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Juventus, i Pm chiedono il processo: gli indagati e i capi d’accusa

Dodici dei quindici indagati dell'inchiesta 'Prisma', tutti ex consiglieri di amministrazione della Juventus, rischiano il processo: la linea difensiva della società

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Prende forma il possibile processo a carico degli ex componenti del Consiglio di amministrazione della Juventus, coinvolti nell’inchiesta ‘Prisma’ che coinvolge il club bianconero per le presunte plusvalenze fittizie, le cosiddette “manovre stipendi” e l’accusa di falso in bilancio, che sarebbe stato effettuato per tentare di ridurre il pesante passivo nei conti del club, che il prossimo 27 dicembre dovrebbe vedere approvato un bilancio in rosso di 254 milioni.

Bufera Juventus, i tre sindaci verso l’assoluzione: interrogatorio decisivo

Nella mattinata di venerdì, infatti, i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello hanno inviato al gip la richiesta di rinvio a giudizio, che riprende l’impianto accusatorio della chiusura indagini, notificata lo scorso 24 ottobre ai 16 indagati, 15 più la Juventus come ente giuridico.

Qualora le richieste venissero accolte, il processo riguarderebbe tuttavia solo 12 dei 15 soggetti fisici, dal momento che dalla prima rosa di indagati sono state stralciate le posizioni di Silvia Lirici e Nicoletta Paracchini, componenti del collegio sindacale, e del presidente dello stesso Paolo Piccatti. I tre avevano chiesto di essere sentiti dai magistrati e durante l’interrogatorio, avvenuto venerdì 25 novembre, sarebbero riusciti a dimostrare alla procura l’estraneità rispetto alle contestazioni mosse. Le loro posizioni dovrebbero quindi venire archiviate.

Inchiesta Prisma-Juventus, i capi d’accusa per i 12 indagati

I capi d’accusa per i 12 ex componenti del Cda e per la Juventus riguardano manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali di società quotata in Borsa, emissione di fatture false e ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’Autorità di vigilanza. Al centro dell’inchiesta ci sono le presunte plusvalenze fittizie per 155 milioni di euro, notizie false sulla manovra stipendi, che riguarderebbe anche la famosa ‘carta Ronaldo’, perdite di esercizio inferiori a quelle reali, ma altri elementi, che potrebbero aggravare le posizioni degli indagati, sarebbero stati trovati nelle ultime settimane dalla Guardia di finanza che conduce le indagini.

Quanto ai capi d’accusa dei singoli indagati, l’ex presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e Stefano Cerrato, ex Chief corp & financial officer, sono accusati di manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali di società quotata in Borsa, emissione di fatture false e di ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’Autorità di vigilanza. Degli stessi reati, a parte quello di emissione di fatture false, sono invece accusati l’ex amministratore delegato Maurizio Arrivabene e Cesare Gabasio, ex General counsel and chief legal, la cui intercettazione con l’attuale ds Federico Cherubini avrebbe riguardato proprio la ‘carta Ronaldo’.

L’ex direttore sportivo Fabio Paratici, ora al Tottenham, è invece indagato al pari degli ex Chief Financial Officer Marco Re e Stefano Bertola per manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali di società quotata in Borsa e emissione di fatture false. Francesco Roncaglio e Enrico Vellano sono accusati di manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali di società quotata in Borsa. Infine, Stefania Boschetti e Roberto Grossi, entrambi revisori legale Ernst & Young) e Rober, sono accusati di false comunicazioni sociali di società quotata in Borsa.

Juventus pronta a dare battaglia: la linea difensiva del club

La Juventus è comunque pronte a dare battaglia. Dopo le dimissioni in blocco dei componenti del Consiglio d’amministrazione, John Elkann, patron di Exor, ha immediatamente dettato la nuova linea, nominando un nuovo presidente, Gianluca Ferrero, e un nuovo amministratore delegato, Maurizio Scanavino, figure tecniche storicamente vicine ad Elkann che saranno molto preziose in vista dell’eventuale processo, da vivere su due binari paralleli, il rischio di condanna per i singoli imputati, dal momento che, qualora accertati, i reati di manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali di società quotata in Borsa e emissione di fatture false prevedono la reclusione e il rischio di sanzioni sportive per il club, sotto forma di penalizzazioni in classifica o provvedimenti più gravi

Il club è convinto di poter dimostrare la correttezza del proprio operato, come si intuisce dalla nota diramata dallo stesso Elkann: “Il board di Juventus è pervenuto, con compattezza, alla conclusione unanime da parte dei nove consiglieri in carica alla data del 28 novembre 2022, che il trattamento contabile adottato nei bilanci contestati rientra tra quelli consentiti dagli applicabili principi contabili, e le contestazioni della Procura non paiono fondate”. La Juventus ha inoltre chiesto il trasferimento del processo da Torino a Milano, in quanto sede della Borsa e quindi luogo in cui si sarebbe consumato il reato più grave tra quelli dell’accusa, la manipolazione del mercato.

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