Il suo nome è Patryk Klimala, attaccante 24enne che ha conquistato il suo posto al sole in Israele. E che sta suscitando una indubbia indignazione sui social per un gesto che, visti i natali in Polonia nonché il contesto in cui il gesto sarebbe stato commesso, sta attraversando i social.
I video postati, condivisi e commentati, mostrano il giocatore dell’Hapoel Beer-Sheva, la squadra che nel 2016 ha battuto l’Inter in Europa League, mentre alza il braccio destro dopo aver segnato.
- L'esultanza con il braccio alzato: polemiche social
- Il video del saluto che ha offeso Israele
- Il post di scuse del giocatore
L’esultanza con il braccio alzato: polemiche social
Autore del momentaneo raddoppio in casa dell’Hapoel Gerusalemme (1-2 il punteggio finale), l’attaccante ha festeggiato la sua rete in questo modo sotto la curva dei propri tifosi, suggerendo un triste ricordo proprio lì dove si è più sensibili ancora – se possibile – a simili allusioni.
Non è la prima volta che il calcio si misura con simili atti, assai discutibili soprattutto perché commessi da calciatori o pseudo tifosi che godono di una visibilità ormai planetaria e appartenenti a generazioni che hanno avuto modo di conoscere, sapere e studiare certe orribili pagine della storia dell’umanità. Come anche per Klimala, 24 anni appena, e di origine polacca.
Il video del saluto che ha offeso Israele
Le immagini dell’esultanza sono piuttosto inequivocabili, dicevamo, tanto da provocare un dibattito duro nel Paese: l’attaccante mette in rete, si gode l’esaltazione del momento e si mette a correre verso i tifosi che seguono la partita dalla curva compiendo quel gesto avvertito, da opinionisti e utenti che hanno animato il dibattito sui social come inopportuno.
Il post di scuse del giocatore
Klimala, forse anche guidato in simili parole, ha deciso dunque di chiarire attraverso un post su Instagram la sua posizione.
L’ex attaccante del Celtic ha voluto precisare di “essere stato totalmente frainteso”. E ha spiegato che “da polacco, che rispetta la storia di entrambi i Paesi, non avrei mai pensato di fare il saluto nazista”.
“Quando vivevo in Polonia ho visitato il campo di Auschwitz-Birkenau. E mi rendo pienamente conto dell’importanza della storia e del patrimonio ebraico. Dopo il mio gol volevo solo salutare i nostri tifosi. Mi dispiace se qualcuno l’ha presa nel modo sbagliato”.
Insomma, per Klimata (detto Diavolo) l’interpretazione ha ecceduto il senso di questa esultanza anche se – va specificato – simili richiami a un passato storico inequivocabile, in Israele, non dovrebbero permettere di ritrovarsi stretti in circostanze simili.