La Juventus ha già visto scappare via il treno per lo scudetto, appena alla decima giornata. Uno scenario inedito per la storia recente dei bianconeri, con la sola eccezione della stagione 2015-’16, quando dopo una partenza simile, con tre ko nei primio 900 minuti del campionato, l’ultimo proprio contro il Sassuolo, la squadra anche all’epoca allenata da Max Allegri fu protagonista di una prodigiosa rimonta coronata dalla conquista del titolo.
Adesso però la situazione sembra essere molto diversa. Differente è la qualità della rosa dei bianconeri e molto differente, anche a livello numerico, è la concorrenza, con Napoli e Milan che corrono e l’Inter che cerca di tenere il passo. Anche perché i problemi che Max Allegri è chiamato a risolvere sono molteplici.
Juventus, attacco horror: mai così male dal 1988
I tre gol subiti contro Inter e Sassuolo hanno ripresentato il problema della tenuta difensiva, solo in parte mascherata dalla serie di clean sheets tra campionato e Champions League, sebbene la rete di Dzeko e quella di Lopez fatale nell’infrasettimanale siano state figlie di situazioni estemporanee (rimpallo e palo a San Siro, contropiede contro i neroverdi).
Tuttavia il problema più inquietante è rappresentato dalla fase offensiva. Perché sarà anche vero che, come osservato da Paulo Dybala al termine della gara contro l’Inter, con rilievi piuttosto polemici nei confronti di Allegri, “non si può sempre giocare per segnare solo un gol”, e che le tattiche troppo conservative sono state più volte fatali alla Juventus anche nel primo scorcio della stagione, ma contro il Sassuolo, pur con in campo di fatto quattro attaccanti nel finale, la Juve ha prodotto pochissimo.
Del resto il bottino di 13 gol realizzati nelle prime 10 giornate è eloquente: i bianconeri non segnavano così poco a questo punto del campionato addirittura dal 1988. Una vita fa, stagione targata Dino Zoff in panchina e conclusa al quarto posto, senza vincere titoli e senza mai riuscire a inserirsi nella lotta per lo scudetto.
Juventus, si riparte da Chiesa e Dybala (insieme)
Sotto questo aspetto, gli alibi ad Allegri non mancano. Perché il fantasma di Cristiano Ronaldo e dei suoi 12 gol realizzati un anno fa dopo 10 giornate aleggia alla Continassa, al pari dell’insostenibile leggerezza di Alvaro Morata, Moise Kean e pure di Kaio Jorge, mossa della disperazione contro Inter e Sassuolo, ma confermatosi ancora acerbo.
Non resta che accontentarsi di quello che c’è in casa o di rivolgersi al mercato. In questo senso, però, Allegri sembra aver le idee chiare. Davanti di qualità ce n’è, quindi il futuro passa necessariamente dalla coesistenza di Federico Chiesa e di Paulo Dybala, possibilmente dall’inizio.
Ruoli e posizioni saranno da definire, ma la vitalità del nazionale azzurro e la fantasia della Joya sono indispensabili nell’attuale deserto bianconero, come confermato anche dal fatto che l’argentino ha preso parte al 43% dei gol della Juventus in campionato (6/14).
Mercato Juventus, Allegri vuole un centrocampista
Sul mercato, se davvero ci sarà la possibilità di intervenire a gennaio, Allegri chiederà un centrocampista. L’obiettivo resta Aurelién Tchouameni, gioiello del Monaco da impostare come Pogba del futuro, visto che il ritorno di quello… “originale” a giugno potrebbe restare solo un sogno, ma se nel Principato si continuerà a chiedere troppo si potrebbe ripiegare sui più esperti Corentin Tolisso o Axel Witsel, in scadenza nel giugno 2022 rispettivamente con Bayern Monaco e Borussia Dortmund.
Giocatori ai quali potrebbe fare posto Aaron Ramsey e che sembrano avere già dato il meglio della propria carriera, ma in grado di assicurare espirienza e discreta qualità a una squadra ancora priva di un’identità tattica e di equilibrio.