
Dura frecciata anche al Milan: “Come stanno trattando Boban e Maldini mi fa stare quasi male. Però loro hanno dimostrato da dirigenti la serietà che avevamo da calciatori. Io avrei fatto come Boban: non si indossa una maglia per niente. C’è la dignità prima di tutto”.
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